L’azienda dei computer Dell ha comprato l’azienda del data storage Emc con un’operazione da 67 miliardi di dollari in contanti e azioni: è il più grande takeover di sempre nell’industria tecnologica. Ma è un accordo rivoluzionario per il settore o crea un’elefantiaca struttura con scarse capacità di essere innovativa?
L’ANNUNCIO
In una telefonata con investitori e analisti, Michael Dell ha detto che la fusione con Emc è una scelta sensata perché le due imprese hanno attività complementari: Emc ha prodotti per i grandi clienti, Dell ha una presenza più forte sui mercati delle imprese medio-piccole.
L’accordo, come si legge nel comunicato ufficiale, prevede che Dell, rappresentata dai suoi proprietari, ovvero “Michael S. Dell, fondatore, chairman e chief executive officer of Dell, MSD Partners e Silver Lake”, comprino Emc Corporation. Questa possiede l’80% di VMware, la specialista della virtualizzazione, che resterà un’azienda quotata. “Si uniscono così i principali innovatori della trasformazione digitale, del software-defined data center, cloud ibrido, infrastruttura convergente, mobile e sicurezza”, continua la nota, dando vita alla “più grande azienda tecnologica integrata non quotata in Borsa”.
“La nostra nuova azienda avrà un posizionamento eccezionale per crescere nelle aree più strategiche dell’It di nuova generazione”, ha ribadito Michael Dell. Joe Tucci, presidente e Ceo di Emc, ha aggiunto che oggi i cambiamenti nel settore hitech sono “senza precedenti” e per questo occorre creare una “nuova azienda per la nuova era”.
I TERMINI DEL DEAL
Il prezzo concordato da Dell di 33,15 dollari ad azione rappresenta un premio del 28% rispetto al prezzo di chiusura di Emc la scorsa settimana. Dell intende finanziare l’operazione con una combinazione di azioni comuni da parte di Michael Dell, MSD Partners, Silver Lake e Temasek, emissione di titoli, prestiti e contante che ha già disponibile. Nel dare notizia dell’imminente accordo poche ore prima dell’annuncio ufficiale, Bloomberg scriveva che, secondo alcune indiscrezioni, Dell stava trattando con le banche per mettere insieme almeno 40 miliardi di dollari per finanziare l’acquisizione.
Dell (che ha già 12 miliardi di debito) ha assicurato che ha tutto sotto controllo, ma per Re/code si tratta di “una scommessa rischiosa sui mercati del debito visto che gli Stati Uniti attendono un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve”. Secondo alcuni esperti, Dell potrebbe vendere parte della quota in VMware che acquisisce con Emc per finanziare il massiccio accordo, anche se per ora un portavoce dell’azienda ha chiarito che l’intenzione è di “mantenere l’attuale struttura intatta”. L’operazione dovrebbe chiudersi tra maggio e ottobre 2016.
Joe Tucci resterà chairman e Ceo di Emc finché l’acquisizione non sarà completata. Dopo, sarà Dell a guidare la nuova entità come presidente e Ceo, mentre Tucci, 68enne, potrebbe anche ritirarsi visto che da anni pensava di lasciare. I quartieri generali di Dell resteranno a Round Rock, Texas; quelli delle attività combinate saranno a Hopkinton, Massachusetts.
IL PRESSING DELL’HEDGE FUND
Emc aveva già fatto sapere a fine anno scorso che stava esplorando “opzioni strategiche” (sempre l’anno scorso Hp aveva discusso con Emc una possibile acquisizione, poi sfumata). Gli investitori pressavano perché il colosso del data storage ridesse valore al suo titolo e l’hedge fund attivista Elliott Management, che ha acquistato una quota di circa il 2% in Emc, insisteva perché Emc si separasse in due società distinte, procedendo allo spin off di VMware. Un accordo stretto a gennaio tra Elliott e Emc che ha impedito al fondo di fare pressioni su Emc è scaduto lo scorso mese. All’annuncio dell’acquisizione da parte di Dell, Jesse Cohn, Senior Portfolio Manager di Elliott, ha dichiarato che Elliott “è molto favorevole” al deal.
Come parte dell’accordo, Emc avrà fino a 60 giorni per cercare un’offerta migliore da altri potenziali interessati a comprarla: anche se è difficile che qualcuno offra di più, questa clausola, detta di “go-shop”, è una mossa preventiva per evitare scontri proprio con Elliott. Al quale già così l’accordo porta un profitto di circa il 20%.
LE TRASFORMAZIONI DI DELL
La fusione arriva circa dopo due anni che Michael Dell ha deciso di togliere la sua azienda dalla Borsa con un’operazione di buyout da 25 miliardi di dollari da parte dello stesso fondatore Dell e del fondo Silver Lake. Da allora Dell si è concentrata su uno spostamento strategico della sua attività: dai personal computer, il core business tradizionale, verso aree come storage e sicurezza. Comprando Emc, Dell cementa questo processo di transizione da un’azienda con prodotti prettamente consumer a fornitore di tecnologie per grandi imprese. Così diventa idealmente concorrente di colossi come Ibm, Hp, Cisco, Oracle, forse anche Huawei. L’impatto sui concorrenti potrebbe essere pesante, concordano gli analisti; in particolare, l’ingresso deciso di Dell nel settore enterprise potrebbe colpire Hp, nota Charles King di Pund-IT.
