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Produzione industriale, perché il calo di agosto prepara un rimbalzo a settembre

Italia. La produzione industriale è calata di -0,5% m/m ad agosto, dopo essere aumentata di +1,1% m/m a luglio. La flessione è solo lievemente più accentuata rispetto alla nostra stima (-0,3% m/m). La variazione annua (corretta per gli effetti di calendario) è rallentata a +1% da +2,8% precedente (l’accelerazione a +4,1% in termini grezzi è dovuta al fatto che agosto 2015 ha avuto un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso).

Come atteso, vi è stato un contributo negativo dall’energia (calata di -4,3% dopo il +6,6% di luglio dovuto alle temperature più elevate della media registrate nel mese). Anche l’altra componente che era salita maggiormente il mese prima, quella dei beni di consumo durevoli, ha corretto in agosto (-2,4% da +5,4% m/m precedente). In discesa comunque anche beni intermedi e beni di consumo non durevoli (-0,4% e -0,3% m/m rispettivamente). Stabili i beni di investimento.

Peggiora anche lo spaccato per settore di attività economica: dei 13 settori manifatturieri, il numero di quelli che risultano in progresso su base annua scende a 5 da 10 il mese precedente. I comparti più brillanti si confermano i mezzi di trasporto (+15,5% a/a, ancora trainati dalle auto: +48,8% a/a) e i prodotti petroliferi raffinati (+9,7% a/a; ma è un comparto che pesa per meno del 2% sull’output totale); in crescita anche le apparecchiature elettriche e la meccanica (+6,9% e +4,9% a/a rispettivamente). Viceversa, i peggiori settori risultano l’elettronica e il tessile (-10% e -8,5% rispettivamente). Al di fuori del manifatturiero, peggiora ulteriormente l’attività estrattiva (-6,4% a/a), mentre pur con la correzione di agosto resta in espansione la fornitura di energia (+3,1% a/a). In sintesi, la ripresa non risulta ancora diffusa: l’attività economica resta molto differenziata per settore (e per tipologia di azienda, verosimilmente).

In sintesi, il calo della produzione industriale ad agosto non è a nostro avviso preoccupante e non modifica lo scenario di fondo per l’economia italiana. La correzione dopo l’aumento di luglio era attesa ed è risultata circa in linea con le aspettative (mentre in Germania e Francia si sono viste rilevanti sorprese, di segno opposto). In altri termini, non ci sembra (a differenza ad esempio che per il dato tedesco) un segnale di affievolimento della crescita in relazione agli effetti del minor vigore della domanda mondiale.

In ogni caso, ci aspettiamo un rimbalzo a settembre, probabilmente di entità superiore rispetto al calo registrato ad agosto. Nel complesso, il 3° trimestre dovrebbe comunque vedere una lieve accelerazione della produzione industriale, stimiamo a 0,6% dallo 0,4% t/t precedente. Ciò è coerente con un PIL che mantiene quantomeno il ritmo di crescita visto in primavera (0,3% t/t). Anzi, i rischi su tale previsione sembrano al momento verso l’alto.



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