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Che succede tra Casse previdenziali e governo?

Subbuglio tra governo e casse previdenziali. Da una parte dall’esecutivo giunge l’auspicio che gli investimenti delle casse previdenziali siano convogliati sempre più verso l’economia reale e non solo su immobili e finanza; dall’altra le burocrazie ministeriali pare non seguano del tutto gli indirizzi politici.

E’ quello che si vocifera in maniera allarmata tra addetti ai lavoratori e operatori del settore.

LE RECENTI PAROLE DI PADOAN

Più volte anche negli ultimi giorni dall’esecutivo sono giunte parole chiare. La scorsa settimana il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, infatti ha spronato i fondi e le casse previdenziali a investire di più in Italia: “L’Italia è un buon posto per investire e oggi è un buon momento per farlo”, ha detto Padoan osservando che la percezione del rischio è scesa in Europa ed è invece aumentata verso le economie emergenti come Cina e Brasile: “Se ci sono Paesi in cui le prospettive di crescita a lungo termine vanno migliorando questi sono i Paesi in cui è più interessante investire e l’Italia vi rientra”, ha proseguito durante un convegno sulla previdenza.

LA LEGGE DI STABILITA’

Da mesi l’esecutivo – ha ricordato il titolare del Tesoro – cerca di canalizzare sul mercato domestico il risparmio gestito. Ad esempio la legge di Stabilità del 2015 riconosce sconti fiscali ai fondi pensione e alle casse di previdenza che impiegano la raccolta in investimenti selezionati dal Tesoro, ha ricordato la Reuters.

LO SCHEMA DI DECRETO

A questo input non corrispondono le azioni dell’amministrazione. Secondo la ricostruzione di Formiche.net, c’è una bozza di decreto del ministero dell’Economia – in attesa di registrazione al Consiglio di Stato – che regola gli investimenti delle Casse previdenziali che non seguirebbe del tutto l’indirizzo auspicato del governo. Il decreto in cantiere prevede disposizioni “in materia di investimento delle risorse finanziarie degli enti previdenziali, dei conflitti di interesse e di depositario”.

IL GIUDIZIO DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE

Per questo sarebbero in corso pour parler per modificare lo schema di decreto, sulla scia di quanto sottolineato anche da Lello Di Gioia, presidente della Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. “Non condividiamo l’impostazione dello schema di decreto in quanto limiterebbe l’intervento nell’economia reale”, ha sottolineato Di Gioia.


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