La Giunta comunale, del comune di Napoli ha deciso di querelare per diffamazione Massimo Giletti e la trasmissione di Rai UNO “L’Arena”
Non volevo scrivere una riga su questo fatto, anche perché essendo io, uno di quelli che conosce bene problemi e soluzioni, gioie e dolori della propria terra, tante volte è costretto a fare la parte del cattivo.
Napoli, diciamocelo subito, vive da anni una condizione di sbandamento, sono decenni che è schiava del malaffare e della camorra, da quella morsa che dagli addetti ai lavori viene chiamato molte volte o’sistema, già, un sistema collaudato che ti rende partecipe anche senza volontà tante volte di quella schifezza che non dona splendore alla città dei Borbone, alla patria della risata di Totò e De Filippo, alla terra che ha ospitato santi come San Gennaro e Sant’Alfonso Maria de Liguori, ma la fa diventare Malaterra come canta Gigi D’alessio.
Napoli, nel bene e nel male da Masaniello ai giorni d’oggi non è mai stata pienamente governabile questo si sa, ma posso assicurarvi che in questa contraddizione in termini, non tutto nasce per nuocere anzi, diventa molte volte virtù.
Una città che si inventa i caschi adornati di capelli per renderli meno minimal, le cinture di sicurezza disegnate sulle magliette, la famosa aria di Napoli che altro non era che una scatola vuota e venduta ai turisti che la pagavano e pagano a buon prezzo, ecco i Partenopei non sono persone nella norma, la loro condizione e la loro genialità nell’arrangiarsi continuamente ha formato generazioni di ingegneri senza laurea, di uomini senza istruzione, ma capaci di trovare a tutto una soluzione, proprio perché l’importante è sopravvivere, campare, sbarcare il lunario.
Ritornando alla querela, la trovo ipocrisia pura, perché qui non c’è nulla di tutto quello che vi ho raccontato prima , c’è tanta miseria di una classe politica inadeguata ad una metropoli come napoli, consiglieri comunali che dovrebbero operare nell’interesse della cittadinanza, che si sono impegnati e dibattuto per giorni fino alla querela di oggi, sulla possibilità di dare biglietti gratis per andare allo stadio per vedere l’amata squadra di calcio, miserie, proprio miserie.
Cara giunta, dico io, abbiamo mezza città sconquassata, abusivismo, micro-criminalità ed alta-criminalità (o’sistema) che marca stretto tutta la società, buoni e cattivi, giovane ed anziani, malaffare in tutte le istituzioni che si spariscono la torta fottendosene del domani di questa città e voi di cosa vi preoccupate?dei biglietti gratis per andare allo stadio, cos’è pazz! Insistendo nel querelare una voce fuori dal coro, bravi, tutti proprio dei grandi statisti.
La cosa che più mi dispiace è che una città meravigliosa come Napoli, sia schiava di uomini e donne di un certo livello anche culturale, politica politicante, che lascia spazio a discussioni del genere, ma in tutto questo il Sindaco cosa fa?nulla, sia chiaro, ha solo invitato il duo Giletti-Salvini a sciacquarsi la bocca quando parlano di Napoli, magari anche condivisibile come invito, ma visto tutto ciò mi sembra fuori luogo.
De Magistris si guardi bene nel fare il suo mestiere, lasci perdere i riflettori, si impegni in cose più concrete, si impegni a far sì che la cultura partenopea ridiventi motore della nostra città, si impegni a far uscire posti come Scampia, dal limbo dello spaccio di droga, si sbatta per far sì che si rialzi in nome della legalità e non solo per farci qualche discarica di immondizia.
Si impegni per esempio a far suo il monito del Cardinal Sepe «fare ogni sforzo per dare sicurezza e serenità ai cittadini, soprattutto in quei territori che presentano particolari criticità di ordine pubblico» ecco, prenda nota.
Io come figlio di una Napoli popolare e popolana, cresciuto in quartieri come Scampia e la Sanità posso solo augurare il meglio alla mia città, nella speranza che ci sia un domani migliore per tutti, anche perché come scrive GiGi nella sua Malaterra – io pure quando sto luntano, songo napulitane, pecche’ so figlio e chistu mare, so malaterra e ammore. Già , malaterra e ammore e mi fa soffrire vederla bistrattata a destra e a manca. Coraggio.