Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Maicol Mercuriali apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
Lo scippo della Crimea per il governo ucraino è un affare a nove zeri. E gli uomini del presidente Petro Poroshenko si preparano a chiedere un maxi risarcimento alla Russia di Vladimir Putin, accusata di aver annesso la penisola e sostenuto i ribelli che hanno combattuto e ottenuto l’autonomia e che, dopo il referendum dello scorso anno, sono entrati a far parte della Federazione russa.
Il caso sarà portato davanti alla Corte internazionale e, come ha spiegato il ministero degli esteri ucraino Pavlo Klimkin, l’Ucraina chiederà alla Russia una compensazione per l’annessione della Crimea e l’occupazione dei territori del Donbas paragonabili alle cifre in ballo per l’affare Yukos.
Ricordiamo che nell’estate del 2014 la Corte arbitrale dell’Aia aveva condannato la Russia a risarcire con 50 miliardi di dollari (circa 45 miliardi di euro) gli ex azionisti del fallito colosso petrolifero, fondato dall’oligarca Mikhail Khodorkovsky, poi smembrato e dato in mano a società pubbliche. «Sappiamo già quanto chiederemo, si tratta di una cifra a nove zeri, di miliardi che possono essere recuperati in varie azioni legali», è quanto ha dichiarato il ministro Klimkin durante un talk-show. «Abbiamo contato tutto, anche il costo delle risorse naturali, anche della sabbia che non possiamo usare». Per le autorità ucraine serviranno tra i quattro e i sei anni per arrivare al giorno delle sentenze da parte dei tribunali internazionali.
Intanto la Crimea è alla ricerca di investitori. Visite come quella di Silvio Berlusconi, che nelle scorse settimane è stato invitato dall’amico Putin a Sebastopoli, sono servite ad aumentare l’appeal di questo territorio sul Mar Nero. Le autorità della Crimea, per esempio, hanno recentemente annunciato visite d’affari da parte di potenziali investitori italiani e svizzeri.
Zaur Smirnov, a capo del comitato per le relazioni internazionali della Crimea, ha spiegato all’agenzia Ria Novosti che gli accordi sono stati raggiunti durante la visita della delegazione della Crimea in Daghestan, in occasione dei duemila anni della fondazione della città di Derbent. «I rappresentanti delle principali aziende italiane e svizzere hanno espresso il desiderio di venire personalmente in Crimea. Sono interessati al settore delle costruzioni, con particolare riguardo ai resort turistici. Il volume degli investimenti si presume possa essere superiore ai 10 miliardi di euro».