Alcuni libri hanno la capacità di restituire il senso delle cose; il buon senso tipico dei veri padri di famiglia, dei preziosi insegnanti, dei cari Maestri.
Il saggio di Francesco Moroni, “Lo Stivale Perduto” – Storie di un’altra Italia, Effepi libri, arriva nel panorama editoriale italiano proprio al momento giusto. E ci arriva attraverso la sapiente scelta di mettere insieme diverse “voci” che hanno saputo parlare a coloro che hanno saputo ascoltare. Scorrono tra le pagine gli esempi migliori, nei diversi campi di riferimento. Nomi conosciuti e meno conosciuti. C’è chi ha avuto la possibilità di una platea e chi è rimasto dietro le quinte a tessere un’Italia migliore. E allora è possibile “attraversare” il nostro Paese anche con una geografia delle azioni: dal toscano Piero Calamandrei all’abruzzese Federico Caffè, passando per il piemontese Adriano Olivetti e il siciliano Rosario Livatino. Ma ci sono altri nomi, altri giganti…altri Italiani. Vite intense, vite brevi, vite che hanno inciso profondamente sul tessuto italiano e tale incisione si è rivelata fondamentale per la formazione di intere generazioni che ne hanno tratto benefici in ordine alla condotta morale e civile. Il saggio è fondamentale per tenere alta la luce della coscienza rispetto al buio dell’indifferenza che, oltre a provocare la peggiore deriva, consente di riporre nel dimenticatoio della storia figure straordinarie. Ecco perché il lavoro di Moroni è significativo; parlare di coloro che hanno fatto l’Italia è ricostruire la memoria e trasmetterla in un momento davvero “liquido” per la decadenza dei costumi e delle azioni. Questi Signori citati e “raccontati” dall’autore rappresentano l’eleganza, lo stile, la correttezza, l’onestà. Da contrapporre all’Italia dei perditempo, dei corrotti, dei fautori delle scorciatoie. Istituzioni degne di tale nome, rispetto a quelle ridicolizzate da comportamenti all’Italiana che ormai non fanno più notizia poiché connaturate al sistema.
Nell’ottimo libro di Moroni a fare notizia sono, invece, gli esempi nobili, i punti di riferimento, le stesse polari. Imprenditori non speculatori, ma attenti all’uomo e alla società, politici con il senso del dovere e con la forza dell’azione civile quale unica strada da percorrere dentro i limiti di sicurezza; magistrati che in breve tempo hanno tracciato la giusta rotta per una vera giustizia, puntando alla certezza del diritto e della pena; religiosi concreti educatori che hanno pagato con la vita la “resistenza” quotidiana alla legge del più forte; economisti responsabili e innovativi, avendo quale fine il benessere e la giustizia sociale; registi che ci hanno mostrato il volto autentico delle “mani sulle città”.
Questo e molto altro è contenuto nell’agile volume dell’avvocato umbro; superfluo aggiungere altro poiché la lettura scorre piacevolmente insieme alla più bella storia dell’italia dei migliori. Per non dimenticare, mai, l’altra Italia di altri Italiani che l’hanno resa civile e dignitosa.