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Ecco come Hp, Ibm e Cisco scrutano la coppia Dell-Emc

L’ingresso deciso di Dell sul mercato enterprise, conseguenza della mega-fusione con Emc, cambierà il panorama competitivo. Hp, che si prepara a separarsi in due società, è l’azienda più citata come concorrente che soffrirà l’impatto del nuovo colosso, ma non è l’unica.

MEG WHITMAN: IL MERGER E’ UN VANTAGGIO PER HP

Dal 1 novembre, come deciso fin dall’anno scorso, Hp si dividerà in Hp Inc. e Hewlett-Packard Enterprise (Pc e stampanti da un lato, hardware e servizi per i clienti corporate dall’altro), due società separate e quotate in Borsa separatamente.

Il nocciolo della questione è: per essere competitivi nel mondo hitech di oggi è meglio essere grandi (Dell-Emc) o più piccoli e focalizzati (Hp Enterprise)? Meg Whitman, Ceo di Hp Enterprise, non ha dubbi: il colosso che sta per formarsi ha i piedi d’argilla. In un messaggio inviato a tutti i dipendenti la Ceo ha scritto con toni di grande sicurezza: “Lasciate che spenda qualche momento per spiegarvi perché ritengo che l’acquisizione di Emc da parte di Dell per 67 miliardi di dollari sia una buona notizia per Hewlett Packard Enterprise e un’opportunità per noi. Si tratta anzi di una conferma della validità della strategia che stiamo seguendo e non sarei sorpresa che altri tentassero di emularla. Ma noi siamo due anni avanti e per gli altri sarà difficile raggiungerci”.

La Whitman passa quindi a qualche dato di “contesto” per far capire che il mega-merger dei rivali di Hp potrebbe tradursi in un’operazione disastrosa. Tanto per cominciare, la nuova entità si ritroverà con “un debito di 50 miliardi di dollari e Dell dovrà sborsare circa 2,5 miliardi all’anno solo di interessi”. E sono 2,5 miliardi che dovranno essere sottratti, nota la Whitman, ad attività “business critical” come la ricerca e sviluppo, minando la capacità della nuova azienda di servire al meglio i clienti.

Secondo punto, l’integrazione tra Emc e Dell, che insieme fatturano 75 miliardi di dollari e hanno quasi 200.000 dipendenti, sarà un’impresa e rappresenterà una “enorme distrazione per dipendenti e manager”, impegnati a far incontrare culture diverse e a sviluppare strategie.

Anche mettere insieme i portafogli dei prodotti sarà un compito complesso e creerà “confusione nei clienti” di Dell e Emc, dice la Whitman. “I clienti non sapranno se i prodotti che comprano oggi da Dell o da Emc saranno ancora supportati tra 18 mesi”.

Tutto questo contrasta con il “percorso” di Hp per creare “due nuove aziende focalizzate. Noi siamo organizzati, abbiamo un bilancio solido e un potente motore di innovazione. Sfruttiamo il momento”.

Resta da vedere se Hp si sta specializzando o “frammentando”, come osserva Charles King, analista di Pund-IT, e che cosa penseranno i suoi azionisti ora che il Ceo di Emc Joe Tucci ha reso noti i dettagli delle trattative con Dell per l’acquisizione e mostrato che Emc ha con determinazione respinto il sodalizio con Hp, che pure era sul tavolo l’anno scorso, per scegliere Dell.

LO SCETTICISMO DI GINNI ROMETTY

Che l’integrazione tra Dell e Emc non sia uno scherzo è sotto gli occhi di tutti: l’enorme debito, la capacità del nuovo colosso di restare in qualche misura “agile”, di saper sfruttare la forza vendita di Emc e rispondere alla domanda del mercato sono alcune delle sfide.

Tuttavia sono molti anche gli analisti che pensano che l’impatto sulla concorrenza, e non solo per Hp, sarà pesante. Con Emc, Dell può competere oltre il mercato delle Pmi allargandosi a quello dei prodotti enterprise di fascia alta, il mercato in cui operano Hp, Cisco, Ibm, Oracle, in parte anche la cinese Huawei, nota Glenn O’Donnell, analista di Forrester, pur osservando che Ibm potrebbe conservare un vantaggio perché sta investendo molto in piattaforme software e intelligenza artificiale, una direzione “futuristica”.

