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Come sta davvero l’economia italiana. Report Intesa Sanpaolo

Hanno sorpreso al rialzo i dati preliminari sull’inflazione relativi al mese di agosto: i prezzi al
consumo sono aumentati di +0,2% m/m secondo l’indice nazionale e sono rimasti stabili in base
all’armonizzato Ue. L’inflazione annua è invariata a +0,2% secondo il NIC ed è salita a +0,5%
da +0,3% in base all’IAPC (si tratta in questo caso di un massimo da quasi un anno e mezzo).

COME STA L’INFLAZIONE

La salita dei prezzi nel mese (sul NIC) è dovuta ai rincari, quasi interamente di natura
stagionale, nei trasporti (+0,9% m/m, per un contributo all’indice totale di +0,12%; si tratta
del settimo aumento consecutivo, dovuto ai rincari dei servizi di trasporto aereo e marittimo e
nonostante la rilevante discesa dei prezzi dei carburanti) e nelle spese per il tempo libero
(+0,4% m/m, per un contributo di +0,03%; anche in questo caso la componente stagionale è
preponderante, come visibile dai rincari dei pacchetti-vacanza). Inoltre, si è registrato un
rimbalzo “anomalo” (il primo da gennaio e il più marcato da due anni e mezzo: +1,9% m/m,
per un contributo di +0,05%) dei prezzi delle comunicazioni, dovuto principalmente ai servizi
di telefonia mobile.

I SETTORI CHE SALGONO E QUELLI CHE SCENDONO

Viceversa, sono calati i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione (-0,5% m/m), delle spese per
l’abitazione (-0,1% m/m) e di mobili, articoli e servizi per la casa (-0,1% m/m). Le divisioni di spesa che mostrano una tendenza deflazionistica su base annua si confermano i trasporti (-2,9% a/a), le comunicazioni (-0,5% a/a) e le spese per l’abitazione (-0,3% a/a). Si tratta delle componenti più legate all’offerta, la cui tendenza è spiegata in gran parte da variabili esogene come le quotazioni internazionali delle materie prime (o il progresso tecnologico nel caso delle comunicazioni); per tutte queste componenti, in ogni caso, l’andamento recente segnala un netto attenuarsi delle spinte deflattive.

IL GIUDIZIO COMPLESSIVO

L’inflazione “di fondo” (al netto di energetici e alimentari) è scesa a 0,7% da 0,8% a/a di
luglio. Anche l’inflazione sui beni a più alta frequenza di acquisto (importante per le sue
conseguenze su inflazione percepita e attesa dalle famiglie) è calata, a -0,3% (minimo da
gennaio) dopo il -0,1% a/a di luglio. In sintesi, i dati sull’inflazione sono risultati superiori alle attese, tuttavia il dettaglio mostra che gli aumenti non sono generalizzati ma limitati alle componenti più stagionali e più volatili. Confermiamo la nostra idea che l’inflazione possa risultare poco variata (in un intorno dello zero) nei prossimi mesi.

COSA AVVIENE ALLE VENDITE

A giugno, le vendite al dettaglio sono diminuite più del previsto su base congiunturale (-0,3%
dopo il -0,2% m/m di maggio), ma sono risalite in termini tendenziali (da +0,1% a +1,7% a/a,
massimo dall’aprile 2014). Il recupero su base annua appare diffuso: le vendite sono in crescita, nel confronto rispetto allo stesso mese dello scorso anno, per tutte le tipologie di esercizio con l’eccezione degli ipermercati (-1,2% a/a; brillano i discount di alimentari: +4,5% a/a) e per tutti i gruppi di prodotti eccezion fatta per elettrodomestici, radio, tv e registratori (-1,1% a/a) e dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni e telefonia (-0,9% a/a); in particolare, fanno segnare un aumento superiore al 3% foto-ottica e pellicole, supporti magnetici, strumenti musicali; giochi, giocattoli, sport e campeggio; altri prodotti (tra cui gioiellerie e orologerie).

CONCLUSIONI

In sintesi, al di là della volatilità su base mensile, il trend per le vendite al dettaglio appare in
sia pur lento miglioramento: nel 2° trimestre, le vendite in termini destagionalizzati sono
aumentate dello 0,4% t/t (da 0,3% t/t nei due trimestri precedenti) in valore e dello 0,2% t/t
(da 0,1% t/t nei due trimestri precedenti) in volume. Ciò segnala un possibile rimbalzo dei
consumi di contabilità nazionale dopo il calo a sorpresa d’inizio anno.



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