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Mps, Banco Popolare e Bcc. Chi si affretta a mollare le sofferenze bancarie

Il governo presenterà nel week end il progetto bad bank che dovrebbe prevedere la costituzione di un veicolo partecipato dallo Stato e da privati. Nei prossimi due giorni si terranno a Bruxelles delle riunioni decisive. E’ quello che trapela da ambienti politici e finanziari. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione sistemica, da utilizzare ad hoc per alcune banche, per smobilizzare lo stock di Npl nei portafogli di alcune banche in cui lo stock costituisce una vera zavorra per l’attività creditizia (qui una ricostruzione del fenomeno e degli intoppi che ci potranno essere). La questione dei crediti non performing (Npl) pesa per circa 320 miliardi di euro sul sistema bancario italiano. Una montagna cresciuta di quattro volte in 7 anni, perché la recessione ha fatto fallire migliaia di imprese e impedito a milioni di persone di rimborsare i crediti, ha scritto oggi Repubblica.

GLI OBIETTIVI DEL MEF

Il Tesoro punta a ottenere un nulla osta per fornire garanzie alle banche che venderanno i crediti problematici; le istituzioni europee dovrebbero dire sì, imponendo però che le garanzie siano retribuite con tassi di mercato, in questo modo si evita che si possa parlare di aiuti di Stato.

LA RICOSTRUZIONE DI REPUBBLICA

A quel che si apprende – scrive oggi la Repubblicail Tesoro otterrà un nulla osta a fornire garanzie alla società che rivenderà i crediti morosi, a patto che per tali garanzie riceva un pagamento con tassi “di mercato””. Del tema si parlerà ai massimi livelli – aggiunge Repubblica – anche giovedì, quando la responsabile dell’antitrust Ue, Margarethe Vestager, parteciperà a un’audizione alle Commissioni industria ed Europa di Camera e Senato e incontrerà il sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi, la ministra dello sviluppo economico Federica Guidi, il ministro Padoan, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il suo vicedirettore generale Fabio Panetta. La Commissione, ha detto il portavoce della commissaria danese, «è in contatto stretto e costruttivo con le autorità italiane» sulle riforme pianificate del settore bancario“.

COME FUNZIONERA’

Una volta ottenuto il via libera dall’Europa, l’attenzione si sposterà sul sistema di assegnazione di un prezzo ai singoli crediti morosi messi in vendita. “Per le banche venditrici – scrive Mf – complessivamente solide e con una buona dotazione in termini di patrimonio, potrebbe essere vantaggioso sbarazzarsi dei non performing loan, anche a costo di sopportare alcune perdite. Per alcune banche popolari ci sono anche le plusvalenze in arrivo dalla cessione di attivi, questi guadagni straordinari bilancerebbero parzialmente eventuali perdite da cessione sofferenze”.

L’ANALISI DI GRECO

Scrive oggi Andrea Greco di Repubblica: “Lo schema sembra semplice e lineare: «le garanzie devono avere una remunerazione di mercato – racconta un banchiere – e l’Italia dovrà inserire nel dossier bad bank prezzature simili offerte in transazioni tra soggetti privati». Senza le garanzie statali, tra l’altro, i titoli della bad bank non possono essere scontati presso la Bce in cambio di denaro sonante (e anche questo è un possibile aiuto di Stato: perché dopo la cartolarizzazione sarebbero equiparati, a Francoforte, a titoli europei in bonis con ratingelevato). A spanne, il costo di mercato di simili garanzie dovrebbe aggirarsi su uno 0,4- 0,5% annuo, il differenziale tra il tasso di rifinanziamento Bce e un’emissione tripla A”.

AIUTI DI STATO?

