Forse l’unico che davvero gongola oggi, dopo il primo giorno di Poste in Borsa, è Corrado Passera: l’ex capo azienda del gruppo postale, ora alla testa del partito Italia Unica, che aveva criticato la privatizzazione parziale e la quotazione di Poste, definendolo un “gravissimo errore”, la “svendita a un valore bassissimo di un’azienda che ha il più grande sistema logistico italiano, la più grande rete retail, la più grande compagnia assicurativa sulla vita, un patrimonio immobiliare sterminato”.
IL DEBUTTO
Il primo giorno di quotazione, ieri, non è stato dei più brillanti, in una giornata in cui tutto l’indice ha tuttavia chiuso in rosso e sembra dare man forte al candidato sindaco di Milano. Meno 0,74% il bilancio finale, con il passaggio di mano di oltre 100 milioni di azioni, l’8% del capitale.
LE PAROLE DI CAIO
L’ad Francesco Caio l’ha presa bene e ha commentato in tv, a Porta a Porta, così: “Poste avrà il passo del montanaro: per il lungo periodo è un investimento solido. Lo speriamo, il prezzo lo fa il mercato, e lo ha fatto anche oggi: seguiamo l’indice”.
SCINTILLE IN PRE-APERTURA
Non sono state le uniche parole di Caio, ieri: all’inizio delle contrattazioni il numero uno di Poste aveva detto che il debutto “è la dimostrazione che in Italia le cose si possono fare per bene. Ho la grandissima sensazione avere condotto una squadra che ha lavorato con entusiasmo. È un passaggio storico importante per il gruppo e mi auguro anche per il Paese”. Un entusiasmo provocato dal +9% segnato dal titolo in pre-apertura dei mercati, sulla scia, scrive Repubblica, di “una serie di indiscrezioni circolate su web e subito smentite dalla società: l’unico riferimento valido per la quotazione in Borsa di Poste Italiane è il prospetto informativo all’uopo predisposto”.
I CONFRONTI IMPROPRI
Poi la componente speculativa è venuta meno e hanno prevalso altri fattori. Cioè quelli legati alle caratteristiche dell’azienda e dell’offerta. Il titolo non è uno sprinter, come ha detto Gabriele Roghi, responsabile della consulenza agli investimenti di Invest Banca al Sole e non è paragonabile a Ferrari, che appena una settimana fa a Wall Street ha sperimentato una seduta di esordio con i fuochi d’artificio. “Quello è un altro tipo di oggetto – aggiunge Roghi – è una società valutata come quelle del settore del lusso, che in questo momento è tra i più sopravvalutati, Poste ha invece anche dimensioni differenti e dovrà essere giudicata nel tempo”.
LA NATURA DEL TITOLO
Secondo alcuni analisti, il botto non c’è stato anche per via del prezzo che – altro che svendita – a 6,75 euro è stato considerato da alcuni broker internazionali troppo caro per il rischio correlato. A suscitare qualche scetticismo, anche la struttura della società “un conglomerato assai complesso, con una sovrapposizione inestricabile di servizi postali, finanziari e di altro tipo (dal fondo pensione alla telefonia mobile)”, come ha scritto qualche giorno fa su lavoce.info Carlo Scarpa, professore ordinario di Economia Politica presso l’Università di Brescia. Una struttura che non è certo l’ideale per ottenere il massimo dal punto di vista della valorizzazione di Borsa.
I PLUS DI DIVIDENDI E PREMIO FEDELTA’
“La promessa di dividendi significativi (nell’esercizio 2015 e in quello 2016 saranno distribuiti almeno l’80% degli utili) e il premio fedeltà (un’azione ogni 20 per chi le conserverà per almeno un anno) hanno contribuito probabilmente a rafforzare la domanda – scrive ancora il Sole – ma non sono riuscite per il momento a dare altrettanta spinta in Borsa”. Così, a fronte di una domanda che è stata pari a tre volte l’offerta il primo giorno di contrattazioni si è chiuso sotto il prezzo di lancio, a 6,7 euro.
I FONDI
Saranno delusi forse i fondi istituzionali esteri che su Poste hanno puntato e che tra cinque giorni dovranno comunicare la propria partecipazione a Consob, se superiore al 2%. “Tutti – precisa il Fatto quotidiano – tranne le società di gestione che si sono avvalse dell’esenzione introdotta il 9 maggio 2012 nel Regolamento degli emittenti per volontà del presidente della Consob Giuseppe Vegas. Fra i gruppi che hanno optato per l’esenzione c’è anche Blackrock”.
I NUOVI SOCI
Tra i nuovi soci, secondo le indiscrezioni, ci sarebbero con una quota inferiore al 2% in fase di sottoscrizione, i fondi sovrani cinesi China Investiment Corporation (Cic) e Safe (State Administration of Foreign Exchange), il fondo degli Emirati Kuwait Investment Office e il fondo pensione governativo norvegese Norges Bank, tutti comunque con una soglia inferiore al limite rilevante del 2%. E tra le banche d’affari oltre a Blackrock, Fidelity, Amber capital, e Gorges Soros.
LA PRIMA IPO DI UN’ONDATA DI STATO PER FAR CASSA
La freddezza con cui il mercato ha accolto la compagnia postale italiana in Borsa non ferma comunque la direzione di marcia intrapresa dal Tesoro per il piano di privatizzazioni che il governo intende seguire per tagliare il debito: dalla società per il controllo del traffico aereo, Enav, alle Ferrovie, con la quotazione di Trenitalia.