Proprio la Ceo di Ibm Ginni Rometty ha commentato l’accordo Dell-Emc sottolineando che è concentrato esclusivamente sull’hardware, mentre per Ibm l’hardware rappresenta solo il 10% del fatturato e i servizi cloud e Big data diventano sempre più importanti. La Rometty non ha nascosto quel che pensa del mega-merger tra i suoi rivali: “A qualcuno interessa la dimensione, a noi no”, ha detto. E ha aggiunto che per lei non cambia niente: Ibm decide la sua strategia in base “a ciò che Ibm ritiene giusto, non in risposta a quello che fanno i concorrenti”.

LA SCOMODA POSIZIONE DI VMWARE

Altro discorso è quello che riguarda VMware, azienda all’80% di Emc, che Dell acquisisce ma lascerà come azienda quotata. VMware gode oggi di un forte ecosistema e un’estesa base clienti. Come parte di Emc, per VMware è stato facile sviluppare questo ecosistema: Emc non le faceva concorrenza perché non produce server e VMware ha potuto costruire partnership con i vari produttori di server. Con Dell è tutta un’altra storia. Dell è un gigante dei server, in concorrenza con Lenovo, Ibm, Cisco, Hp.

Aidan Finn, veterano del server management, ha scritto nel suo blog: “Ora Hp, Ibm, Lenovo o Cisco vorranno legarsi a Dell su virtualizzazione e private cloud? Io non vorrei! Credo che vedremo favorito il source cloud nelle grandi aziende e i prodotti Microsoft. Acquisire VMware potrebbe non essere così vantaggioso per Dell; VMware era già preoccupata dalla minaccia del public cloud (Google, Microsoft, Amazon) e del private cloud open source e ora il rischio di essere marginalizzata perché acquisita dal produttore di server numero due al mondo non aiuterà per niente”.

Proprio riguardo alle alleanze di VMware, l’azienda, insieme a Emc, è partner di Cisco da sei anni in una società chiamata VCE, che vende sistemi per infrastrutture convergenti. Dell e Emc hanno assicurato che la partnership continuerà, anzi diventerà più forte (e anche il Ceo di Cisco Chuck Robbins ha garantito che non ci sarà nessun “bagno di sangue” per Vce), ma ovviamente ora che Emc (e VMware) sono di Dell, e Dell produce server e attrezzature di rete, molti si chiedono se Dell non vorrà favorire i suoi prodotti su quelli di Cisco. O’Donnell di Forrester non ha dubbi: “VCE ha le ore contate”.

I COLOSSI HITECH SONO TUTTI MORTI?

Ma in fin dei conti, la battaglia dei grandi colossi dell’hitech non porterà da nessuna parte. Perché questi colossi sono già degli zombie. Lo ha scritto Wired e per dimostrarlo mette in fila due eventi che sono stati contemporanei all’annuncio della fusione Dell-Emc: primo, la quotazione in Borsa di Pure Storage, startup della Silicon Valley che vende un nuovo tipo di hardware per conservare enormi quantità di dati digitali; secondo, l’introduzione da parte di Amazon di una nuova gamma di servizi di cloud computing per gestire enormi quantità di dati senza nemmeno necessità di possedere l’hardware.

Che cosa vuol dire questo per Wired? Che aziende come Emc, o Dell-Emc, con i loro prodotti hardware per lo storage sono superate da nuove aziende con soluzioni più innovative e molto meno costose. E’ l’ascesa del cloud a rendere “finiti” i giganti tradizionali della tecnologia, e non solo Dell e Emc, ma anche tutti gli altri, tanto che un commentatore di Bloomberg Business, nonché biografo di Elon Musk, Ashlee Vance, ha lanciato una provocazione su Twitter: “Perché non fanno tutti un mega-merger – Ibm, Hp, Emc, Dell e Cisco – e la fanno finita?”.

Il futuro si chiama Amazon, Google e Facebook, conclude Wired; molto del loro software e hardware è disegnato in modo da essere open source e ha permesso la nascita di aziende, piccole ma molto agili, che offrono prodotti enterprise alternativi a quelli dei colossi. Non a caso il prezzo del titolo di Pure Storage ha fatto un balzo in alto dopo l’annuncio del merger Dell-Emc.

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