Un libro per matti

L’idea di fare una sorta di almanacco dei matti è un’idea matta. E sono le idee matte quelle che piacciono di più a chi non è matto. Il fatto, matto un poco pure lui, è che a leggere il “Repertorio dei matti della città di Torino”, scritto da Paolo Nori per Marcos y Marcos, chi pensava di non essere matto prende e inizia a sentirsi matto pure lui. Perché, c’é almeno una delle didascalie, di corporatura minuta e media, dentro cui viene rinchiuso l’universo dei matti di Torino, in cui chi legge può ritrovarsi perfettamente.
A pagina 81, – uno arrivava da Parma col treno, vestito sempre di nero girava per tutta Italia e chiedeva soldi per farsi raccontare storie di matti. Trovava sempre qualcuno che glieli dava, anche a Torino -, ecco che l’autore stesso, per primo, si inserisce di diritto nella categoria. Un gran privilegio il suo e un colpo di genio, pure.
A pag 142, – una volta un cavallo in Piazza Carlo Alberto si era fatto abbracciare da un tedesco -, ecco che, nella miniatura di un tweet, si consuma la più matta delle didascalie. Un concentrato di genio, filosofia, storia, estetica e letteratura. Un concentrato di pensiero laterale. Anche se sembra una cosa da matti, nessuno vi prenderà per matti se l’acquisterete.