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Cosa celano i dati sul Pil

Un rallentamento inatteso il dato sulla crescita congiunturale del Pil italiano (+0,2% nel terzo trimestre 2015, dopo il +0,3% del secondo e il +0,4% del primo). Ma non è certo andato male: +0,9% nei confronti del terzo trimestre del 2014 corrisponde all’incremento più alto dal secondo trimestre del 2011, ossia da oltre quattro anni.

GLI ASPETTI POSITIVI

Se guardiamo nel dettaglio, oltretutto, gli aspetti positivi sembrano prevalere. L’attività economica sembra finalmente poter contare sul sostegno della domanda interna, consumi e investimenti che riflettono il migliorato sentiment degli operatori.

LA COMPONENTE ESTERA

In compenso la componente estera netta, puntello dell’economia negli ultimi difficilissimi anni, non tira più (è anzi negativa nel trimestre). La tentazione di ascrivere questo dato in ombra alle condizioni internazionali, osserva Goldstein, rischia però di mandarci fuori strada.

I CONFRONTI

Proprio oggi sono usciti anche i dati dei nostri principali partner commerciali – Germania e Francia – nei quali nello stesso periodo il Pil è aumentato dello 0,3%. Non soltanto valori leggermente più alti in termini congiunturali che nel nostro paese, ma in Francia addirittura superiori alle stime governative (1% per l’anno in corso, laddove la crescita accumulata è già 1,1%). In entrambi i casi accelerano i consumi delle famiglie, mentre per gli investimenti delle imprese si osserva una leggera riduzione in Germania. Ovunque la costruzione continua in stagnazione, in attesa (in Germania) del possibile boost dell’arrivo di rifugiati. E anche nei due big dell’Eurozona la domanda estera contribuisce negativamente.

LA CONCLUSIONE

La leggera frenata registrata dalla stima preliminare del Pil significa che per centrare l’obiettivo annuo del governo (+0,9%) la crescita congiunturale dovrà tornare a crescere in questo ultimo trimestre. Insomma, le vendite di Natale andranno seguite con particolare attenzione.


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