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Vi spiego perché il ddl Boschi è cosa buona e giusta. Parola del senatore Naccarato

Lui che quel termine “stabilizzatori” l’ha coniato qualche tempo fa, preferendolo all’appellativo di “neo-responsabili” affibbiatogli dei cronisti parlamentari con chiaro riferimento al gruppo di Razzi e Scilipoti ai tempi della stampella al governo Berlusconi, ebbene proprio lui adesso gonfia il petto: “Il voto favorevole è stato ampio, si è dimostrato ciò che io ho sempre sostenuto, ossia che al Senato c’è una vasta area di stabilizzatori che consente al governo di andare avanti in ottima salute numerica”.

Chi parla in questa conversazione con Formiche.net – fatta a caldo dopo il voto a Palazzo Madama – è Paolo Naccarato, senatore calabrese di fede cossighiana, eletto con la Lega Nord in quota Tremonti ma ben presto uscito dal gruppo del Carroccio per accasarsi prima in Ncd poi tra i parlamentari del Gal (Grandi autonomie e libertà), da dove ora sostiene con convinzione il governo Renzi.

LA MAGGIORANZA E’ SALDA

I 179 voti favorevoli che ieri hanno permesso al ddl Boschi di superare la prova del Senato – secondo il Naccarato-pensiero – rappresentano “la dimostrazione che c’è una maggioranza robusta, a prova di ogni sfondamento”. Il senatore del Gal non ha dubbi: “L’orizzonte politico è il 2018, al quale si può guardare con assoluta tranquillità nell’ottica di completare il cammino delle riforme”. E le opposizioni che hanno disertato il voto in aula? “Per cultura politica, sono abituato a ritenere sempre legittimi i comportamenti delle minoranze politiche, che sono il lievito della democrazia”, dice Naccarato, attento a non infastidire alcuno. “L’importante – aggiunge – è che non impediscano alla maggioranza di esercitare il proprio diritto di decidere e governare”.

SI VOTA LA RIFORMA COSTITUZIONALE, SI PENSA ALL’ITALICUM

Da attento osservatore dei movimenti di Palazzo Madama, Naccarato è convinto di una cosa: “Al di là delle schermaglie politiche, le principali preoccupazioni sono legate più che altro al combinato disposto tra riforma costituzionale e legge elettorale. Ne ha parlato anche il presidente emerito Giorgio Napolitano nel suo intervento, e credo che la sua presa di posizione possa essere il buon viatico per una riflessione più attenta”. Forse il gruppo degli stabilizzatori intende accodarsi alla richiesta più volte avanzata da Area Popolare al premier Renzi di cambiare la legge elettorale, togliendo il premio di maggioranza alla lista vincente per assegnarlo alla coalizione? “Bisognerebbe prima rispondere a un’altra domanda – rilancia il senatore del Gal – quale tipo di democrazia vogliamo per il nostro futuro, quale sistema politico intendiamo promuovere. E’ chiaro che se siamo all’interno di un quadro politico in cui si vogliono recuperare di nuovo le correnti di pensiero più minoritarie del Paese, allora va bene il premio alla coalizione, che però va a scapito della stabilità del governo”. Una cosa però non va dimenticata: “Con l’Italicum, la maggioranza è di 340 deputati, ciò significa che ne bastano 20 per fare saltare il banco, e c’è anche lo sbarramento al 3% che consente il diritto di tribuna ed è più basso degli standard europei”. Tradotto, i partitini hanno già avuto il loro contentino per mettere piede in Parlamento e per chi governa è meglio tenersi il premio alla lista, così da controllare meglio quei 20 parlamentari decisivi. “Non penso comunque che a breve si riapra il capitolo dell’Italicum”, taglia corto il senatore.

“LA RIFORMA? UN RISULTATO STORICO”

Tornando alla riforma costituzionale, Naccarato parla di un “risultato storico che il premier Renzi e la ministra Boschi hanno contribuito in prima persona a raggiungere” e che “si basa su tre pilastri fondamentali: superamento del bicameralismo perfetto, superamento del rapporto fiduciario del governo col Senato, riscrittura della distribuzione di competenze tra Stato e Regioni”. Il resto viene dopo, ragiona il senatore del Gal.

L’ORGOGLIO STABILIZZATORE

“Noi stabilizzatori rappresentiamo un tassello fondamentale di questa maggioranza – rimarca -, siamo un gruppo di colleghi che non chiedono nulla in cambio e solo per senso di responsabilità verso il Paese prestano le proprie energie al governo per farlo proseguire spedito e sicuro lungo il cammino delle riforme. Il nostro è un atto di generosità e responsabilità nei confronti dei cittadini e delle istituzioni, fatto senza mercanteggiamenti”.
Un nuovo banco di prova per gli stabilizzatori è già dietro l’angolo: il ddl Cirinnà sulle unioni civili che inizia il suo iter oggi al Senato. “Credo sia un tema sul quale l’Italia deve recuperare il terreno perduto – chiosa Naccarato -, e questo a prescindere dal merito delle norme, sul quale si può discutere fino all’eternità. Il nostro Paese deve affrontare questo problema con una regolamentazione ad hoc, alla quale sono favorevole; vedremo nel dibattito in aula quali saranno le disposizioni migliori”.


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