UN MERGER COMPLESSO
Il deal Dell-Emc vale il doppio del più grande accordo hitech realizzato fino ad ora, ovvero quello tra Compaq e Hp, valutato 33,4 miliardi di dollari (il terzo in ordine è l’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook, 19 miliardi). Lo storico sodalizio Time Warner-Aol fu maggiore ma Time Warner non era considerata una tech company allora, nota Business Insider. Prima dell’annuncio Dell-Emc, la palma d’oro del deal più costoso nel mondo hitech spettava al merger, ancora in attesa di approvazione, tra Broadcom e Avago, che vale 37 miliardi.
La fusione sarà complessa e costosa da realizzare, data la dimensione delle due aziende e le molteplici attività che conducono, ma è ovvio che in vista ci sono dei potenziali vantaggi, in particolare la possibilità di rimettere in marcia rami di business colpiti dai nuovi trend tecnologici e da nuovi concorrenti.
Dell, Emc e VMware devono fronteggiare innanzitutto la competizione dei servizi cloud offerti da colossi basati solo su Internet, come Amazon, che costano poco e raggiungono bacini enormi di clienti. Dell soffre anche del continuato calo sul mercato dei Pc. Ancora, software gratuiti come Hadoop, che gira su server “commodity”, hanno un impatto negativo sull’attività di storage e data processing di Emc, perché molti clienti scelgono opzioni basilari e low cost invece di prodotti software e hardware più costosi. Quest’estate Emc aveva già annunciato un piano di taglio dei costi da 850 milioni di dollari.
QUALE IMPATTO PER L’INDUSTRIA HITECH
“Questo è un accordo storico che avrà ramificazioni estese su tutto il panorama tecnologico per anni”, ha scritto Daniel Ives, analista di FBR & Co, in una nota ai clienti. “Dell si è trasformata da azienda dei Pc in fornitore di server e ora Emc la aiuta a proseguire nel suo cambiamento”, osserva Bryan Ma, analista di Idc a Singapore.
“Le aziende tecnologiche di vecchia generazione non hanno altra scelta che usare il muscolo finanziario per far felici gli azionisti in un’era di enormi cambiamenti tecnologici”, ha commentato più scettico Matt McIlwain, managing director di Madrona Venture Group, società che ha investito in Isilon, poi acquisita da Emc, e in altre start up dello storage che sono concorrenti di Emc. Per McIlwain il mega-merger non fa paura alla “nuova generazione di innovatori”.
Del resto, osserva Bloomberg, questo merger che crea un colosso dell’enterprise computing va contro i trend attuali del mondo tecnologico in cui le aziende cercano di snellirsi per concentrarsi su specifici rami di attività: non a caso Hp prepara la sua divisione in due società e eBay lo ha già fatto a inizio anno. Dell e Emc sono già partner e hanno culture complementari ma fondere le loro gigantesche aziende non sarà compito da poco e, osservano alcuni, potrebbe nascerne un colosso troppo lento nel prendere decisioni e sviluppare nuovi prodotti in un panorama hitech che invece corre molto veloce. Proprio il fatto che le due aziende sono già partner e Dell vende prodotti Emc rischia di limitare l’impatto che l’accordo produrrà sul mercato tecnologico.
Altri osservatori vedono maggiori vantaggi. Comprando Emc, Dell ha accesso a una forza vendita nota per la capacità di “vendere il ghiaccio al Polo Nord”, scrive PcWorld, mentre Emc entra sul mercato delle imprese medio-piccole. “Insieme, le due aziende avranno una libertà dalle pressioni del mercato che Hp si sogna“.
“L’industria tecnologica è nel mezzo di una trasformazione epocale”, dice Crawford del Prete, executive vice president di Idc. “Non la si può affrontare con decisioni di breve periodo”. E se Dell e Emc cercano di rafforzarsi unendo i team per vincere la sfida della digital transformation proprio mentre Hp si divide, questo “potrebbe dare a Dell-Emc l’opportunità di catturare alcuni dei suoi clienti”, secondo Charles King di Pund-IT. “Il merger arriva proprio nel momento peggiore per Hp“.
Il cuore di questo accordo, aggiunge Glenn O’Donnell, analista di Forrester, sono i data center aziendali, che sempre più imprese abbandonano a favore di servizi su cloud. “E’ vero che l’accordo non porta Dell direttamente nel mondo del cloud”, nota O’Donnell, “ma le aziende continueranno a comprare molti dei prodotti di Emc anche in futuro. Un mercato che si riduce non è una buona notizia per le aziende quotate come Emc, ma per Dell che non è più in Borsa è sempre una fonte di guadagno molto appetibile”.