C’è una bella differenza tra La legge di stabilità presentata in conferenza stampa dal presidente del Consiglio e dal ministro dell’Economia e Finanze e quella sottoposta all’esame del Parlamento. In quella con le slides c’erano tutte le cose belle e positive, in quella dell’atto parlamentare ci sono le norme, la relazione di accompagnamento, la relazione tecnica, i prospetti di copertura. In definitiva, i numeri non lasciano spazio ad interpretazioni edulcorate. La dimostrazione viene confermata dal complesso delle audizioni che vengono svolte e che, pur rappresentando un rito usurato per la compressione dei tempi, hanno però, attraverso i documenti, il significato di testimonianze autorevoli, anche se molti auditi lasciano il compito alle seconde e terze linee.
Che cosa ci dice la legge di stabilità 2016? Il prospetto di cui all’allegato 4 indica per un totale di oneri di 31.646 mezzi di copertura per 13.918 con una differenza negativa di 17.728. Tale sbilancio sale a 21.030 nel 2017. Dunque una manovra in deficit. La spending review è rimasta nelle penne o nei computer dei commissari preposti.
Roberto Sommella su Formiche.net richiamava l’attenzione sui mercati finanziari, sulla politica della Bce e sui benefici per il nostro Paese. Affermava, tra l’altro, “che succede con tassi a zero e nuovi diktat tedeschi e inoltre”. Questo ultimo aspetto solo per l’Italia significherà per il 2016 oltre 6 miliardi di euro in meno di interessi da pagare su 2.100 miliardi di debito pubblico, una solida spending review compiuta senza colpo ferire e senza tagli e lamentele lineari”. Nella tabella in legge stabilità del bilancio integrato per il 2016, quindi dopo la manovra, la spesa per interessi viene cifrata in 84.137 in aumento rispetto ai 79.588 del bilancio assestato 2015! Quindi, una sostanziale crescita.
Sempre nella stessa tabella si scopre che la spesa in conto capitale viene cifrata a 37.926 in misura inferiore a bilancio assestato emendato fissato a 38.447. È inutile soffermarsi ora sui temi più politici come la spesa sanitaria e la relativa sceneggiata governo-Chiamparino che porterà ad un inevitabile compromesso finanziario attraverso un decreto di sanatoria per le regioni in piena sessione di bilancio, oppure sul limite del contante nella lotta alla evasione. Ciò farà parte della trattativa tra governo e Pd nel contrastato rapporto con la minoranza interna e che investirà inevitabilmente la questione ideologica Tasi-Imu. Certamente quelle risorse potevano essere impegnate meglio intervenendo in modo più selettivo nella fiscalità immobiliare oppure sulla struttura dell’Irpef o nella lotta alla povertà.
Quello della spesa per interessi è in ogni caso, uno dei tanti misteri di questa finanziaria, che non può essere solo quella delle slides, ma anche dei numeri veri, che però bisogna leggere nelle pieghe dei documenti di bilancio.