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Ecco la Milano che vorremmo

Milano è già in piena campagna elettorale. Le prossime elezioni amministrative avranno luogo ad aprile 2016 eppure, nonostante non ci siano candidati ufficiali, si pensa già al futuro. I nomi in circolazione sono moltissimi, dai SalaGiuseppe ex commissario Expo e Fabrizio assessore in carica – a Corrado Passera e Alessandro Sallusti, ma nessuno conferma. Neppure nel corso dell’incontro “Cantiere Milano 2016” tenutosi sabato mattina alla Fondazione Ambrosianeum si è ufficializzato nulla. Una parte del centrodestra meneghino si è riunito però per discutere di quale potrebbe essere il futuro migliore per la città, ovviamente nell’auspicio di poter tornare a governare Palazzo Marino. Tanti gli interlocutori, moderati dal giornalista Alessandro Da Rold.

MARDEGAN: “È IMPORTANTE RISPONDERE ALLE ESIGENZE REALI DEI CITTADINI”

Tra i fautori dell’incontro Arrigo Giacomelli, Simone Paleari, Oscar Strano e Nicolò Mardegan. Proprio Mardegan tocca un tema caldissimo… Fautore dell’incontro è Nicolò Mardegan che tocca un tema caldissimo, quello delle case popolari. Numeri alla mano, Mardegan spiega che per ottemperare alle richieste della città è necessario rivedere la legge regionale che regola l’assegnazione degli alloggi, non solo allungando la durata dell’affitto da 5 a 10 anni, ma rispondendo in maniera puntuale alle esigenze dell’alveo sociale. “E’ necessario un piano di governo territoriale che possa tenere conto delle esigenze della società perché le case popolari potrebbero essere utili non solo ai meno abbienti ma anche ad esempio alle coppie di giovani che, data la situazione lavorativa precaria, non possono ottenere il mutuo”. Sempre sulle esigenze reali del Paese fa leva Chiara Cartasegna che con la start up “Helpling” ha messo in piedi, insieme al suo gruppo di lavoro, una forma di “welfare privato” che pare funzionare alla perfezione. Perché dunque non allargare il raggio, si chiede la giovane?

GIURICIN: “LA PRIVATIZZAZIONE DEGLI AEROPORTI PICCOLI POTREBBE ESSERE UNA SOLUZIONE”

Tra i primi a prendere la parola Andrea Giuricin, economista esperto di trasporti, che fotografa la situazione dei trasporti milanesi in maniera chiarissima partendo da una domanda: che cosa è cambiato negli ultimi cinque anni? E gli aeroporti? “Da tempo si parla di una possibile collaborazione tra la Sea (società che gestisce per conto del Comune di Milano sia Linate sia Malpensa) e Sacco (che invece si occupa della gestione di Orio al Serio). Io non sono totalmente in accordo – spiega l’economista – perché verrebbe meno la concorrenza che sempre fa bene al mercato”. Sulla possibilità di chiudere qualcuno degli aeroporti del Nord, si dice da sempre che ce ne siano troppo tra Lombardia, Veneto e Piemonte, Giuricin aggiunge perentorio: “Chiudere gli aeroporti non è una soluzione. Una buona idea potrebbe essere invece la privatizzazione”. Nello specifico su Linate conclude: “Se ci fosse una compagnia aerea pronta a investire un ingente somma per il potenziamento di Malpensa, potrebbe aver senso chiudere Linate, ma visto che non è così sarebbe inutile”.

DEL GOBBO, FORTE E CROCI

L’ex sindaco di Magenta, Luca Del Gobbo, partendo dalla sua esperienza nel piccolo comune nell’hinterland milanese ha parlato di “buona politica”. “E’ importante avere una classe dirigente competente. Uno dei compiti della politica è proprio quello di creare opportunità e proposte concrete”. Ha poi aggiunto: “E’ necessario un ritorno alla meritocrazia, strumento utile per poter contare su persone di valore”. Gli fa eco Matteo Forte, consigliere del Comune di Milano, che proprio come Del Gobbo, si dice convinto che “è utile una formazione adeguata per la futura classe dirigente”. E a proposito di futuro, Edoardo Croci, ex assessore all’Ambiente del comune di Milano, sostiene che il capoluogo meneghino abbia tutte le carte in regola per diventare una vera e propria smart city, “per farlo è necessario partire dai cittadini, investire sull’ambiente e sull’internazionalizzazione. E’ necessario pesare a piani di investimento chiari e puntuali, puntando sulla semplificazione e sull’integrazione tra il pubblico e il privato”.

PAGANINI: “MILANO CAPITALE DELL’EUROPA DEL FUTURO”

Pietro Paganini, fondatore del pensatoio liberale “Competere”, ha sottolineato come Milano potrebbe diventare una delle eccellenze del panorama europeo di domani. “Investimenti sulla cultura e sull’innovazione sono la chiave per andare lontano” sostiene in breve Paganini. Quando si parla di investimenti non si può prescindere dalla riqualificazione della zona Expo. “Il governo sta dicendo cosa fare in maniera confusionaria come al solito. Si è deciso infatti che in quella zona sorgerà un polo d’eccellenza ma in che ambito?” si chiede Paganini che prosegue: “Si parlava di polo alimentare ma sarebbe andato in contrasto con quello di Parma che è a pochi chilometri di distanza, si è allora spostata l’attenzione su un polo di robotica, facendo traslocare e  ampliando quello che già esiste a Genova, per volere dello stesso Governo”. Detto ciò, ecco che il liberale avanza una proposta: “Perché non fare una free zone dove si coltiva l’innovazione in ogni sua sfaccettatura? Si ovvierebbero una serie di problemi di natura burocratica, amministrativa e legislativa che da sempre costituiscono uno dei principali deterrenti per le aziende straniere che vogliono investire in Italia”. Avere una legislazione indipendente potrebbe davvero essere l’espediente giunto per attirare capitale esteri nel nostro Paese?

