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Perché tra consumatori e aziende circola un po’ di ottimismo renziano

Sia la fiducia dei consumatori che quella delle imprese sono salite in misura significativa a settembre. I dati sono risultati superiori alle previsioni di consenso (e alle nostre attese, sia pure più ottimistiche di quelle della media dei previsori).

Il morale delle famiglie è salito a 112,7 da 109,3 di agosto (rivisto al rialzo da 109 della prima lettura). Si tratta di un massimo da 13 anni e mezzo (da marzo del 2002).

Il dettaglio delle componenti mostra che il miglioramento è diffuso ma è trainato in particolare dal clima economico generale (in progresso comunque anche la situazione personale degli intervistati). Aumentano all’incirca nella stessa misura sia le valutazioni sulla condizione corrente che le aspettative per il futuro.

Le famiglie sono più ottimiste sul mercato del lavoro: le attese sulla disoccupazione, dopo essere salite nei due mesi precedenti, sono tornate a calare (da 25 a 7), toccando il secondo valore più basso dal 2002. Tutte le altre componenti dell’indagine sono risultate in miglioramento.

Per quanto riguarda l’inflazione, sia quella percepita dalle famiglie relativamente agli ultimi 12 mesi che quella attesa per l’anno successivo sono scese in territorio ancor più negativo (a -19 e a -18 rispettivamente, da -14 del mese precedente). In altre parole, ancora una volta un calo dell’inflazione percepita e attesa si è accompagnato a un miglioramento della fiducia, il che conferma che i timori deflattivi non stanno pesando sulla fiducia (anzi la bassa inflazione supporta il potere d’acquisto delle famiglie).

Anche l’indice composito di fiducia delle imprese è salito a settembre, a 106,2 da 103,9 di agosto (rivisto al rialzo da 103,7 della prima stima). Si tratta di un massimo da più di 7 anni (da maggio del 2008).

Lo spaccato per settore mostra che anche fra le imprese il miglioramento è diffuso: il morale balza in particolare nelle costruzioni (a 123,3 da 119,5), ma sale anche nel manifatturiero (a 104,2 da 102,7), nei servizi (a 112,2 da 110) e nel commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8); si tratta di un record dal 2011 nel caso del manifatturiero, dal 2007-8 per gli altri settori.

In particolare, nel manifatturiero l’aumento è trainato dagli ordini (a -11 da -15 precedente: per trovare un valore più elevato occorre risalire a gennaio del 2008), non solo dall’estero ma anche dal mercato domestico. In salita anche le indicazioni sulla produzione (sia corrente che attesa). Invariate le scorte (sui livelli medi degli ultimi 6 mesi). Le imprese appaiono decisamente più ottimiste circa le aspettative sull’economia (mentre arretrano lievemente le attese sull’occupazione).

In sintesi, l’aumento della fiducia sia dei consumatori che delle imprese nel mese di settembre conferma che la ripresa va consolidandosi e non sembra intaccata dai segnali di rallentamento dell’economia mondiale (in particolare dei Paesi emergenti). Nel mese il morale è stato supportato con ogni probabilità sia dalle notizie più positive giunte dagli ultimi dati sul ciclo economico, sia dagli annunci di ulteriori tagli fiscali già dal prossimo anno (il taglio dell’imposta sulla casa potrebbe spiegare il deciso miglioramento della fiducia tra le imprese di costruzione).

Il dato è coerente con la nostra previsione di un PIL che mantiene un tasso di crescita congiunturale di 0,3% t/t per l’orizzonte prevedibile. Abbiamo di recente rivisto al rialzo la nostra stima sul PIL italiano nel 2015 (da 0,6% a 0,8%), ma i rischi sullo scenario congiunturale ci appaiono in questo momento verso l’alto.

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