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Così l’Albania si prepara al flusso di profughi siriani

migranti confini

Quando la neve coprirà la linea di confine tra la Grecia e la Macedonia i flussi di rifugiati siriani potrebbero affluire verso la città di Argirocastro, in Albania, utilizzando il paese come via di passaggio per muoversi verso il Montenegro e la Croazia.

La notizia è stata annunciata dal quotidiano albanese “Shqip”, che cita fonti governative sulla costruzione di una struttura di accoglienza temporanea nella città di Argirocastro (Gjirokastra), nel sud del paese, al confine con la Grecia. Anche il Montenegro ha instituito durante l’ultima riunione di governo (25 settembre) una task-force per far fronte all’afflusso invernale di rifugiati.

Le autorità albanesi ipotizzano che quando la neve coprirà la linea di confine tra la Grecia e la Macedonia, il flusso dei profughi potrebbe dirigersi verso il punto di confine di Kakavija, lo stessa usata dai trafficanti nei mesi precedenti.

COME SI MUOVE L’ALBANIA

La polizia di stato albanese e le autorità locali si stanno preparando per dare riparo a cinquemila profughi in edifici pubblici, tende o container. Il direttore generale della Polizia di frontiera, Genc Merepenza, ha detto al quotidiano “Shqip” che “il piano è per un accoglienza temporanea, l’alimentazione e l’abbigliamento e, dopo l’identificazione li aiuteremo per il trasferimentoi verso paesi dell’Unione europea dove sono diretti. L’Albania ha una capacità massima di cinquemila profughi. Alcuni edifici pubblici possono essere utilizzati per questa eventualità. Inoltre, i profughi saranno ospitati in campi temporanei, così come in container, che saranno installati nelle zone intorno Argirocastro. Per garantire l’igiene e fornire cibo e vestiario, oltre all’impegno della protezione civile abbiamo notato l’interesse di varie ONG e organizzazioni umanitarie. “Siamo in contatto con l’UNHCR, Croce Rossa, Caritas e IOM che ha forniranno cibo e vestiti se sarà necessario”.

LE MISURE ANTI TERRORISMO

Per facilitare la disponibilità di dati accurati relativi ai rifugiati, la Polizia di Stato prevede di tenere un registro delle loro identità, e prenderne le impronte digitali. Un ruolo chiave dovrebbe avere il Dipartimento di contro-terrorismo, in allarme dopo le minacce dell’ISIS di attaccare le ambasciate straniere in Albania e possibili infiltrazioni di elementi dell’Isis tra i rifugiati, che intendono raggiungere l’Europa per organizzare attacchi terroristici. Anche se un rapporto di ieri dell’antiterrorismo danese rimarca come non ci sia alcuna evidenza della possibilità che l’ISIS si inflitri tra i profughi.

MISURE PREVENTIVE NECESSARIE

Una settimana fa il vicepremier albanese, Niko Peleshi, ha affermato che Tirana sta organizzando una struttura che possa far fronte ad una eventuale ondata migratoria attraverso i suoi confini, benché nulla per ora faccia pensare che ci sia il rischio di una simile evenienza. Peleshi ha però ribadito che queste sono delle misure preventive necessarie, decise dopo aver osservato quello che sta accadendo poco oltre i confini nazionali, in modo da non farsi cogliere impreparati se dovessero verificarsi condizioni inattese.

Solo pochi giorni fa il primo ministro albanese, Edi Rama, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, aveva affermato che Tirana è disponibile ad accogliere alcuni rifugiati. La stessa disponibilita è arrivato anche dal premier serbo Vucic. La Serbia e l’Albania non rappresentano però che la meta dei profughi che, fuggendo dal Medio Oriente, vogliono dirigersi verso i paesi del nord Europa, Germania, Danimarca, e Svezia in testa.

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