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Imprese: il 64% delle aziende italiane investirà su innovazione e formazione

Roberto Race
Roberto Race

Al Sorrento Meeting 2015, presentati i dati del Rapporto Impresa e Competitività dell’Obi

Nel 2014 il 51,5% delle imprese che hanno effettuato investimenti produttivi ha introdotto innovazione, percentuale che sale al 64% per le previsioni 2015.
Il 69,9% dichiara di non avere fatto ricorso ad alcuna risorsa pubblica, l’8,1% a finanziamenti a fondo perduto, il 17,2% a finanziamenti agevolati o contributi in conto interessi, il 3,9% al credito di imposta.
Sul fronte della geografia delle esportazioni, l’89,1% preferisce i vicini Paesi dell’Ue, e circa il 35% altre destinazioni, come i mercati Brics, mentre solo il 30% predilige i mercati maturi del Nord America e il 26,1% quelli asiatici.
Lavoro, energia e basso cash flow, sono i principali problemi di competitività individuati dalle aziende.
Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Obi 2015 su Imprese e Competitività, presentato questa mattina nell’ambito del Sorrento Meeting, la due giorni in svolgimento all’Hilton Sorrento Palace, che dedica la sua quinta edizione al tema della logistica e della mobilità nel Mediterraneo, organizzata dall’Osservatorio Banche Imprese di Economia e Finanza in collaborazione con Assologistica, Confitarma, Fondazione Mezzogiorno Sud Orientale e Fondazione Mezzogiorno Tirrenico e con il sostegno del Comune di Sorrento.

Competitività
Il 70% delle imprese italiane si ritiene abbastanza competitivo, il 15% più che adeguato, mentre l’11% non si giudica all’altezza della concorrenza, a causa dei modesti tassi di innovazione tecnologica e di una scarsa capacità di cooperazione. Il settore delle costruzioni è quello in cui vengono rilevate le situazioni più critiche del livello di competitività avvertito. Viceversa quello dell’ICT ha i più alti livelli di competitività.
In generale, le cause che limitano il potenziale competitivo delle imprese italiane sono costo del lavoro, inefficienza dei servizi alle imprese e difficoltà di accesso al credito.

Effetti della crisi
Nel sistema industriale del nostro Paese sono le imprese dalle più piccole dimensioni (10-49 addetti) a soffrire maggiormente delle ricadute della crisi globale.
Sotto il profilo della localizzazione la crisi sembra avere penalizzato maggiormente le microimprese del centro e sud Italia, con un saldo negativo della propria attività.
Nel 2014-2015 sono più alte le percentuali di imprese che non hanno ritenuto gli investimenti una leva strategica fondamentale per la ripresa della crescita.
Per tutte le imprese intervistate gli investimenti condotti rispondono al principale obiettivo di rinnovare i locali e le attrezzature. Come seconda e terza scelta si registrano l’introduzione di innovazioni di processo ed organizzazioni e l’ampliamento dell’offerta formativa da destinare ai dipendenti.

Credito
Il ricorso al credito bancario di breve termine ed il finanziamento pubblico sono le modalità preferite al Nord Est mentre il credito di lungo termine (in primis l’accensione di mutui) al Nord Ovest. Le maggiori criticità di finanziamento delle imprese del Sud hanno indotto le imprese a ricorrere con maggiore intensità rispetto alle altre macro regioni a strumenti di garanzia offerti dallo Stato. Inoltre nel 2014 si è verificato un incremento del ricorso a forme di garanzia collettiva offerte dal sistema dei Confidi (17,6% contro il 16% del 2013). Sono soprattutto le imprese edili a subire con maggiore intensità la stretta creditizia poichè tali condizioni sono divenute più rigide, in particolare al Sud Italia e per le piccole imprese.

Propensione all’innovazione
La propensione ad innovare prevista nel 2015 aumenterà rispetto al 2014. Diverse saranno le performance dei settori produttivi: tra questi il manifatturiero risulterà il più positivo, mentre più in difficoltà sarà essere il settore delle costruzioni, pesantemente colpito dalla crisi finanziaria ed economica degli ultimi anni. Difficoltà maggiori, anche se emergono decisi segnali di recupero per il 2015, caratterizzeranno ancora in media le regioni del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del Paese. Dai risultati dell’indagine emerge che nel 2014 il 51,5% delle imprese che hanno effettuato investimenti produttivi ha introdotto innovazioni, percentuale che sale al 64% per le previsioni per il 2015. Al contempo, aumenta anche l’incidenza media che gli investimenti produttivi per innovazione hanno sul fatturato: dal 23,8% del 2014 al 25,2% previsto per il 2015.

