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Perché Podemos è a caccia di nuove idee

I venti anti-sistema in Europa stanno cambiando. A Londra era tutto pronto per il grande dibattito tra Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco e personaggio emblematico della lotta anti-austerità contro la Troika, e Pablo Iglesias, leader del partito spagnolo Podemos. I biglietti per l’incontro organizzato dal quotidiano The Guardian il 23 ottobre al Central Hall Westminster erano esauriti (2mila posti, nonostante il costo di 18 sterline) quando, all’ultimo momento, Iglesias ha detto: “No, non vado più”. Il portavoce del politico spagnolo ha comunicato che in realtà una conferma definitiva non era mai stata data, mentre dal Guardian sostengono ci siano stati problemi d’agenda.

LA LEZIONE GRECA

Il fallimento dell’esperimento greco del governo di Syriza ha deluso molti spagnoli. Dopo aver detto con insistenza durante la campagna elettorale che non avrebbe mai accettato le misure di austerità proposte da Bruxelles, Alexis Tsipras ha ceduto. Alcune indiscrezioni dicono che Iglesias non voleva essere immortalato accanto al radicale Varoufakis. Non ora.

PODEMOS NEGLI USA

Nacho Álvarez, consigliere economico di Podemos, non ha sprecato però l’opportunità di partecipare ad un evento organizzato dall’Università di Columbia con Joseph E. Stiglitz e James Galbraith a New York. Chi ha pagato il biglietto per l’incontro del Guardian dovrà accontentarsi del colloquio tra Varoifakis e il giornalista economico Paul Mason.

IL CROLLO DEI RADICALI IN SPAGNA

Nei sondaggi elettorali Podemos sta crollando. Secondo l’ultima consulta di Metroscopia-El País, il partito anti-europeo è passato dal 18,4% al 14,1% in poche settimane. Era riuscito a raggiungere il 28%. Il segretario politico di Podemos, Íñigo Errejón, ha criticato con ironia i risultati: “Predice Metroscopia-El País che l’ordine regna a Berlino, che tocca arrendersi e scegliere quelli di sempre. Vinceremmo”, ha scritto su Twitter.

I NUOVI PARTITI NON RADICALI

Ma non solo i partiti tradizionali sono in testa, anche Ciudadanos (C’s) – qui l’articolo di Formiche.net su chi sono e cosa vogliono – è in pareggio tecnico con il Partito Popolare (Pp) di Mariano Rajoy e il Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) di Pedro Sánchez. Come leader individuale, invece, il più gradito è Albert Rivera.

A differenza del giovane Errejón, altri membri del partito Podemos ammettono che potranno vincere le elezioni generali del 20 dicembre. “Siamo realisti. In questo momento non siamo in condizione di guidare il governo del nostro Paese”, ha detto in una conferenza stampa Carolina Bescansa, segretaria di analisi e programma del partito.

UN ALTRO LEADER PER PODEMOS?

Nel tentativo di riprendersi nei sondaggi, la direzione di Podemos ha confessato che dovrà cambiare strategia. Quella linea ideata nel congresso a Vistalegre ad ottobre del 2014 aveva validità per un anno scarso. La proposta per arrivare al palazzo della La Moncloa concordata tra Pablo Iglesias, Íñigo Errejón, Juan Carlos Monedero, Carolina Bescansa e Luis Alegre aveva raccolto il 88,6% dei voti, ma oggi le linee organizzative devono essere aggiornate per evitare il fallimento. E anche la ratifica del leader Pablo Iglesias (qui chi è e cosa propone). Per questo motivo il nuovo congresso di Podemos è stato anticipato. Ancora la data è da concordarsi, ma restano poco più di due mesi.



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