Come se non bastassero i grattacapi che l’Unione europea ha già, da lunedì potrebbe aggiungersene un altro. La Polonia domenica va al voto e le chance che le cose restino come sono, come sono state negli ultimi otto anni, non sono rosee. Negli anni in cui il capo del partito di matrice liberale Piattaforma Civica (PO) Donald Tusk (dall’estate scorsa Presidente del Consiglio Europeo) ha guidato il Paese, il clima tra Bruxelles e Varsavia era sensibilmente cambiato in meglio. E anche sotto Ewa Kopacz, che ha ereditato da Tusk la guida del partito e quella del governo, non c’erano stati grandi problemi.
Volente o nolente la Polonia recentemente ha anche accettato di accogliere 7mila profughi assegnatili. Sul piano economico poi Bruxelles non poteva che congratularsi con il più grande dei Paesi dell’Europa centro-orientale entrati nel 2004 nell’Ue. La Polonia cresce ancora al ritmo del 3,3 per cento, la disoccupazione è sotto l’8 per cento, l’indebitamento al 48 per cento del Pil. Ma già lunedì tutto questo potrebbe appartenere al passato e Bruxelles avere, oltre all’Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica Ceca un’altra spina nel fianco.
Jaroslaw Kaczynski (nella foto), già premier dal 2005 al 2007 e leader del partito nazionalista Giustizia ed Equità (PiS) è infatti tornato alla riscossa. Non (ancora) in prima persona però. Ha mandato avanti Beate Szydlo, 52 anni, etnologa ed ex sindaco di Brzeszcze, una cittadina a sudovest di Cracovia. La strategia dell’eminenza grigia l’ha già sperimentata in maggio in occasione delle presidenziali. Lì ha fatto scendere in campo l’eurodeputato Andrzej Duda il quale, smentendo qualsiasi pronostico, ha vinto contro il capo di Stato uscente Bronislaw Komorowski. E ora Kaczynski potrebbe fare il bis.
Questo almeno dicono i sondaggi che danno il PiS al 36 per cento. Ai polacchi – dice la stampa – sembra piacere lo stile semplice di Szydlo e il suo programma incentrato sulla famiglia, su uno stato sociale più attento alle fasce meno abbienti. E ovviamente la promessa, in questo caso fatta da Kaczynski in persona, di arrestare l’invasione di profughi che attentano alla cultura polacca.
Ma mentre il PiS può sperare in una vittoria, il partito il PO (che attualmente governa insieme al Partito dei contadini, PSL) deve prepararsi a una sonora sconfitta. Al momento viaggia attorno al 24 per cento. Di Kopacz, 58 anni, si dice che sia stata una delusione, troppo burocratica, grigia nel governare. A nuocerle sono state però anche una serie di intercettazioni ambientali in ristoranti frequentati da suoi compagni di partito, alti funzionari e uomini d’affari (tra questi anche l’allora ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski e il capo della Banca Nazionale Marek Belka). Questi si facevano beffa di colleghi e avversari politici, spesso in un linguaggio da trivio.
Kopacz ne aveva mandati a casa diversi, ma non è servito a ripulire l’immagine del PO. La crescita economica inoltre non si è ancora tradotta per tutti in un innalzamento del tenore di vita. Motivo per cui il programma di proseguire con il corso politico liberale e liberista non trova, soprattutto nelle campagne, grande sostegno.
In questa contesa elettorale a sfidarsi sono innanzitutto donne. Anche per l’Alleanza di Sinistra il candidato di punta è infatti una donna, Barbara Nowacka, 40 anni, con zero esperienza politica, ma armata della determinazione di onorare la memoria di sua madre. Una politica morta nell’incidente aereo del 2010 sopra la cittadina russa Smolenks, incidente nel quale perse tra l’altro la vita anche il capo di Stato nonché fratello gemello di Kaczynski, Lech. Il programma dell’Alleanza tocca i temi cari alla sinistra.
Infine, personaggio a dir poco bizzarro è il rocker Pawel Kukiz, 52 anni, fondatore e leader dell’omonima formazione Kukiz’15. E’ lui la nuova shooting star del panorama politico polacco, da quando a maggio si è presentato alle presidenziali ottenendo il 20 per cento dei voti. Un giovane su tre l’aveva votato. Kukiz si definisce antisistema, un “il sistema” che rende i polacchi sempre più poveri mentre la casta dei politici naviga nell’oro (come il Paese intero ha appreso dalle famose intercettazioni).
E ancora, l’attuale politica ha costretto già due milioni e mezzo di polacchi a cercare fortuna altrove. E mentre i cervelli migliori fuggono, al paese tocca accogliere migliaia di stranieri portatori di una cultura che nulla ha a che fare con quella polacca. Se Kukiz’15 entrerà, com’è probabile, in Parlamento, Kaczynki avrebbe già il partner di coalizione ideale. Non solo. Secondo alcuni commentatori allora, dopo qualche mese Szydlo potrebbe rivelarsi per quello che molti la considerano: il cavallo di Troia dal quale uscirà Kaczynski stesso.