DAMBRUOSO: “LA SICUREZZA È LA CONDIZIONE NECESSARIA PER LO SVILUPPO”

Grande attenzione viene prestata poi dall’auditorio alle parole di Stefano Dambruoso, questore della Camera dei deputati. Dambruoso si dice convinto che la sicurezza sia “la chiave per lo sviluppo”. La legalità non è altro che “il rispetto delle regole. Questa è la parola d’ordine” spiega ancora il magistrato che poi aggiunge: “A Milano il fenomeno migratorio diventa sempre più importante e si diffonde in maniera proporzionale anche la percezione di insicurezza, per evitare che questa degeneriè necessario occuparsi anche della gestione delle tematiche quotidiane”. Poi, a pochi giorni dagli attentati di Parigi, Dambruoso non si esime dal fare riferimento al terrorismo internazionale che pare avere nel mirino anche la città della “Madunnina” e spiega: “Chiariamo subito che solo una piccolissima parte della comunità musulmana appartiene alle schiere del fondamentalismo. Più o meno si stima uno 0,003 per cento, per intenderci. Ci si chiede da giorni se davvero sia il caso di costruire una moschea a Milano, come si era già detto nei mesi scorsi. Sì si farà, ma è necessario che il Comune sia una presenza costante e un interlocutore presente in questo progetto”.

DE NICOLA: “IL LAVORO PRIVATO DEVE TORNARE AD ESSERE UNO DEI FIORI ALL’OCCHIELLO DI MILANO”

Chiusa la parentesi sulla legalità, si torna a parlare di lavoro e attività produttive con Alessandro De Nicola, presidente dell’Adam Smith society. L’avvocato e intellettuale liberista chiarisce subito che “la mano pubblica nell’attività economica milanese è spesso dannosa perché non efficiente e perché aumenta le distanze tra regolatore e regolato”. Poi chiosa: “Fino a qualche tempo fa, chi veniva a Milano lo faceva con la chimera di lavorare non nel pubblico ma nel privato. Dobbiamo tornare a essere un’eccellenza in tal senso e per farlo serve che il pubblico sostenga imprese e imprenditori”.

SALINI: “LA POLITICA HA BISOGNO DELLA REALTA’”

L’europarlamentare Massimo Salini, fresco di trasloco da Ncd a Forza Italia, narra di “buona politica” partendo dalla sua esperienza da ex presidente della provincia di Cremona sostiene che gli strumenti per far funzionare un comune, una provincia, una regione, un intero Paese siano tutti dati, basta saperli utilizzare. “I politici dovrebbero guardare un po’ di più a ciò che li circonda e capire che spesso la soluzione ai problemi è insita nel reale. L’azione politica infatti non inizia e finisce intorno al singolo uomo, quasi sempre è frutto di una serie di fattori in cui non manca mai la realtà”. Per rendersene conto serve però uno slancio di umiltà.

GIANNINO: “UNA GRANDE AREA METROPOLITANA, QUESTO E’ L’OBIETTIVO”

A scaldare gli animi dopo oltre due ore di chiacchierata è Oscar Giannino che esordisce dicendo: “Per me è importantissimo sapere il nome del candidato, non lo nascondo”. Da quel nome infatti secondo Giannino dipendono una serie di cose che possono portare Milano a essere una grande città. “La vera scommessa è rendere Milano una grande area metropolitana come tante altre in Europa. Barcellona, Monaco di Baviera, solo per fare qualche esempio, sono dei centri metropolitani nevralgici capaci di sfruttare al meglio le loro risorse”, ha detto l’ex direttore di Libero Mercato e ora firma dei quotidiani del gruppo Caltagirone e voce popolare di Radio 24 che poi si chiede: “Milano ha le stesse risorse? Ne ha di più. Bisogna solo riuscire a indirizzare nel modo giusto gli investimenti. La grande capacità di attrarre le risorse (otto università sono una fonte inesauribile in tal senso) e l’iniziativa privata sono un’ottima base, è necessario però gestire le risorse in maniera adeguata e proficua”. Avvalendosi anche della collaborazione tra pubblico e privato. Alle obiezioni di coloro che mettono innanzi lo Stato, che a Roma dovrebbe fare questo, potrebbe fare quell’altro, Giannino replica: “A chi sta a Roma non interessa molto di coordinare al meglio le risorse di Milano, per questo è importantissimo parlare di persone” e quindi di potenziali candidati per la poltrona più importante di Palazzo Marino. Conclude: “Al futuro sindaco spetta infatti il compito di fare crescere questa città”.

LE CONCLUSIONI DI CARRUBBA

Concorda con Giannino, il giornalista Salvatore Carrubba che auspica a una maggiore internazionalizzazione: “Milano è una metropoli tascabile, facciamole spiccare il volo”. Insomma, di idee ce ne sono moltissime, adesso urge cristallizzarle intorno a un progetto politico preciso e legarle indissolubilmente al nome di una persona.

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