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Sinodo, Muller e Marino. Che succede in Vaticano?

Di Spin

Ecco “7su7″, la rassegna stampa ragionata del team di comunicazione strategica SPIN (Strategy Politics Image Newsmaking)‎

Vaticano. Ampio spazio è dedicato alla lettera di critica al Papa che sarebbe stata firmata da tredici cardinali preoccupati per l’apertura del Sinodo all’eucaristia per i divorziati-risposati. Su Repubblica Paolo Rodari scrive: “Ora è acclarato. Esiste un’ala rigorista del Sinodo che non si fida dei suoi metodi di lavoro e che, in ultima analisi, non si fida di Francesco. Lo ritiene inadeguato a garantire la necessaria trasparenza dei lavori, come se egli stesso fosse succube di chi, l’ala progressista, lavorerebbe nell’ombra per tradire lo spirito del Vangelo e quindi spingere l’intera assise a concedere l’eucaristia ai divorziati-risposati insieme a tutta una serie di altre aperture giudicate pericolose”. Molto cauti Avvenire e La Stampa, il Corriere intervista il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede: «Lo scandalo è che si renda pubblica una missiva privata del Pontefice. Questo è un nuovo Vatileaks: gli atti privati del Papa sono proprietà privata del Papa e di nessun altro. Nessuno può pubblicarla, non so come sia potuto accadere. È chi lo ha fatto a doversi giustificare».

Sempre a proposito di papa Francesco, sul Fatto Selvaggia Lucarelli dà seguito a quanto scritto da Dagospia a proposito di un presunto “stalking” di Ignazio Marino nei confronti del pontefice: il papa avrebbe dato tempo fa il suo numero di telefono all’ex sindaco di Roma che avrebbe cominciato a tempestarlo di telefonato irritando non poco Bergoglio.

Caso Roma. Stefano Folli su Repubblica scrive di psicodramma non ancora finito e che la partita politica per Renzi e il Pd è appena cominciata. Sempre sul quotidiano diretto da Ezio Mauro spazio all’ipotesi di primarie sul modello Prodi nel 2005, con un unico candidato forte.

Sul Corriere la tentazione per Marino di correre con una lista civica.

Doppia intervista sul Messaggero. Il grillino Di Battista: «A gennaio saprete il nostro candidato, non abbiamo già la vittoria in tasca». E un colloquio con Nicola Zingaretti che ribadisce: «Non mi candido a sindaco».

Avvenire punta su Rutelli: «La città è al collasso, bisogna ripartire con umiltà e spirito di servizio».

Il Fatto ricorda che mancano 56 giorni all’apertura del Giubileo e siamo ancora a zero cantieri aperti.

Giuliano Ferrara sul Foglio dice la sua in un articolo intitolato: “Sono cose dei romani, punto. Che c’entrano il Papa e i segretari? Le città vivono di vita propria, e non di politica nazionale. Guardate Londra, Parigi, New York. I ghirigori sulla primavera municipale sono paradossi dell’informazione un po’ farlocchi”.

Unioni civili. È l’apertura scelta dal Corriere della Sera che però poi dedica le prime pagine al caso Roma. In cronaca c’è un articolo di 50 righe che fa il punto della situazione col no di Alfano alle adozioni e la notizia del bimbo registrato a Napoli da due mamme. Repubblica, con Giuseppe Alberto Falci, scrive del vertice concluso senza accordo e punta sullo scontro tra Renzi e Alfano (così come La Stampa) col Pd che vuole accelerare.

Senato. Oggi in aula il voto decisivo per la riforma del Senato. Enfatica la “prima” dell’Unità: “Ore 15, la seduta è sciolta. Oggi lo storico addio al Senato e la bicameralismo, obiettivo inseguito per 50 anni” con a corredo il fondo di Luigi Zanda intitolato “Una bella giornata”.  Sul Giornale Francesco Cramer scrive che Berlusconi è pronto all’Aventino contro il nuovo Senato.

Analisi di Paolo Pombeni sul Sole: “Il nuovo Senato alla prova dei fatti”: «Il nuovo senato potrebbe anche diventare un termometro molto sensibile dei moti del paese e un incubatore non secondario di leadership politiche».

Renzi e gli scontrini. Continua a far discutere l’intervista del Fatto quotidiano al titolare del ristorante fiorentino “Da Lino”. La Corte dei Conti ha avviato accertamenti per le cene di Renzi quando era sindaco. Per il giornale diretto da Travaglio è la notizia di apertura ma ne scrivono anche gli altri. Il Fatto arricchisce il paginone con la non archiviazione a Genova – sempre da parte della Corte dei Conti – per il padre del presidente del Consiglio e la sua società.

“Scontrini frontali” scrive il direttore Chiocci in prima sul Tempo.

Economia. Repubblica dà spazio alla rabbia dei sindacati sulle pensioni per lo stop alla flessibilità mentre migliorano i dati sul lavoro per il cosiddetto posto fisso: più 320mila in otto mesi.

Analisi sul Corriere di Enrico Marro: “Il lavoro diventa più stabile: ragione e costi di una ripresa: gli sgravi e le tutele crescenti, che cosa si è sbloccato davvero”.

Il Foglio intervista l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato: «Serve una rottamazione in fabbrica, il governo non può aspettare in eterno le parti sociali. Il “modello tedesco” è sulla bocca di tanti che in Germania non ci sono mai stati. Lì c’è sana flessibilità, non solo sui salari».

La Stampa dedica l’apertura alla manovra economica: ipotesi social card di 400 euro al mese per le famiglie bisognose e allarme esodati: mancano i fondi.

Esteri. Su Repubblica reportage da Ankara di Marco Ansaldo per i funerali delle 128 vittime della strage.

Il Foglio in prima pagina: “Se questo è un deal. Missili, aperture di facciata e un americano condannato. Ecco cosa pensa l’Iran dell’accordo nucleare”. 

Diritti tv. Repubblica dedica le prime due pagine all’inchiesta sui diritti tv e all’accusa dei magistrati che ipotizzano un’asta truccata per favorire Mediaset. L’accelerazione all’indomani di una puntata della trasmissione tv Report con perquisizioni della Finanza nelle sedi di alcune società di serie A e B.


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