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Papera Kawan di Hevea, retrò che va a ruba

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La vita a volte prende pieghe inaspettate e me lo ha ricordato Olivia, la nostra paperella che ha avuto un destino davvero beffardo.

Quando è arrivata a casa nostra le bambine se ne sono innamorate subito, e anche io per quel suo aspetto retrò, se la litigavano tirandola una per la zampa e l’altra per l’aletta. Ha fatto con Ginevra e Carolina due bagni e tante passeggiate, perché sì, lei non voleva stare solo a sguazzare nell’acqua, Olivia voleva vedere il mondo. Carolina era sua complice silenziosa, probabilmente si parlavano di nascosto e trovavano escamotage per riuscire a farla sempre franca, insieme.

Così io uscivo trafelata di casa con Carolina in braccio, il cane al guinzaglio e la valigia borsa appesa a una spalla e dopo pochi minuti di corsa, per arrivare alla materna a prendere Ginevra, mi vedevo spuntar fuori Olivia tra le braccia di Carolina che prima le leccava il becco e poi le rosicchiava una soffice zampetta. Ma come aveva fatto ad evadere dal bagno? Quando sono uscita giuro di non averla vista, non c’era, ne sono certa, a saperlo le avrei messo almeno il guinzaglio.

Non sono pazza né arteriosclerotica, Olivia è una papera di gomma ma scappa sempre, ogni volta che è stata portata fuori casa ho dovuto correre chilometri per ritrovarla nascosta da qualche parte: sotto una macchina, dentro un cespuglio, a sguazzare su una pozzanghera.

Da qui nasce il divieto di portarla fuori, sono stata perentoria: “Bambine da oggi la papera non può più andare in altri posti che dentro la vasca da bagno”. Credo che Olivia non l’abbia presa bene, deve aver pianto silenziosa tutta la notte sognando il modo migliore per scappare, alla fine dispiaceva anche a me non portarla più a passeggio, ci fermavano tutti per chiederci da quale luogo lontano arrivasse, tutti i bambini volevano toccarla ed era in pochi giorni diventata la star di casa.

Non le ho viste di persona ma io lo so, Carolina e Olivia hanno stretto un accordo e sono riuscite, con scene da film, a convincermi di portarla a fare un ultimo giro tutti insieme. Chi mai avrebbe pensato che sarebbe stato l’ultimo davvero? Olivia era tra le mani della sua migliore amica, al caldo e al sicuro ma è scappata di nuovo, chissà cosa voleva vedere di tanto bello.

Come tutti i bambini avrà pensato: “Mi allontano un attimo e poi torno indietro”. Ma questa volta non ha funzionato, Olivia era troppo bella per passare inosservata, era troppo dolce con quegli occhioni neri che ti fissavano dritti nei tuoi. Qualcuno l’ha presa, nel giro di pochi secondi, non è bastato fare il giro di mezza città, chiedere a persone con una bambina (Ginevra) che piangendo chiamava “Oliviaaaaaaa, Oliviaaaaaa dove sei andata? Torna qui”, la nostra papera non c’era più.

Chissà adesso in che acque sta nuotando, da quali denti è morsicchiata e con quale bambino andrà a passeggio. Certamente sarà un bambino fortunato come per breve tempo lo siamo stati noi.

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Permettetemi di dire che rubare il gioco di un bambino, per quanto bello possa essere, è un gesto triste e meschino. Due bambine hanno pianto un’ora, una delle due mi chiede di Olivia tutte le mattine e io le dico che purtroppo a volte la vita è così: fai tanti progetti ma lei prende la strada che vuole.

Ad ogni modo bambine tranquille, Olivia presto tornerà a casa. Parola di mamma papera.

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