Matteo Renzi va avanti imperterrito, con la fedele Boschi in avanscoperta al Senato, forte delle manovre in atto di Verdini sul fronte forzaitaliota e dei silenti alfaniani, sicuro che, alla fine, il famigerato combinato disposto della riforma del Senato e della legge elettorale dell’Italicum passerà.
Obiettivo: il totale controllo del potere nelle sue mani, convinto com’è che, né il referendum sulla riforma costituzionale, né le elezioni politiche, potranno fermarlo.
Ricordandogli ancora una volta che “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”, specie in un’Italia frustrata e sempre più disillusa, con i residui deboli salmodianti ex popolari definitivamente votati all’assorbimento in casa renziana e con un centro-destra tuttora vittima delle baruffe dei troppi galletti nel pollaio, non v’è dubbio che “ il Bomba” può dormire sonni tranquilli, con il sostegno dei poteri forti interni ed esteri che, almeno sin qui, e con procedure assai anomale, lo hanno insediato e sostenuto a Palazzo Chigi.
Colpisce come sul fronte anti renziano continui un’accanita rincorsa alla primazia da parte di partiti e partitini, gruppi e gruppetti, ciascuno con la volontà di assumere la funzione di guida, confermando la tradizione italica secondo cui “ Tutti vogliono coordinare e nessuno vuol essere coordinato” .
Seguiamo con interesse ciò che Italia Unica di Passera e i conservatori di Fitto stanno svolgendo con i loro incontri, convegni e il fiorire di porte e circoli in varie parti d’Italia.
Siamo fortemente interessati, specie nel Veneto, alle evoluzioni che anche Tosi, “leghista democristiano”, sta compiendo con il suo movimento del Fare; così come abbiamo apprezzato le ultime prese di posizione del sen. Quagliarello in seno al NCD, secondo cui la sua scelta è netta a favore del centro-destra in alternativa agli entristi alfaniani nel partito della Nazione di Renzi.
Sono fermenti interessanti se, alla fine, concorreranno tutti insieme alla formazione di un nuovo soggetto politico che, da tempo, indichiamo con le connotazioni di: soggetto laico, democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, trans nazionale, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano, inserito a pieno titolo nel PPE, alternativo al socialismo trasformista renziano e ai populismi estremi.
Se, tuttavia, passerà la riforma del senato secondo lo schema governativo con collegata legge super truffa dell’Italicum, è evidente che ciascuna delle componenti di cui sopra, da sola, non andrà da nessuna parte.
Il soggetto politico indicato che rappresenta il contenitore de minimis entro cui far confluire diverse culture politiche compatibili, d’altra parte, non potrà non contenere i rappresentanti della cultura popolare e democratico cristiana che, interprete della dottrina sociale della Chiesa, può offrire ancora una volta, con una nuova generazione politica, una speranza al Paese.
Siamo molto attenti alle evoluzioni non sempre lineari degli amici di cui sopra, così come a ciò che sta avvenendo in Forza Italia con le nuove leadership emergenti e nella stessa Lega, specie nella versione veneta del governatore Luca Zaia, e, nel frattempo, con i Popolari di Mario Mauro, i Popolari italiani riuniti nella carta di Rovereto, gli amici del CDU e le altre formazioni di ispirazione popolare di Fontana, Luciani, Alessi, Morelli e tanti altri, ci prepariamo a organizzare tre importanti appuntamenti al Nord, al Centro e al Sud d’Italia, per celebrare entro l’anno la grande assemblea dei Popolari Italiani con la quale concorrere, forti dei nostri ideali e del programma per l’Italia che intendiamo costruire insieme, alla nascita del nuovo soggetto politico. Appuntamenti ai quali saremmo lieti se potessero raccogliere il nostro invito e partecipare anche gli esponenti dei partiti, movimenti e gruppi citati.
Con modalità di ampia partecipazione e con regole democratiche serie e rigorose, condivisi gli obiettivi con le altre culture e formazioni politiche, sceglieremo una nuova leadership, monocratica o collegiale, in grado di confrontarsi con efficacia con il trasformismo renziano che sta ammorbando con la sua arrogante sicumera la nostra democrazia.
Ettore Bonalberti