Riguardo all’introduzione di altre misure, quali acquisti di titoli corporate o un’estensione degli acquisti al debito degli enti locali, non può escludersi del tutto ma è assai poco probabile dal momento che Draghi lo scorso 21 novembre ha ribadito ancora una volta che l’APP è caratterizzato da un grado di flessibilità adeguato a contrastare il rischio di ritorno più lento dell’inflazione verso il 2%.
In conclusione, riteniamo che lo scenario più probabile sia:
1) L’annuncio di un taglio di almeno 10 punti base del tasso sui depositi o di tagli modulati in base al livello delle riserve in eccesso in modo da incentivarne la circolazione. E’ possibile che la BCE tagli il refi almeno a zero se non in territorio marginalmente negativo.
2) Nel contempo, la BCE formalizzerà l’estensione dell’APP oltre settembre 2016 riservandosi, però, di comunicare più avanti a quale ritmo continueranno gli acquisti dopo settembre 2016, una volta acquisite maggiori informazioni sulle prospettive per crescita e ritorno dell’inflazione verso il 2%.
La combinazione del taglio del tasso sui depositi e la formalizzazione dell’estensione dell’APP oltre settembre prossimo, anche se con modalità operative da definire in base all’evolvere dello
scenario, dovrebbe essere sufficiente a soddisfare le attese e a mantenere i tassi di mercato monetario su livelli record fino a fine 2017 e ad estendere la divergenza tra tassi governativi a
medio-lungo termine area euro e tassi Stati Uniti.
La politica monetaria è arrivata al limite
L’annuncio di maggiore stimolo monetario da parte della BCE a dicembre è sicuramente positivo dato il permanere dell’incertezza sulla capacità della ripresa di autosostenersi. Aggiustamenti della politica monetaria potrebbero contribuire ad estendere la divergenza tra tassi di interesse americani e tassi governativi area euro a medio e lungo termine. Questo ha delle implicazioni positive per il rifinanziamento dei governi in particolare nella periferia. Tuttavia, va considerato che le misure di dicembre sono molto probabilmente degli aggiustamenti finali alla politica monetaria che ha visto trasformazioni ed avanzamenti di notevole portata storica e politica dall’insediamento di Draghi. Il ritorno dell’area euro a tassi di crescita più sostenuti nel medio periodo dipende dalle azioni dei governi e dal processo di trasformazione nazionale e sovranazionale che saranno in grado di imprimere alle economie area euro e alla gestione delle politiche fiscali nel medio periodo. La BCE garantirà tassi bassi ancora molto a lungo per rendere l’aggiustamento strutturale meno costoso.