Con la diffusione del testo ufficiale del disegno di legge di stabilità, è possibile esprimere un giudizio finalmente compiuto sulla manovra, in vista del suo esame da parte del Parlamento.
Va dato atto al Governo di aver mantenuto il punto – anche contrastando ripetute pressioni da parte dell’Unione europea – sulla scelta, sacrosanta, di dare un segnale di fiducia al settore immobiliare attraverso la detassazione della prima casa, oltre che mediante la proroga delle detrazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia e per il risparmio energetico.
In Senato e alla Camera si potrà proficuamente operare per far sì che il testo definitivo della manovra sia del tutto coerente con i propositi del presidente del Consiglio e possa, quindi, generare quel circolo virtuoso che il premier – e noi con lui – ritiene possa conseguire ad un intervento di riduzione della tassazione immobiliare.
A tal fine, consideriamo necessario che si intervenga in tre direzioni.
- In seguito all’allarme lanciato da Confedilizia, è stata eliminata la previsione di un utilizzo generalizzato della maggiorazione Imu-Tasi dello 0,8 per mille, che avrebbe portato fino a 2 miliardi di maggiore tassazione. L’aver limitato tale possibilità ad alcuni Comuni resta – tuttavia – una scelta non opportuna, posto che nel 2015 tale maggiorazione aveva, per legge, lo scopo di finanziare detrazioni per la prima casa, mentre per il 2016 sarebbe incondizionata.
- La decisione di escludere dall’esenzione prima casa le abitazioni delle categorie catastali A1, A8 e A9 – decisione che non condividiamo, andando ad incidere su immobili impropriamente definiti come di lusso, fra i quali quelli di interesse storico-artistico soggetti a vincolo – è stata tradotta, nel testo governativo, con la previsione di una tassazione elevatissima, potendo giungere sino ad un’aliquota Imu-Tasi del 6,8 per mille. L’effetto – all’evidenza – è quello di una differenziazione oggettivamente esagerata per immobili che, pur accatastati diversamente, sono destinati in tutti i casi ad abitazione principale.
- Con meno di cento milioni di euro è possibile iniziare a dare un segnale di attenzione ad un comparto dell’immobiliare in particolare sofferenza, quello degli immobili affittati, rilanciando nello stesso tempo l’investimento immobiliare. Ci attendiamo che il Parlamento – che aveva chiesto interventi in questa direzione in sede di esame della nota di aggiornamento del Def – voglia approvare le conseguenti integrazioni al disegno di legge governativo, con ciò agevolando anche quella mobilità del lavoro che è particolarmente necessaria in questa fase.