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Benvenuti al Festival della Dottrina sociale della Chiesa

Di Claudio Gentili

Giovani e lavoro, l’accoglienza degli immigrati, la lotta alla povertà, la finanza islamica e il suo ruolo in un Occidente così confuso. Il futuro delle banche popolari e cooperative sotto attacco da norme non sempre favorevoli, il valore della sussidiarietà nella politica e nell’economia della finanza cieca, l’economia sociale francescana per rilanciare il principio di solidarietà e una vera mutualità, il Jobs Act e le sue future conseguenze, la sostenibilità ambientale e l’urbanistica.

Sono i tanti temi che nel Festival DSC saranno approfonditi a Verona in un evento di 4 giorni, 26 incontri, 100 relatori, 500 membri dei Gruppi DSC provenienti da tutta Italia. La quinta edizione del Festival riporta in piazza il pensiero sociale cristiano per affrontare una sfida, quella della realtà, che diventa sempre più complessa e difficile da leggere. “Evitate di stare fuori dalla realtà” è stato quanto ha chiesto Papa Francesco nel suo messaggio ai partecipanti del Festival riuniti nell’Auditorium. Occhi e cuori aperti, in grado di fare discernimento. Il Papa è stato chiaro nel chiedere più attenzione, meno indifferenza. Ha messo in guardia in particolare dal flusso strabordante di notizie che creano assuefazione, spaventano, distraggono. I paraocchi sono quanto di peggio i cattolici possono avere, l’indifferenza un modo per stare tranquilli senza essere persone, rinunciando alla relazione, rinunciando all’altro.

Per il Papa che rivela la fragilità ma anche la grande forza della Chiesa inquieta, la tranquillità che allontana dagli altri, che accentua l’egoismo, non può essere un valore. “Mai senza l’altro”, la nota opera di Michel De Certeau, di cui il Papa è profondo ammiratore, sembra riecheggiare nelle chiese, nelle piazze, negli spazi fieristici in cui si svolge il Festival DSC: esperienze di fede che diventano azione proprio perché sono cammino di comunità nell’impresa, nella scuola, nella banca, in parrocchia, associazione, movimento e in tutti i luoghi in cui i cattolici sono chiamati a stare e incidere senza snaturarsi, senza perdere la propria identità, senza isolarsi in una sorta di riserva indiana di perseguitati o incompresi.

La sfida della realtà è dunque l’orizzonte proposto dal Festival per riflettere su dove può andare la Chiesa italiana. Ne parlerà, domenica 29 al Teatro Nuovo di Verona, S. E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI. Ma prima saranno tantissimi i protagonisti del Festival che racconteranno le loro storie di realtà: lontani anni luce dall’idealismo e dal moralismo tanto amati dai media mainstream, i partecipanti del Festival scendono in piazza non per occupare spazi, non per fare proclami, ma per mostrare tutto il coraggio e la determinazione di una comunità ecclesiale pronta ad affrontare la sfida del tempo.

Il Festival è l’incontro di queste energie, la reciproca contaminazione di idee concrete, realizzate e realizzabili, che possono cambiare non solo la Chiesa, ma l’intera società italiana.

Claudio Gentili, direttore de La Società

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