Quello degli aiuti di Stato è un concetto – aggiunge Greco – “che la Commissione ha ampliato a dismisura; spesso a danno dell’Italia. Sui dossier bancari – il prestito pubblico a Mps, i progetti di bad bank e di intervento del Fondo tutela depositi nelle dissestate Banca delle Marche, Bpel, CariFerrara – lo spauracchio degli “aiuti” è stato brandito negli ultimi mesi, con una severità che è parsa dimenticare le centinaia di miliardi irrorate dai governi di Germania, Spagna, Irlanda, Gran Bretagna per rilanciare i loro sistemi bancari e riavviare le economie patrie”.

IL COMMENTO DI EQUITA

“Il closing del progetto, insieme con il consolidamento, è un catalyst per un ulteriore re-rating del settore bancario italiano che tratta a un multiplo prezzo/tangible equity di 0,95 volte anche se restano da verificare eventuali limiti legati all’impatto sul CET1 (12%, ndr) di cessioni di portafogli”, hanno commentato stamattina gli analisti di Equita.

I MAGGIORI BENEFICIARI

Naturalmente le banche che beneficerebbero maggiormente di un progetto di bad-bank sono quelle con un’esposizione più elevata alle sofferenze garantite, quindi Banca Monte dei Paschi di Siena e il Banco Popolare che dovrebbero, secondo gli analisti di Equita, avere un beneficio due volte superiore alla media del sistema.

LE CLASSI

Tra l’altro, le banche italiane sarebbero uscite nel complesso bene dal test sul capitale. La Bce avrebbe in media leggermente alzato il livello di capitale richiesto. La maggior parte delle quindici banche sarebbe in classe 3 (la scala va da 1, ottimo, a 5, corrispondente a failing or likely to fail), livello medio dove si colloca gran parte delle banche europee e sufficiente a evitare nuove ricapitalizzazioni. “Da quanto si apprende – scrive Mf Intesa Sanpaolo sarebbe in classe 2. Tre-quattro banche sarebbero in classe 4, tra cui la Popolare di Vicenza e Veneto Banca che però hanno già annunciato piani di ricapitalizzazione. Le altre, una/due che sono in classe 4, sono sotto stretta sorveglianza, ma hanno appena chiuso la ricapitalizzazione e non dovrebbero essere soggette a nuove operazioni”.

CHE SUCCEDE A SIENA

Mps sta mettendo in cantiere una nuova iniziativa per tamponare il problema dei crediti deteriorati. Infatti la banca senese guidata da Fabrizio Viola, scrive MF, avrebbe messo in vendita un portafoglio di prestiti non-performing a piccole e medie imprese per un valore nominale da circa 1,8 miliardi. Il Progetto Eva, di cui ieri ha parlato l’agenzia Bloomberg mentre la Rocca ha preferito non commentare le indiscrezioni, dovrebbe interessare portafogli garantiti e non e sarebbe gia’ finito nel radar di una ventina di operatori specializzati. Le trattative sarebbero partite nelle scorse settimane con l’obiettivo di arrivare al closing entro la fine dell’anno. Se l’operazione andasse in porto, per il Monte si tratterebbe di una notizia positiva visto che la banca senese ha oggi in pancia circa 24 miliardi di crediti deteriorati. L’obiettivo del management e’ quello di cederne 5,5 miliardi tra il 2015 e il 2018, cosi’ come previsto dall’aggiornamento del piano industriale.

DOSSIER BCC

In movimento sugli Npl anche le banche di credito cooperativo: tre gruppi specializzati nella gestione di crediti deteriorati hanno messo nel mirino il mondo delle bcc. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, Primus Partners, Fortress e Fbs potrebbero presto entrare in due diligence per un importante pacchetto di npl messo sul mercato da Iccrea. A valore nominale si tratta di uno stock da circa 500 milioni di euro, composto da portafogli sia chirografari che ipotecari, anche se questi ultimi dovrebbero fare la parte del leone. L’operazione, la prima di questo genere messa in piedi dal gruppo Iccrea presieduto da Giulio Magagni, dovrebbe coinvolgere 49 banche di varie dimensioni e completarsi entro l’autunno.

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