Si dividono i vescovi, perfino su elementi dottrinali. Figurarsi i vaticanisti. Fazioni e spaccature nella galassia dei giornalisti che seguono le vicende ecclesiali sono venute allo scoperto durante queste settimane di Sinodo e nel calderone, tra una stilettata e l’altra, c’è finito pure il presunto scoop del Quotidiano Nazionale sull’altrettanto presunto tumore benigno al cervello di Papa Francesco. Da chi ha accusato il giornale diretto da Andrea Cangini di aver divulgato una bufala a chi ha adombrato scenari da complotto, fino a chi invece ha protestato per il tentativo di farne un pretesto così attaccare l’ala più conservatrice dei cardinali.
LA SFURIATA DI PADRE SPADARO E L’AFFONDO DI SOCCI
Se c’era bisogno di qualcuno che servisse su un piatto d’argento la possibilità di suffragare ricostruzioni cospirative nella notizia pubblicata dal QN, lo si è trovato in uno degli uomini fidati di Papa Francesco: padre Antonio Spadaro. Il direttore della rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica ha esternato su Twitter: “Ormai non sanno più che dire… sono alla frutta! Dopo tutte le menzogne varie si inventano pure le malattie! Buon segno…”. E ancora: “Bello constatare come ogni attacco, ogni falsità, alla fine faccia sprigionare sempre maggior affetto per il Pontefice”.
Parole queste che hanno fatto sobbalzare il giornalista cattolico e firma di Libero Antonio Socci, uno che (per usare un eufemismo) non apprezza molto il papato di Bergoglio: “Curioso (e nervosetto) tweet di padre Antonio Spadaro, stretto collaboratore di papa Bergoglio” ha scritto Socci nella sua pagina Facebook. “Anzitutto – ha aggiunto – non si capisce a chi si rivolge (ce l’ha con La Nazione che ha lanciato la notizia sul presunto tumore?), non spiega di quali menzogne parla, ma soprattutto mi sembra un tweet che incarna perfettamente l’ermeneutica della cospirazione, da cui ha messo in guardia papa Bergoglio”.
TORNIELLI LA BUTTA SUL RIDERE E PARLA DI “MANDANTI”
Sia dalle colonne de La Stampa che da quelle online di Vatican Insider, il vaticanista Andrea Tornielli ha smontato sin dal primo giorno la notizia della presunta malattia del Papa parlando apertamente di “bufala” e dando grande risalto alle smentite vaticane. Sul suo blog Sacri Palazzi ha però deciso di buttarla sull’ironia pubblicando un post dal titolo “Neurogiornalismo: vedo il Papa volare”, un finto articolo ispirato a quello ormai famoso del QN in cui si racconta di qualcuno che ha visto il Papa volare dicendo però che la sala stampa vaticana smentisce. Insomma, si ripete in una scala dell’assurdo quanto realmente accaduto a livello giornalistico. Poi la spiegazione finale ai lettori: “Tranquilli, il Papa non sa volare. Questo è soltanto uno scherzo. Ma è ciò che è accaduto nei giorni scorsi con la ‘patacca’ sul tumore al cervello del Papa. Il neuro-giornalismo (neuro non perché si parla di cervello, ma perché siamo al delirio) riproduce se stesso, non produce alcun riscontro e anche quando serve una «bufala» ai suoi lettori, invece di riconoscere semplicemente di aver sbagliato, parla di ‘giallo’”. Ed ecco servita nel finale la teoria del complotto: “Così i mandanti e i loro sporchi messaggi – chiosa Tornielli – sono comunque soddisfatti. Perché il dubbio insinuato rimane”.
FAMIGLIA CRISTIANA E AVVENIRE, TRA PASTICCIO E MACCHINAZIONI
Se da un lato il settimanale dei paolini Famiglia Cristiana ha scritto sul suo sito che l’unica alternativa possibile sia tra pasticcio e complotto, senza quindi prendere in considerazione una potenziale veridicità della notizia, dall’altro il portale Sussidiario.net di area Cl ha rilanciato la versione di Avvenire intervistando l’editorialista Stefania Falasca che ha parlato di “macchinazioni che vengono dall’oscuro e all’oscuro tornano”, distinguendo il caso dell’outing di monsignor Charamsa (“un’operazione mediatica”) dal presunto scoop del QN (“una balla, e francamente non mi interessa”).
LA VERSIONE DELLA BUSSOLA
Non nega alcune ombre ma non ci sta a farne l’occasione per attaccare l’area più conservatrice dei cardinali. Riccardo Cascioli, direttore de la Bussola Quotidiana, ha scritto infatti che “certo, la notizia di un tumore al cervello è pesante, se è priva di fondamento ancora di più. Né si può escludere moventi particolari dietro alla diffusione della notizia”. Tuttavia, ha aggiunto come “quello che certamente è l’ennesimo episodio che andrebbe inquadrato casomai in un certo malcostume giornalistico è diventato il pretesto per un’altra aggressione contro i padri sinodali che si oppongono – diciamo per semplificare – alle tesi del cardinale Kasper”. Bene ha fatto l’Osservatore Romano, in quanto giornale del Papa, a parlare di “intento manipolatorio del polverone sollevato”, ma lo stesso non si può dire di altri quotidiani (e cita Corriere della Sera, Stampa, Repubblica e Avvenire) che sposano la ricostruzione secondo cui “chi resiste ai cambiamenti voluti da Papa Francesco avrebbe ordito questa faccenda della malattia per dare a intendere che certe idee del Papa vengono da un cervello malato, e così delegittimarlo”. Secondo Cascioli, “tutti mettono in fila il coming out di monsignor Charamsa alla vigilia del Sinodo, la lettera dei 13 cardinali e infine la notizia della malattia del Papa per concludere che tutto è parte di un grande disegno teso ad attaccare l’autorità del Papa e il dibattito al Sinodo”. E invece, incalza, sono “tre episodi che evidentemente non hanno nulla in comune – e anzi, in almeno due casi sono anche di segno opposto a quello descritto – se non il fatto che sono tutti serviti come pretesto per scatenare vere e proprie aggressioni verbali contro i padri sinodali che vedono in certe proposte sul matrimonio il tentativo di cambiare la dottrina della Chiesa pur affermando il contrario”.
IL CORRIERONE PARLA DI BALLE E VERNACOLIERE
Chi non è andato molto per il sottile è stato infine il Corriere della Sera. Massimo Franco ha parlato apertamente di “balle sulla sua salute”, riferendosi ovviamente al Papa, considerate “un ulteriore indizio della volontà di delegittimarlo”. Secondo l’editorialista di via Solferino nelle ripetute precisazioni e smentite della sala stampa vaticana “c’è stata soprattutto un’eco delle tensioni latenti del Sinodo: uno sfondo che il Papa vuole rasserenare”. Dal canto suo, lo storico della Chiesa Alberto Melloni riferendosi a “tre episodi penosi” accaduti durante il Sinodo (l’outing di Charamsa, la lettera dei 13 cardinali conservatori e il presunto scoop del QN) ha liquidato in poche righe l’intera polemica bollandola come un “cancro inventato che ricorda più il Vernacoliere che un complotto”.