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Cosa fare in Borsa

Essendo un economista francese con sede a Londra, mi sono sempre interessato ai punti di vista contrari del mio collega inglese che attualmente lavora a Parigi, David Finch dell’Ideas Team di Exane BNP Paribas, che si occupa delle nostre liste d’investimento tematiche. E dato che David a volte mi mette sotto pressione per ottenere delle interviste per le sue pubblicazioni, questo week-end mi sono preso la rivincita interrogandolo sulle tematiche attuali del mercato azionario … Una tempistica che mi sembra perfetta alla luce della correzione del mercato azionario nel terzo trimestre e del recente rimbalzo, in particolare delle commodity.

POB: “Nel 3° trimestre, le azioni con un comportamento simile alle obbligazioni (bond-like equity) hanno sovra-performato il mercato mentre le commodity, il settore bancario e le azioni esposte ai mercati emergenti hanno sofferto. Come tutto ciò ha influenzato le tue liste d’investimento ed in particolare quella esposta ai consumi emergenti?”

DF: “La nostra esposizione a titoli “bond-like equity” ha contribuito in modo significativo alla sovra-performance dei nostri portafogli quest’anno. In particolare è sorprendente la buona tenuta della selezione Emerging Consumer, una selezione che si focalizza sulla crescita di lungo termine del consumo dei paesi emergenti, trainata dall’aumento demografico e dall’urbanizzazione. Abbiamo in portafoglio titoli come Unilever, SEB, Inditex e BAT, titoli che rientrano nella categoria “bond-like equity” e che presentano un’elevata esposizione ai paesi emergenti, ed è stata questa loro prima caratteristica ad influenzare la loro performance piuttosto che l’ultima. Siamo anche rimasti leggermente sorpresi del fatto che il mercato non abbia reagito ulteriormente per via della loro esposizione di breve termine alle valute emergenti e del conseguente impatto sugli EPS trimestrali. I casi sono due cioè il mercato è stato insolitamente maturo su questo argomento o si è risparmiato un capriccio prima della earning season. Lo scopriremo presto”.

PO: “Anche la tua lista M&A ha messo a segno una performance straordinaria quest’anno. Tenuto conto del recente rialzo della volatilità, pensi che tale selezione vanti ancora un potenziale upside per i prossimi mesi?”

DF: La nostra lista M&A ha sovra-performato il mercato europeo quest’anno, un risultato che ci dà soddisfazione ma che allo stesso tempo appare leggermente allarmante. Abbiamo in portafoglio tre società che hanno ricevuto un’offerta: AVEVA, Italcementi e LEG Immobilien. Siamo anche esposti a SAB Miller, società che dovrebbe ricevere un’offerta al più presto. Nel corso degli ultimi vent’anni, il ciclo M&A ha semplicemente seguito e amplificato il ciclo del mercato azionario, trasformandosi in uno stile d’investimento a beta particolarmente elevato. Tale situazione sembra essere cambiata con l’avvento di tassi bassissimi sui prestiti, di una crescita debole e di assenza di incentivi alle imprese per investire in capitale. Le operazioni di M&A sono diventate un’opzione per sfuggire alle prospettive di bassa crescita organica in un’economia debole. Non vedo nessun indizio che mi possa portare a pensare che questa situazione economica possa cambiare nel breve periodo quindi mi aspetto che il ciclo M&A rimanga abbastanza solido. Il trucco consiste nel selezionare dei possibili target il cui business possa sopravvivere alla debolezza dell’economia prima che ricevano un’offerta. Per questa ragione quest’anno abbiamo ribilanciato il nostro portafoglio in modo da concentrarci maggiormente sulle società che ci piacciono per motivi fondamentali e su cui un’eventuale offerta costituirebbe un ulteriore upside. E finora ha funzionato !

PO: “Da un punto di vista di redditività, pensi che le azioni possano essere interessanti come strumento per generare rendimento in un contesto con bassi tassi d’interesse?”

DF: E’ stato un tema che abbiamo spinto particolarmente all’inizio di quest’anno e che ha funzionato bene fino al rimbalzo dei tassi a lungo termine dell’eurozona in primavera. Tuttavia da allora la selezione ha recuperato abbastanza bene e il nostro portafoglio Dividend Growth sovra-performa il mercato azionario europeo. Ma l’acquisto di azioni per generare un reddito elevato è ovviamente un gioco pericoloso e deve essere affrontato con cautela. Glencore (che non abbiamo più in portafoglio) ne è un perfetto esempio: il titolo indicava una redditività del 6% ad inizio anno per passare successivamente al 15% prima di crollare da un giorno all’altro. Per tal motivo nel nostro portafoglio Dividend Growth sono presenti azioni con una bassa sensibilità economica limitata, bilanci molto solidi e modelli di business altamente regolamentati.

PO: “Come ultima domanda, qual è in questo momento la strategia contraria da te privilegiata?”

DF: Nel nostro portafoglio Deep Value abbiamo recentemente aumentato in modo significativo l’esposizione al settore delle materie prime con l’ingresso di Antofagasta e Glencore. Tra Mining e Oil & Gas abbiamo il 30% del portafoglio attualmente esposto alle risorse naturali. Siamo stati fortunati in quanto abbiamo finanziato questa riallocazione attraverso la vendita di tutti i nostri titoli legati al settore automobilistico prima dello scandalo VW. La mia sensazione è che ora abbiamo riassorbito l’idea del boom dei prezzi delle materie prime guidato dalla Cina, con il Bloomberg Commodities Index (BCOM) odi nuovo ai livelli della metà degli anni novanta. Per avere successo nell’investimento in titoli Value si devono fare alle volte delle scommesse contro-cicliche e trattenere il respiro. Ritengo che le commodity e le azioni riflettano la stima di una forte recessione globale. Fidandomi del tuo ottimistico outlook economico globale, ho dunque scommesso su tali titoli e sarà colpa tua se non dovesse funzionare!

PO: Grazie David! E’ tardi stasera per dei vecchi come noi, ma che ne dici di farci un bel bicchiere di birra vino francese ora?

DF: Se offri tu, prenderò “una pinta” di Bâtard-Montrachet!


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