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Chi trainerà l’industria tedesca dopo lo scandalo Volkswagen

Vi sono motivi per rimanere positivi sulle prospettive di crescita dell’economia tedesca sull’orizzonte di previsione. Il dettaglio settoriale dalle indagini di fiducia suggerisce che saranno i servizi privati ed il commercio al dettaglio, settori tipicamente legati alla dinamica della domanda interna, a sostenere l’attività produttiva.

I dati sulle vendite al dettaglio di luglio e agosto indicano una crescita del consumi di beni al netto dell’auto dell’1,0% t/t ni mesi estivi dopo il calo di 0,3% t/t del 2° trimestre. Le prospettive per i consumi di beni rimangono più che favorevoli nei prossimi 18 mesi dal momento che i fondamentali sono ancora ampio supporto. Il calo del prezzo del greggio verificatosi nel 2015 (in media -44%) e la previsione di aumento di soli 3 dollari nel 2016 dai 55 dollari attesi nel 2015, dovrebbe generare risparmi per famiglie e imprese per circa lo 0,4% del reddito disponibile. Il calo del prezzo del petrolio è stato trasferito per il 20% ai prezzi finali, dovrebbe, quindi, esservi ancora impulso dal calo del prezzo del greggio per la dinamica dei consumi nei prossimi mesi.

Ulteriore sostegno dovrebbe venire da condizioni finanziare ampiamente espansive e da una crescita del reddito disponibile intorno all’1,3% -1,5% nel 2016. Le retribuzioni dovrebbero continuare a crescere intorno al 2,3%9 e gli occupati di 0,5% sull’orizzonte di previsione. Il potere d’acquisto delle famiglie sarà in parte eroso dalla risalita dell’inflazione all’1,6% nel 2016 dal +0,4% stimato per l’anno in corso.

Ulteriore supporto alla crescita della domanda interna dovrebbe venire da un’accelerazione del ciclo degli investimenti fissi al 2,7% nel 2016 dal 2,2% del 2015. Gli investimenti in macchinari dovrebbero tornare a crescere in media di 0,9% t/t a trimestre sull’orizzonte di previsione, dopo il calo dei mesi primaverili, dato l’elevato utilizzo della capacità produttiva (ormai al di sopra della media di lungo termine), la crescita solida del margine operativo lordo nella prima metà del 2015, condizioni al credito ultra espansive. Confermiamo, quindi, una stima di crescita della spesa in macchinari del 3,5% nel 2015-16, ma vi è il rischio che la spesa delle imprese sia frenata dell’elevato grado di incertezza geopolitica e dalla mancanza di visibilità sull’andamento della domanda globale. Gli investimenti in costruzioni sono attesi in crescita ancora ad un ritmo solido (da 0,7% nel 2015 a 1,6% nel 2016, anche se meno rispetto al periodo 2011-14), dato l’andamento di permessi e ordini nel comparto residenziale e la relativa profittabilità dell’investimento immobiliare all’attuale di tassi e il potenziale aumento di domanda abitativa nei prossimi anni.

Il margine di incertezza sulle stime di crescita del PIL tedesco 2015-16 è piuttosto ampio dato il grado di integrazione dell’economia tedesca nella catena produttiva mondiale e la specializzazione dell’export in macchinari, potenzialmente più vulnerabili ad un rallentamento della domanda dagli emergenti. Inoltre l’elevato grado di incertezza geopolitica e gli eventi domestici recenti potrebbero pesare sulla fiducia di imprese e famiglie e sulle decisioni di spesa.

Ma vi è ampio margine dalla politica fiscale per smussare con misure di stimolo della domanda interna eventuali sorprese negative dal ciclo internazionale e/o shock settoriali. Il saldo di bilancio ha chiuso il 2014 con un surplus di 0,5% che ci aspettiamo sarà mantenuto sull’orizzonte di previsione. L’aumento di spesa sarà in larga misura coperto da una dinamica più sostenuta delle entrate per effetto della ripresa ciclica e dal risparmio della spesa per interessi (nell’ordine di 10 miliardi di euro, 0,4% del PIL secondo le stime della Bundesbank). Il rapporto debito/PIL è atteso in calo al 71% nel 2016 dal 74,7% nel 2014. Nonostante un allentamento della politica fiscale sia auspicabile, la tendenza, al netto degli effetti del ciclo, nel 2015-16 è solo moderatamente espansiva dal momento che il saldo strutturale è atteso peggiorare solo marginalmente a 1,0% da +1,2% del 2014 stimato dalla Commissione UE in primavera. La Bundesbank, nel bollettino di agosto, ha ampiamento criticato la politica fiscale del governo federale e gli obiettivi poco ambiziosi di riduzione del debito viste le sfide demografiche di medio periodo.

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