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La corruzione fantasma che s’aggira sulla Capitale

Un fantasma s’aggira per la Capitale: non è il fallito comunismo ormai defunto sotto le macerie del Muro di Berlino e neppure il socialismo seppellito da Tangentopoli, ma è la corruzione dilagante e diffusasi come gramigna anche nei piani della Politica degradata o degenerata a puro, lucido, sfrenato arricchimento personale: un fenomeno che per alcuni tratti inequivocabili è una vera e propria patologia.

Dopo Roma Mafia Capitale messa lucidamente in piedi dal compagno Salvatore Buzzi con la 29 giugno, cooperativa affiliata alla potente Lega rossa delle Coop per dar assistenza ai tanto deprecati sfruttati immigrati, ecco venir fuori la Dama nera, Antonella Accroglianò, con il suo modello ideato altrettanto lucidamente di pizzini e parole in codice per reperire le ciliegie tangenti sugli appalti dell’Anas che coinvolgono politici a tutto tondo come il piddino ex-Dc Gigi Meduri già sottosegretario del governo Prodi.

Il patologico fenomeno è descritto dal Procuratore generale Giuseppe Pignatone così una grande pervasività della corruzione e della cattiva gestione del denaro pubblico da cui emerge una drammatica realtà: in tre anni e mezzo abbiamo sequestrato beni di presunta provenienza illecita per circa 3 miliardi, accumulati sia da mafiosi che dai cosiddetti colletti bianchi. Qui più che altrove la corruzione è divenuta il principale strumento d’azione delle organizzazioni criminali. Che del resto erano, in misura minore, presenti negli stessi affari di Roma Mafia Capitale.

Orbene davanti allo squallido spettacolo, déjà vu all’epoca di Tangentopoli, di questa radicata e diffusa patologia che si sta impadronendo o che si è già impadronita delle traballanti istituzioni in mano alla Politica degenerata a puro e lucido calcolo di arricchimento personale, hanno buon gioco quanti, come Matteo Renzi, dicono con sicumera che destra e sinistra sono termini obsoleti e privi di senso.

Qui, davanti a questo abominevole scempio di valori – onestà, rigore, trasparenza – e di continua razzia di risorse, c’è in ballo l’identità delle persone: non è identità umana quella che tutto riduce al puro, lucido, sfrenato arricchimento personale e che, pur di perseguire putridi e osceni obiettivi, non considera, anzi calpesta l’esistenza degli altri, cioè di milioni di persone, che pagano il doppio conto salatissimo: non essere mininimamente considerati e impoverirsi.

Uno spettacolo indecoroso, vergognoso che per chi ha a cuore la Politica come un fare qualcosa non per sè e per la carriera ma per milioni di persone, fa tornare in mente le lungimiranti ed attualissime affermazioni di Riccardo Lombardi che diretto a Enrico Berlinguer sostenitore della diversità comunista, ribatteva: la sinistra non ha il monopolio dell’onestà e non c’è alcuna diversità comunista: l’unica diversità che è dato conoscere è quella del dna…

Ci sarebbe, allora, bisogno di uno scossone ma per come sono messe le cose, la costruzione del Partito della Nazione e l’assenza totale non di un progetto compiuto ma di uno straccio di progetto di società che lontanamente odori di sinistra, la prospettiva futura oscilla tra la fragorosa crescita dell’astensione, del non voto, che è già attorno se non superiore al 50% degli aventi diritto e un possibile exploit del M5S, se fosse in grado e volesse far quel salto di qualità che lo porti dalla protesta alla proposta, ossia alla cultura di governo per una alternativa credibile praticabile affidabile alla degenerazione della Politica ridotta a puro lucido forsennato arricchimento personale.



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