Skip to main content

I 3 messaggi chiari della Fed di Yellen

I mercati hanno chiesto chiarezza al FOMC e, almeno questa volta, l’hanno avuta. A una riunione che non doveva dare grandi novità, il comunicato con due tratti di penna ha fatto riemergere la voce della banca centrale, che si era incagliata nelle incertezze estive.

Il FOMC si è sbilanciato in una direzione chiara e ha riabbassato l’asticella per la svolta entro fine 2015. Il messaggio è univoco e appare in tre parti del comunicato: la valutazione dell’economia rimane positiva, i rischi internazionali non hanno più lo status di minaccia esplicita e autonoma, e una svolta alla prossima riunione è possibile. Il voto è quasi unanime, con il consueto dissenso di Lacker che vorrebbe un rialzo già ora, come noto da mesi.

I punti essenziali del comunicato sono tre.

1) Valutazione dell’economia. Il FOMC trasmette l’opinione che il sentiero dell’economia non è stato modificato da qualche dato recente più debole delle attese, giudicando ancora che la crescita è “moderata”; anzi, si rafforza la valutazione di consumi e investimenti (che ora crescono a ritmi “solidi”). Per quanto riguarda il mercato del lavoro, anche se si registra rallentamento della crescita occupazionale e stabilità del tasso di disoccupazione, si sottolinea la “riduzione della sotto-occupazione da inizio anno”. Per i prezzi, si continua ad attribuire a fattori temporanei (prezzi dell’energia e delle importazioni), la responsabilità per il basso livello attuale dell’inflazione. Implicazione: la svolta si può avvicinare.

2) Scenario e rischi. Il comunicato ridimensiona il ruolo dei fattori esterni come potenziale impedimento a una svolta dei tassi. A ottobre viene stralciata la frase secondo cui “recenti sviluppi globali economici e finanziari possono frenare un po’ l’attività economica e probabilmente mettono pressione verso il basso all’inflazione nel breve termine”. Questa modifica segnala che secondo il FOMC, la potenziale deflagrazione di una crisi globale considerata, a torto o a ragione, un serio rischio a settembre, sembra essere scongiurata. Nei verbali leggeremo quali sono le motivazioni per il cambiamento di status dei rischi internazionali, ma è probabile che fra queste ci siano gli interventi espansivi, effettivi e/o verbali di PBoC, BCE, Riksbank. Il FOMC sembra ritenere che il probabile ulteriore apprezzamento del dollaro conseguente a una divergenza più ampia fra politiche monetarie a livello globale è tollerabile, se le misure attuate dalle altre banche centrali stimolano la crescita domestica delle aree più deboli. Pertanto, si può giustificare il ritorno del focus della Fed sull’evoluzione dei fattori domestici. Insieme al punto 1), il punto 2) apre la porta a una possibile svolta a dicembre.

3) Tempistica della svolta. L’implicazione della valutazione dell’economia USA e dei rischi (punti 1 e 2) è che lo scenario della politica monetaria può contemplare una svolta a breve. Qui c’è il terzo passo del FOMC verso una comunicazione più trasparente. Il comunicato afferma che le note condizioni per la svolta (ulteriore miglioramento del mercato del lavoro e ragionevole fiducia che l’inflazione torni al 2% nel medio termine) saranno valutate alla “prossima riunione”. In un recente scambio di battute, Dudley (NY Fed) aveva detto che non capiva cosa non fosse chiaro nella posizione del FOMC e Taylor (Stanford Univ.) aveva risposto: “stai scherzando? nessuno sa quello che state facendo”.

Il Comitato a ottobre ha cercato di cancellare le tracce di confusione che aveva disseminato. Il comunicato dipinge un quadro coerente con una possibile svolta a dicembre, pur sempre soggetta all’evoluzione dei dati. Molte informazioni sul dibattito che ha portato al comunicato di ottobre si avranno fra tre settimane con i verbali, che daranno anche una misura del consenso per un possibile rialzo a dicembre. Tuttavia, il voto quasi unanime sul testo di ottobre rivela almeno che anche i partecipanti più cauti sono d’accordo sul fatto che a dicembre sia opportuno discutere di un rialzo. Anche questo è un messaggio, che indica maggiore coesione rispetto a quanto registrato fino a solo pochi giorni fa. Nella prossima settimana ci sono ben dieci interventi di partecipanti alla riunione che daranno una prima misura del consenso sulla sostanza del messaggio, a cui si aggiungerà la pubblicazione dei principali dati del mese di ottobre (employment report, indici ISM). La porta per un rialzo a dicembre è aperta.


×

Iscriviti alla newsletter