Skip to main content

Ecco perché Eni guarda all’Africa

Eni e l’Africa, un binomio di collaborazione e sviluppo che ha natali lontani. “L’Africa è stata il nostro passato, è il nostro presente e sarà il nostro futuro”, ha detto Carlo Vito Russo, Executive Vice President Direzione Central and South Europe Region di Eni nel corso dell’incontro organizzato ieri in Casa Corriere all’Expo in cui si è parlato appunto di sviluppo e sostenibilità della Repubblica del Congo, paese chiave dell’Africa. Il gruppo industriale fondato da Enrico Mattei infatti è Official Partner for Substainability Initiatives in African Coutries di Expo Milano 2015.

IL SEMINARIO

Fiore all’occhiello dell’azione di Eni in Africa – secondo i vertici del Cane a sei zampe – sono il progetto Hinda e quello delle Stufe, la cui particolarità risiede nell’efficienza e allo stesso tempo nell’autonomia concreta che nasce da entrambe le iniziative. Di questo, e non solo, si è discusso nel corso del seminario-dibattito a cui hanno preso parte, oltre a Russo, Giampiero Silvestri, Segretario Generale Fondazione AVSI; Fabio Inzoli, Head of Department of Energy, Politecnico di Milano; Jerome Ndam Mungwe, Catholic University of Cameroon, Bamenda.

I PROGETTI

Hinda ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di 25 mila persone, è un piano di lavoro integrato che tocca vari settori, dall’agricoltura alla salute, dall’educazione all’ambiente e punta ad allargare il raggio attraverso un’azione di sensibilizzazione sociale. Il progetto ha già portato i primi risultati (i lavori sono completi all’80 per cento): sono stati realizzati 3 centri salute, 9 scuole, 21 pozzi. Hinda ha inoltre permesso a quasi 18 mila persone di vaccinarsi. “Con le autorità locali e le comunità in cui operiamo decidiamo quali sono le priorità e i loro bisogni primari, da questo partiamo quando elaboriamo i nostri progetti” ha detto Carlo Vito Russo.

GLI OBIETTIVI

Ha aggiunto Russo: “Crediamo che sviluppare il territorio faciliti la nostra presenza in questi luoghi ma è positivo lasciare qualcosa di concreto e che la popolazione sia in grado di gestire”. Conclude: “L’iniziativa sintetizza al meglio quello che è l’approccio di Eni in Africa e in tutte le aree in cui operiamo”. Il costo dell’opera si aggira intorno ai 13 miliardi di dollari.

IL RISPARMIO

Il progetto delle Stufe invece ha come fine ultimo permettere alle famiglie di risparmiare (più o meno il 10 per cento) in termini di energia ed emissioni atmosferiche. Il valore è dunque solo ambientale? Niente affatto. Come ha sottolineato Fabio Inzoli il progetto “da un lato rende più efficiente e meno inquinante il sistema di cottura, dall’altro lato crea una base di piccola imprenditorialità, ovviamente con le tecnologie adeguate, perché le stufe sono riproducibili in loco”.

LE CONCLUSIONI

“Tra vent’anni penso che l’Africa sarà un Paese migliore”, ha concluso Silvestri a cui fa eco, in ultima battuta, Jerome Ndam Mungwe che pensa in grande: “Il sogno è una marcia indietro dell’immigrazione verso l’Africa”. Sarebbe la rivincita del Sud.


×

Iscriviti alla newsletter