La manifestazione milanese sta per terminare e, con l’investimento nelle scorse settimane degli ultimi due milioni in pianificazione pubblicitaria, si accinge ad arrivare a toccare il tetto dei venti milioni di visitatori in sei mesi di esposizione universale. Un risultato certamente in controtendenza rispetto allo scetticismo complessivo che ha anticipato l’inizio di questo grande evento che, alla fine, si è rivelato, oltre che un successo per la mole di visitatori, anche una grande opportunità per tutti coloro che a vario titolo operano nel mondo della comunicazione.
COSA LASCIA A CHI
Le esigenze quotidiane dei vari spazi espositivi e del programma della manifestazione hanno consentito ad agenzie grandi e piccole, a professionisti e giornalisti, fino agli studenti universitari o a giovani in cerca di un percorso, di potersi ritagliare uno spazio. E l’effetto non si è limitato solo a chi ha la propria orbita su Milano. L’intero sistema ne ha beneficiato in vario modo grazie a eventi collaterali, visite organizzate e un interesse mediatico generale. E adesso che Expo sta per terminare, mentre sui quotidiani tiene banco il dibattito sul futuro dell’area che ha ospitato la manifestazione, cosa resta ai tanti che in questi mesi hanno percorso decine o centinaia di volte il cardo e il decumano per portare avanti le proprie attività e iniziative?
ORGOGLIO E CRESCITA
Al netto di qualsiasi polemica o critica da parte dei sempre presenti detrattori (siamo in Italia del resto) di sicuro resta l’orgoglio di aver partecipato a un evento difficilmente ripetibile nel nostro Paese nel corso di una vita, e anche di essere stati un piccolo ingranaggio all’interno di questa complessa macchina. Professionalmente resta la crescita data dal confronto con innumerevoli realtà, ciascuna con i propri obiettivi ed interessi, raccolte in uno spazio ristretto e frenetico entro il quale riuscire a gestire e convogliare le attività richieste. Spesso con tempi contingentati e difficoltà logistiche da affrontare.
E POI?
L’obiettivo ora deve essere quello di concentrarsi sul dopo Expo e anziché guardare con nostalgia i sei mesi passati, si si deve capire come poter fare tesoro dell’esperienza acquisita e mettendola a fattore comune per lo sviluppo di nuove idee e iniziative.
Con questa consapevolezza é necessario affrontare i prossimi mesi, lavorando per costruire nuove opportunità in grado di generare un valore aggiunto, magari guardando anche oltre i nostri confini nazionali. Le prossime edizioni di Expo2017 ad Astana in Kazakistan ed Expo2020 a Dubai non sono poi così lontane se pensiamo che il 2008 e le immagini dell’assegnazione della kermesse a Milano sembrano ieri.
IL PROSSIMO TEMA PER IL PROSSIMO EXPO?
E allora perché non iniziare subito a lavorare su idee legate al tema che sarà protagonista dell’edizione che si svolgerà ad Astana (appuntamento detto “internazionale” perché inframezza con una manifestazione di tre mesi le esposizioni “universali”)? Il dibattito cui hanno già aderito 120 Paesi sarà sull’Energia del Futuro. Quante eccellenze italiane avrebbero molto da comunicare ed esporre sul tema? In attesa poi di “collegare le menti, creare il futuro” che sarà il tema portante di Dubai 2020, l’edizione più ricca, tecnologia e, a detta degli organizzatori, più sostenibile di sempre. E non è difficile immaginare che in tale occasione ci saranno ampi spazi e risorse per chi avrà investito tempo ed impegno nella ricerca di attività da svolgere all’interno della manifestazione.
E con in mente l’orizzonte di questi appuntamenti risulta più semplice trovare motivazioni e idee che possano dare continuità a chi ha vissuto un’esperienza positiva durante il semestre milanese, affinché la cerimonia conclusiva del 31 ottobre non sia più un punto di arrivo ma un punto di partenza.