Grazie all’autorizzazione del gruppo Class, pubblichiamo l’analisi di Carlo Valentini pubblicata sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi
Il Pontefice non ha intrapreso questo viaggio solamente per porre un sigillo sul successo diplomatico che ha riportato Cuba all’interno della grande famiglia caraibica e sudamericana, in genere cattolica anche se caratterizzata da regimi piuttosto eterogenei. Dopo la riconquista al cattolicesimo (per altro mai sopito) dei Paesi dell’Europa dell’Est da parte di Papa Wojtyla con la sconfitta del forzoso ateismo imposto da Mosca, ora è l’ateismo castrista a uscire sconfitto e il successo vaticano è di non poco rilievo poiché avviene in un Paese-simbolo per molti decenni del comunismo nel cuore dell’Occidente.
Ma la vicenda cubana rischia di porre in secondo piano l’altro importante significato del viaggio di Papa Francesco, quello della riconciliazione. I cattolici americani sono stati traumatizzati dalle rivelazioni degli abusi dei preti sui minori. Una reazione che non è rimbalzata pienamente in Europa: gli Stati Uniti hanno vissuto una sorta di shock collettivo, con appendice di procedimenti giudiziari e di mirabolanti richieste di indennizzo.
Un lungo periodo di disorientamento, che dura tuttora. Non è un caso che la parte cubana del viaggio del Papa sia stata più politica che episcopale, al di là del bagno di folla in occasione della messa celebrata in plaza de la Revolucion. Mentre quella negli Stati Uniti ha una valenza più apostolica, con molte celebrazioni liturgiche e con messaggi che saranno indirizzati direttamente ai fedeli: c’è da riconquistare la fiducia di milioni di cattolici americani, molti dei quali in fuga per colpa degli scandali.
Il Papa sudamericano ha le carte in regola per riuscire a raggiungere questo obiettivo. Non a caso molti suoi interventi, in questi mesi, sono stati calibrati sulla situazione americana. I suoi discorsi, assai duri, sugli abusi verso i minori, erano rivolti in prima istanza agli Stati Uniti e questo viaggio gli servirà per confermare la sua intransigenza e il suo impegno affinché sia fatta pulizia fino in fondo,
Dal Vaticano trapela che in uno dei suoi discorsi pubblici il Papa chiederà perdono per le sofferenze provocate negli anni scorsi ai minori e alle loro famiglie. Un gesto per tentare di chiudere definitivamente un capitolo che tanto ha nuociuto alla chiesa americana (e non solo).