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Cosa farà la Fed. Report Intesa

I verbali riportano un diffuso ottimismo riguardo alla crescita, spinta da consumi e investimenti “solidi”, nonostante i freni delle esportazioni nette e della correzione delle scorte. I partecipanti rilevano il rallentamento della crescita occupazionale, ma mantengono un’opinione positiva sugli sviluppi del mercato del lavoro, poi ampiamente confermata dall’employment report di ottobre. In generale c’è consenso sulla riduzione delle risorse inutilizzate nel mercato del lavoro, ma le opinioni sono diverse riguardo alla dimensione dello “slack” ancora esistente, con una prevalenza di coloro che ritengono l’aggiustamento “significativo”. Sull’inflazione i partecipanti rilevano che il deflatore core rimane al di sotto del 2%, ma notano che diverse altre misure (le medie troncate) si mantengono su livelli più elevati e hanno registrato qualche segnale di rafforzamento. C’è consenso sul fatto che i freni di prezzi energetici e dollaro dovrebbero essere transitori. “Diversi” notano i rischi verso il basso derivanti dall’inflazione implicita nelle misure di mercato, ma “i partecipanti in generale” si aspettano che l’inflazione sala verso il 2% con la riduzione delle risorse inutilizzate nei mercati dei beni e del lavoro. “Gran parte dei partecipanti” ritengono che i rischi verso il basso dagli sviluppi internazionali sono diminuiti, ma “alcuni” li ritengono ancora “significativi” e valutano i rischi domestici “quasi bilanciati”.

La riunione ha visto un’ampia discussione sui tassi reali di equilibrio, punto essenziale per 1) valutare la stance della politica monetaria e 2) determinare il punto di arrivo del sentiero dei rialzi. Lo staff ha presentato stime del tasso reale di equilibrio di breve termine intorno a zero, in linea con stime della San Francisco Fed. Questo implica, con riferimento al punto 1), che la politica monetaria non è straordinariamente accomodante.

Per quanto riguarda il tasso di equilibrio di lungo termine, si conferma la tendenza a livelli in calo ma si sottolinea l’incertezza sull’adeguatezza del tasso reale di breve termine come guida per la politica monetaria. Nella discussione, diversi partecipanti indicano che il tasso reale di equilibrio di breve termine dovrebbe risalire gradualmente, rimanendo comunque al di sotto dei livelli dei cicli precedenti. Per quanto riguarda lA strategia di politica monetaria, ecco il consenso per un probabile rialzo a dicembre: “alcuni” partecipanti ritengono che le condizioni per un rialzo siano già soddisfatte a ottobre, e “la maggior parte dei partecipanti” prevede che “queste condizioni possano benissimo essere soddisfatte entro la prossima riunione”, pur sottolineando che la decisione dipende dall’evoluzione dei dati in arrivo. Ed ecco il dissenso: “alcuni altri” ritengono improbabile che l’informazione disponibile a dicembre possa giustificare una svolta entro fine anno.

I potenziali dissenzienti si intravedono in diverse parti dei verbali, non solo nella parte relativa ai tassi, ma anche in quella sul sentiero dell’inflazione, sui rischi internazionali e sul mercato del lavoro: nelle varie parti le opinioni sono attribuite ad “alcuni”, “un paio”, “pochi”, segnalando che alla prova dei fatti, nel voto di dicembre, al probabile dissenso di Evans si potrebbe aggiungere almeno uno, se non due, voti contrari di membri del Board (Brainard e Tarullo).

Il consenso per il rialzo è giustificato non solo dall’evoluzione dei dati ma anche dalla valutazione dei rischi collegati a un ritardo nella svolta, ma il quadro generale delle opinioni comunque è improntato a grande cautela, che si registra anche nella discussione del probabile sentiero dei tassi. Nel Comitato c’è consenso sul fatto che iniziare più presto la svolta aumenta la probabilità di poter seguire un sentiero di rialzi molto piatto, fattore essenziale vista l’incertezza dello scenario.

In conclusione, i verbali confermano la presenza di un ampio consenso a favore di un probabile rialzo dei tassi a dicembre, peraltro già noto. Dalla discussione sui tassi reali di equilibrio emergono ulteriori argomenti a favore di nuove revisioni verso il basso del punto di arrivo dei rialzi e di un sentiero molto graduale. Nel complesso, i verbali danno un messaggio relativamente “dovish”, positivo sull’economia, molto moderato sui futuri rialzi dei tassi.


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