Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gentile Direttore,
abbiamo letto l’articolo del professor Paolo Savona: “Ecco cosa Padoan e Visco dimenticano di dire a Renzi su economia e riforme”, pubblicato l’8 settembre. Innanzitutto siamo rimasti sorpresi per alcune considerazioni dell’autore sulla mancata indipendenza e autonomia professionale dell’Istat. In merito a ciò crediamo sia importante segnalare ai lettori il giudizio opposto formulato dalla Commissione Europea a seguito della Peer Review dello scorso 15 giugno cui è stato sottoposto l’Istituto e pubblicato sul sito di Eurostat. Dopodiché vorremo rispondere puntualmente ad alcune affermazioni contenute nel testo.
Il professor Savona scrive che l’Istat ha fornito per le stime del Pil trimestrale “una media priva di significato” perché sintetizza andamenti territoriali eterogenei. È noto che tale stima (ed è così in tutti i Paesi europei) è una misura aggregata che non presenta dettagli territoriali. In Italia questa prassi è praticata da oltre 30 anni ma l’autore dell’articolo sembra stupirsene ora. Oltretutto affermare che non si può fornire una stima aggregata se non si dispone contestualmente di misure disaggregate per area, significa mettere in discussione la validità e l’utilità di tutta l’informazione macroeconomica che, in Italia come altrove, è tipicamente diffusa a livello di aggregati nazionali.
Ancora, il professor Savona pur lamentandosi di non avere alcuna informazione su come si sia evoluto il Mezzogiorno nel secondo trimestre rispetto al primo, accusa l’Istat di imbrogliare il Paese fornendo soltanto il dato nazionale. In realtà, è noto che l’Istat fornisce misure solide e dettagliate dell’andamento delle economie regionali a livello annuale anche se con tempi decisamente più lunghi di quelli che si riescono a realizzare per le stime nazionali trimestrali.
Infine, coerentemente con quanto sostenuto, ci saremmo aspettati che venisse almeno apprezzato che le stime trimestrali del Pil sono accompagnate dalle disaggregazioni settoriali. E invece no, queste ultime per il professore Savona sono soltanto: “ingredienti del pollo statistico confezionato dall’Istat”. Ce ne faremo una ragione.