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Adr, Sea e non solo. Cosa sta succedendo negli aeroporti italiani

I capitali arabi entrano sempre più nel sistema di trasporto aereo italiano assumendo il ruolo di soggetti guida. Dopo l’ingresso di Etihad (Abu Dhabi) in Alitalia, è la volta di Emirates (Dubai) che  con l’acquisizione dalla Sea, attraverso la controllata Dnata, del 30% di Airport Handling diverrebbe compagnia di riferimento di Malpensa, tanto più se si sviluppassero i collegamenti intercontinentali in cantiere con Los Angeles e Città del Messico. Si affaccia allo shopping in Italia anche Qatar Airways che mira all’acquisto di Meridiana e forse anche dell’aeroporto di Cagliari.

Emirates è il vettore in questo momento più dinamico che potrebbe far fronte agli effetti negativi del dehubbing di Alitalia su Malpensa, sostituendo quella che era la “compagnia di bandiera” del nostro Paese. Il progetto di sviluppo prenderebbe definitivamente corpo con una dimensione di tutto rilievo se il governo autorizzasse la cosiddetta “quinta libertà”, una specie di “metropolitana dei cieli”, cioè la possibilità di voli che partendo dall’Australia passano da Asia e Medio Oriente per arrivare a Malpensa e, da qui, approdano nelle Americhe. Questo sarebbe un contributo decisivo per il  rilancio di Malpensa, il cui potenziale è ancora insufficientemente utilizzato in termini sia di volumi che di valore del traffico passeggeri.

Basti pensare che mentre Linate con 9 milioni circa di passeggeri ha raggiunto un tetto oggettivamente insuperabile per motivi anche ambientali, lo scalo varesino, che con un  traffico di circa 18 milioni di passeggeri potrebbe accoglierne 30 milioni, ha un tasso di saturazione di circa il 60%. Se poi si aggiunge che a Malpensa sono venuti a mancare i voli intercontinentali, i più appetibili da un punto di vista tariffario e che creano un indotto rilevante, si capisce che importanza rivesta  l’obiettivo di rilancio di questo sito aeroportuale.

Con la fine di Expo dovrebbe essere  anche rivisitato il “decreto Lupi” che ha consentito ad Alitalia-Etihad di dirottare, verso destinazioni europee, i diritti di volo da e per la Capitale e ha permesso ad altre compagnie di spostare su Linate voli programmati  da Malpensa. E’ importante sapere cosa accadrà di tutto ciò perché questo influirà anche sulla nostra ex “compagnia di bandiera“ che sembra non passare momenti particolarmente felici  per gli inconvenienti registrati a Fiumicino.

Novità annunciate anche in AdR, la società degli aeroporti di Roma dove si annuncia la cessione del 15% da Atlantia ai cinesi di Gingko Tree che potrebbero stringere un’intesa con Adia, il fondo sovrano di Abu Dhabi, destinatario potenziale di un altro 15% di AdR.

Nel frattempo è stato annunciato il progetto di fusione della SeA con la Sacbo di Bergamo e il successivo collocamento in Borsa della nuova società.. Poiché il concambio tra Sea e Sacbo sarebbe inevitabilmente a forte favore dei “milanesi”, il governatore Maroni si è detto disponibile ad entrare in società (si parla di un 15%) per svolgere funzioni di garante fra le varie realtà lombarde, che oltre a Milano, Varese e Bergamo comprendono anche Brescia, con la spinosa questione dell’aeroporto di Montichiari.

In scena è comparsa  anche Ryan Air, la compagnia di gran lunga più importante a Orio al Serio ( socio occulto ma non silente) per mandare, nel timore di aumenti tariffari, un segnale di minaccia paventando un ipotesi di abbandono dell’aeroporto bergamasco. Non è charo peraltro dove potrebbe trasferirsi ( a Montichiari?) la compagnia irlandese low cost. Per questo è indispensabile che i proprietari, pubblici e semipubblici, rispondano con fermezza così come sarebbe auspicabile un management SeA più aggressivo e determinato.

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