Esportazioni
La ricerca evidenzia che circa quattro decimi delle imprese italiane sono presenti nei mercati esteri e per il 2015 si prevede un lieve incremento percentuale.
Le imprese manifatturiere si distinguono per intensità di internazionalizzazione superiore alla media nazionale, con quota di fatturato medio realizzato nei mercati esteri paria circa il 41%. Per quanto riguarda il dato territoriale, le imprese del Nord e centro si attestano a valori di internazionalizzazione pari a circa il 45% del campione intervistato e un fatturato superiore ai quattro decimi. Nel Sud, si registra un andamento crescente verso mercati esteri, pari a più di un terzo del fatturato estero su quello totale.

Politica monetaria
Per il 43% delle imprese italiane la politica monetaria espansiva condotta dalla Banca Centrale Europea non sarà in grado di rilanciare il mercato del credito in Italia.
L’indagine dell’Obi, inoltre, ha permesso di esplorare altre importanti tematiche riguardanti l’utilizzo delle fonti pubbliche da parte delle imprese. Il 69,9% dichiara di non avere fatto ricorso ad alcuna risorsa pubblica, l’8,1% a finanziamenti a fondo perduto, il 17,2% a finanziamenti agevolati o contributi in conto interessi, il 3,9% al credito di imposta. Il 40%, con valori più alti tra le imprese del manifatturiero e tra quelle del Nord ovest, dichiara che non farebbe ricorso per finanziare i propri investimenti.

Il programma di domani
Dopo gli interventi di oggi, aperti dai saluti del sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, del presidente dell’Obi, Michele Matarrese, del vice presidente Gaetano Mastellone e del direttore generale Antonio Corvino, il Sorrento Meeting 2015 riprenderà domani 21 novembre, alle ore 9, con una sessione dedicata al tema “La logistica nel Mediterraneo”. Interverranno Eliseo Zanasi, presidente della Fondazione Mezzogiorno Sud Orientale, Fabrizio Dallari, membro del centro di ricerca sulla logistica dell’università Carlo Cattaneo, e Carlo Mearelli, presidente di Assologistica, il quale si soffermerà sul tema “Le prospettive del mezzogiorno italiano. Linee guida per un progetto strategico dell’offerta logistica meridionale”.
Al termine dei quattro speech, Fausto Taverniti, direttore di Rai Basilicata, modererà un dibattito al quale parteciperanno Pietro Spirito, presidente dell’Interporto di Bologna, e Sandro Innocenti, vice presidente e country manager di Prologis.
Question time affidato a Fausto Taverniti e Francesco Saverio Coppola. Chiusura della sessione con un intervento di Issad Rebrarb, presidente del Group Cevital, che parlerà del “ ruolo degli imprenditori del Sud nello sviluppo del Mediterraneo”.
Alle 11 e venti, il via della quarta sessione, incentrata sulla riforma delle autorità portuali.
Dopo lo speech di Salvatore Matarrese, deputato e presidente di Scelta Civica, si svolgerà una tavola rotonda con interventi di Francesco Mariani, presidente dell’autorità portuale di Bari, Antonio Basile, commissario straordinario dell’autorità portuale di Napoli, Sergio Prete, presidente dell’Autorità Portuale di Taranto, e Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità Portuale di Salerno.
I lavori di questa sessione continueranno con un confronto, moderato dal giornalista Gabriele Dossena, tra Loredana Capone, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, ed Ennio Cascetta, a capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Prevista anche la partecipazione di Francesco Russo, assessore al Sistema della logistica, Sistema portuale regionale e “Sistema Gioia Tauro” della Regione Calabria.
Question time a cura del giornalista Gabriele Dossena e del direttore di Assologistica, Jean Francois Daher.
La sessione conclusiva del Sorrento Meeting 2015, in programma a partire dalle 12 e quarantacinque, avrà per oggetto “Gli assetti dell’offerta logistica: l’intermodalità”.
Moderati da Angelo Scorza, direttore di Ship2Shore, affronteranno l’argomento Mario Castaldo, direttore della divisione Cargo di Trenitalia, Marco Simonetti, vice presidente Terminal Marittimi di Contship Italia, Salvatore Antonio De Biasio, consigliere delegato dell’Unione interporti riuniti, Armando de Girolamo, amministratore unico di Lotras, e Pasqualino Monti, presidente di Assoporti.
Seguirà il question time, a cura di Angelo Scorza e Jean Francois Daher.
Conclusioni affidate a Marcello Pittella, presidente della Regione Basilicata.


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