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Papa Francesco, i cattolici e il magistero

“La realtà è più importante dell’idea”. Così ha detto Papa Francesco rivolgendosi a una moltitudine di noi cattolici che lo ascoltavamo a Washington.

Prima arrivando da Cuba, prima tappa del Suo storico viaggio in America, sollecitato dai giornalisti aveva detto: “Non sono l’Antipapa. Né sono comunista. A chi mi chiede se sono cattolico, se è necessario posso recitare il Credo…“, così Papa Francesco, appena atterrato a Washington, aveva replicato alle accuse di alcuni settori della società americana che lo avevano criticato per le sue aperture sociali e politiche, e per essere “di sinistra”.

Papa Francesco continuando a rispondere a tutti quelli che si sono domandati se effettivamente fosse cattolico, ha aggiunto, durante il viaggio in aereo da Cuba (è il primo Pontefice ad arrivare in America direttamente dall’isola): “Un amico cardinale mi ha raccontato che è andata da lui una signora, molto preoccupata, molto cattolica, un po’ rigida, ma buona. E gli ha chiesto se era vero che nella Bibbia si parlava di un Anticristo. Lui ha spiegato che se ne parla nell’Apocalisse. Poi la signora ha chiesto se si parlava di un Antipapa. E lui le ha domandato: perché me lo chiede? Ha risposto: ‘Io sono sicura che Francesco è l’Antipapa‘. E perché? ‘Perché non usa le scarpe rosse’, è stata la risposta. Sull’essere comunista o non comunista: io sono certo di non aver detto una cosa in più rispetto a ciò che c’è nella Dottrina sociale della Chiesa. Le cose si possono spiegare, forse qualcosa ha dato un’impressione un po’ più ‘sinistrina’, ma sarebbe un errore di interpretazione. La mia dottrina su tutto questo, la Laudato sì e sull’imperialismo economico, è nell’insegnamento sociale della Chiesa. E se è necessario che io reciti il Credo, sono disposto a farlo”.

Il fermento del dibattito e delle polemiche su Papa Francesco, a mio avviso, sono metodi spesso artificiosi e forzati da parte di chi vorrebbe unilateralmente dare una propria interpretazione al pensiero del Papa (sia da Sinistra che da Destra oltre che dai nemici della Chiesa).

Io penso che il Papa desideri ardentemente dare alla Chiesa il gusto del reale, nel senso che dei cristiani e anche dei chierici possono talvolta avere la tentazione di nascondersi dietro a delle idee per dimenticare le situazioni reali delle persone.

All’opposto, alcuni temono che questa concezione del Papa metta in pericolo l’integrità del Magistero.

Il dibattito recente sul problema dei divorziati e dei risposati è stato spesso condotto da questo tipo di tensione.

Non credo che il pensiero di Papa Francesco sia di mettere in pericolo l’integrità del Magistero. In effetti, nessuno, nemmeno il Papa, può demolire o cambiare l’insegnamento di Gesù Cristo. Nessuno, nemmeno il Papa, può opporre la pastorale alla Dottrina. Sarebbe un esprimersi contro Gesù Cristo e il Suo insegnamento.

Se mi sbaglio… mi corrigerete, così Giovanni Paolo II concluse il Suo primo saluto da Papa, e successivamente nel Suo straordinario e pluridecennale Magistero ha più volte scritto che …..la Dottrina Sociale della Chiesa è gerarchicamente subordinata alla vera missione della Cristianità: l’Evangelizzazione….”

Chi si professa Cattolico, non dovrebbe mai dimenticarsi che l’annuncio della Buona Notizia (Cristo è Risorto) costituisce il nucleo principale e la stessa Ragion d’Essere del Magistero.

Non a caso, la Dottrina Sociale fa parte dell’oggetto secondario del Magistero. Tale oggetto secondario include quelle materie che, pur non essendo state rivelate da Dio, presentano una connessione con il “Deposito della Fede”. Infatti, la Chiesa non afferma di possedere le soluzioni politiche ai problemi della società e quando ne indica alcune, non le presenta come vincolanti per i credenti.

L’autentico obiettivo della Dottrina Sociale consiste nel favorire una lettura della realtà alla luce della Fede. In altre parole, il Magistero esorta i fedeli a seguire un approccio teologico di tipo morale ai problemi sociali dell’umanità.

Pertanto, sulle materie estranee al Magistero (economia, politica, questione ambientale), ogni cattolico è libero di ragionare in modo autonomo, purché rispetti la legge morale naturale (responsabilità dei ricchi verso i poveri, tutela della dignità umana, sacralità della vita).

E’ legittimo che Papa Francesco esprima i propri giudizi sulla Teoria del Riscaldamento Globale o sull’economia capitalistica, ma in tal caso il suo parere non è vincolante per noi cattolici.

L’unico obbligo che dobbiamo adempiere è di rispettare la dignità umana, a prescindere dall’orientamento politico personale che abbiamo liberamente scelto.

“La Chiesa non propone sistemi o programmi economici e politici, né manifesta preferenze per gli uni o per gli altri, purché la dignità dell’uomo sia debitamente rispettata e promossa e a lei stessa sia lasciato lo spazio necessario per esercitare il suo ministero nel mondo” (San Giovanni Paolo II)

Penso che il Magistero di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI siano ancora, oggi, il Magistero della Chiesa Cattolica, al quale si aggiunge il Magistero del tempo di Papa Francesco, e per noi Cattolici e per chi vivrà dopo di noi, rimarrà un unico Magistero anche nei tempi futuri, ma sempre dopo la Parola di Gesù che è la Via, la Verità e la Vita.

Antonino Giannone

Vice Presidente ALEF ( Associazione Liberi e Forti), Docente di Etica e Relazioni industriali

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