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Il peso degli emergenti per Germania e Stati Uniti

Per capire a fondo quanto potrebbe accadere nell’economia italiana in relazione ad un rallentamento degli emergenti è, però, necessario guardare anche il peso che questi paesi hanno all’interno delle esportazioni dei principali mercati di sbocco per le nostre imprese. Un rallentamento della domanda degli emergenti verso i nostri più importanti clienti potrebbe, infatti, penalizzare indirettamente le esportazioni italiane verso questi paesi. Diviene, dunque, importante analizzare i rapporti commerciali degli emergenti con Stati Uniti e Germania. La Germania è, infatti, il primo mercato di sbocco per le imprese italiane, mentre gli Stati Uniti hanno rappresentato il principale traino per le nostre esportazioni durante gli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2015, il tasso di crescita delle vendite italiane negli Stati Uniti ha superato il 25%, dopo il +10% registrato nel 2014.

Partendo dagli Stati Uniti, i paesi emergenti assorbono oltre la metà del totale delle esportazioni. Nell’analizzare questo dato è, però, opportuno sottolineare il peso del Messico, verso il quale viene indirizzato quasi il 15% delle vendite all’estero statunitensi. Queste esportazioni sono, però, più legate a processi di delocalizzazione produttiva, data la vicinanza tra i due paesi, che a veri e propri rapporti di natura commerciale e devono, dunque, essere valutate in modo differente. Anche escludendo il Messico, i paesi emergenti mantengono, però, un peso significativo nelle esportazioni degli Stati Uniti, arrivando a quasi il 40% del totale. La quota della Cina si è avvicinata all’8%, dal 2% dell’inizio degli anni Duemila.

Guardando ai settori, le materie prime coprono quasi il 30% del totale delle esportazioni degli Stati Uniti nei paesi emergenti. Negli ultimi anni, sono cresciute molto le vendite di carburanti, avvicinatesi ai 100 miliardi di dollari, il 10% del totale, un peso simile a quello delle materie prime agricole ed alimentari. Per gli Stati Uniti, i paesi emergenti rivestono, inoltre, un ruolo centrale nella vendita di macchinari, con un valore delle esportazione che nel 2014 ha raggiunto i 240 miliardi. Di rilievo anche il peso nel settore dei mezzi di trasporto: le vendite hanno superato i 70 miliardi, quasi la metà del valore complessivamente esportato. L’effetto diretto per l’economia americana di un rallentamento degli emergenti appare, però, contenuto, nonostante l’importanza di questi paesi per le vendite all’estero.

Nell’economia degli Stati Uniti il peso delle esportazioni risulta, infatti, estremamente limitato: considerando sia le merci sia i servizi si rimane intorno al 10% del Pil. Le vendite italiane negli Stati Uniti non dovrebbero, dunque, subire un effetto indiretto conseguenza di una minore domanda per i prodotti americani proveniente dalle economie emergenti. La tenuta delle vendite italiane negli Stati Uniti appare, infatti, più legata alla domanda interna, che sta continuando a beneficiare di un processo di reshoring delle attività produttive a suo tempo esternalizzate.

Diversa, invece, la storia della Germania: i paesi emergenti assorbono poco più del 20% del totale delle esportazioni, un valore molto lontano da quello degli Stati Uniti, con acquisti concentrati nel settore dei macchinari. In Germania, però, le esportazioni rappresentano quasi il 50% del Pil. La dinamica delle vendite tedesche nelle economie emergenti assume, dunque, un peso differente. A livello di singolo paese emerge, inoltre, il ruolo centrale conquistato dalla Cina. Nel corso degli ultimi quindici anni, le esportazioni tedesche in questo paese sono cresciute rapidamente, passando da 10 miliardi di dollari nel 2000 a quasi 100 nel 2014. La quota sul totale delle esportazioni tedesche è salita da poco più dell’1,5% al 6,6%. La Cina è oggi uno dei principali mercati di sbocco per le merci prodotte in Germania, con una forte concentrazione settoriale. Prevalgono i mezzi di trasporto, che assorbono un terzo del totale delle esportazioni. Durante lo scorso anno, i cinesi hanno acquistato veicoli stradali prodotti in Germania per un valore complessivo pari a quasi 30 miliardi di dollari. Più del 10% del totale delle vendite all’estero tedesche in questo comparto sono state concluse in Cina, divenuta il terzo mercato per i veicoli tedeschi, dopo Stati Uniti e Regno Unito.

(estratto dall’ultimo Focus Bnl)



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