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Perché non far nascere un partito del Sud?

Roberto Race ad un convegno
Perché non far nascere un partito del Sud?
L’Espresso ha pubblicato oggi questa mia provocazione a margine di un interessante approfondimento curato da alcune tra le migliori firme del settimanale.

Più di centomila micro imprese create nel giro di pochi anni, 220 mila nuovi occupati, non sono bastati a impedire la cessazione delle misure governative in favore dell’autoimpiego e dell’autoimprenditorialità nel Mezzogiorno.
Evidente la contraddizione tra i fatti – minuscolo ma dissetante rubinetto strozzato – e le parole – reazioni strombazzate di premier e governo di turno ai traumatizzanti dati Svimez sul disastro Sud, con promesse di masterplan e valanghe di euro a sostegno del Mezzogiorno prossimo futuro.

L’episodio è solo l’ultimo della serie. Negli anni scorsi la gestione politico economica della recessione è stata indirizzata in modo da pesare sul Sud, in termini di pil e occupati, molto più che sul resto del Paese.
Lo sconcerto nasce dalla pressoché totale ignavia dei parlamentari meridionali, che continuano a farsi passare addosso qualsiasi misura di ispirazione più o meno dichiaratamente leghista.

Siamo proprio sicuri che la crescita di un movimento meridionale non sia cosa buona e giusta?

Se questo fenomeno inducesse finalmente un risveglio delle coscienze anche nei partiti ‘tradizionali’, se i criteri di selezione della nuova classe dirigente politica meridionale venissero informati a una salutare, maggiore attenzione alla gestione equilibrata di politiche e normative nazionali, non sarebbe un grande passo in avanti?

2015 09 04 l’espresso sul sud

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