In meno di 20 anni André Esteves è diventato uno degli uomini più ricchi e potenti del Brasile. Ha cominciato come praticante nel 1989 in quella che era una piccola banca, Pactual, e nel 2009 l’ha acquistata con il fondo di investimenti da lui fondato, Btg Pactual. Oggi è agli arresti preventivi perché coinvolto nelle indagini di corruzione della compagnia petrolifera brasiliana Petrobras. Anche se la privazione di libertà è temporanea, il consiglio di amministrazione ha nominato Persio Arida come CEO sostitutivo.
GLI INIZI
Laureato in Arte e Scienza all’Università Federale di Rio de Janeiro, Esteves (qui il ritratto di Formiche.net) riparava i computer dei dirigenti di Pactual. Sua madre era professoressa universitaria. Era sveglio e ambizioso e si è fatto trasferire dopo poco al dipartimento di valute. L’economia l’ha imparata da autodidatta. Secondo la rivista Forbes, la sua fortuna ammonta a 2,2 miliardi di dollari e con BTG Pactual controlla attivi per circa 175 miliardi di dollari.
L’ARRESTO
Secondo il quotidiano OGlobo, l’arresto di Esteves da parte della polizia brasiliana è avvenuto a Rio de Janeiro, dove abita con la moglie e i tre figli. È stato arrestato ieri anche Deicidio Amaral, leader del governo brasiliano al Senato e dirigente del Partito del Lavoratori (PT) del presidente Dilma Rousseff. Marcelo Odebrecht, presidente ed erede di Odebrecht, uno dei colossi dell’infrastruttura mondiale, è in carcere dallo scorso giugno. La polizia ha detto che ci sono registrazioni in cui Amaral orrirebbe un bonifico mensile di 12mila euro a Nestor Cerveró, ex direttore dell’area internazionale di Petrobras, per evitare una denuncia.
LE INDAGINI
L’Operazione Lavajato indaga sulla rete di ricatti, corruzione e concussione a Petrobras per più di 2 miliardi di euro. Le indagini vanno avanti da più di un anno e sono coinvolti imprenditori e politici brasiliani. La scorsa settimana è stato detenuto l’imprenditore agricola José Carlos Bumlai, uno dei migliori amici dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Bumlai è stato arrestato a Brasilia per presunti contratti illegali tra Petrobras e la importazione di una nave. Accuse che schizzano anche sul presidente della Camera dei deputati, Eduardo Cunha, Lula, e i suoi figli.
LE INDISCREZIONI
L’analista economico Marco Mares sostiene sulle pagine di Milenio che l’arresto di Esteves avviene in un momento molto delicato per l’impresa Btg Pactual in Messico. Il 22 ottobre sono state annunciate le dimissioni di Guillermo Ortiz Martínez come presidente del consiglio di assessori del Gruppo Finanziario Banorte, il 31 dicembre, per diventare presidente di BTG Pactual in Messico dal 1° gennaio del 2016. “Ma ieri, dopo la notizia dell’arresto di Esteves, – ha scritto Mares – le azioni di BTG Pactual sono crollate del 21% ed è ancora da capire il destino di Esteves e l’impatto sui piani della firma finanziaria in Messico”.
Per Claudio Goncalves Couto, analista della Fundação Getulio Vargas, “il Brasile sta cambiando. Una situazione come questa (le indagini su Petrobras, ndr) dimostra che non importa se sei senatore o un banchiere, può andare lo stesso in prigione”. All’agenzia Afp Couto ha spiegato che “in un momento nel quale il governo non funzionava bene, una delle persone più importanti è stata arrestata. Ora si ritrovano a carte scoperte”. Angelo Larozi, ricercatore di Walpires Corretora a Sao Paulo, sostiene che “l’arresto di Esteves preoccupa perché era una figura molto rispettata nel mercato finanziario… e questo sveglia le preoccupazioni degli investitori”.
GLI AFFARI IN ITALIA
Il Sole 24 Ore ha ricordato ieri gli affari di Esteves in Italia: dall’operazione con il gruppo assicurativo Generali (insieme hanno rivelato la svizzera Bsi per 1,5 miliardi di franchi) alla quota in Mps e in Carige. Come ha scritto Formiche.net a maggio del 2014, il brasiliano aveva gli occhi puntati su Poste Italiane e sul “il piano di dismissione” del governo italiano retto da Matteo Renzi.
Ma Esteves, Amaral e Bumlai sono stati trasferiti al carcere di Curitiba, al sud del Brasile, dove sono detenuti anche Marcelo Odebrecht, João Vaccari (ex tesoriere del PT) e José Dirceu (ex mano destra di Lula Da Silva). Il caso di Petrobras è considerato dai media e l’opinione pubblica come il più grande scandalo di corruzione nella storia del Brasile. Uno tsunami che ha portato dietro le sbarre politici ed economisti di alto livello.