L’Italia riparte se c’è cultura d’impresa

L’Italia che riparte, lo fa in uno scenario globale complesso, in cui la barbarie medioevale riprodotta nel ventunesimo secolo dai terroristi islamici fa da angoscioso contraltare all’impegno di chi, in prima linea, crea lo sviluppo, porta avanti l’industria 4.0, pone le basi per una nuova crescita dell’economia mondiale. In tutto questo c’è bisogno di visione. Di una cultura che si integri al messaggio meramente produttivistico, che lo indirizzi verso le frontiere dell’ecosostenibilità, valorizzando qualità ed eccellenza.
E’ davvero intrigante il modo in cui questo mix si sta realizzando in ambito confindustriale con iniziative di spessore assoluto come la Settimana della Cultura d’Impresa.
Giorgio Squinzi e la sua presidenza hanno innovato profondamente una manifestazione già fiore all’occhiello della confederazione, con l’apporto illuminato del Coordinatore del Gruppo Cultura di Confindustria, Antonio Calabrò.

La svolta di Calabrò sta soprattutto nell’integrazione piena tra i valori portati avanti dal mondo dell’impresa e meritevoli di essere diffusi e diventare patrimonio della società, da un lato, e le strutture e le modalità di espressione della cultura classica e innovativa, dall’altro.
Ne è una testimonianza esemplare “L’Impresa va in scena”, iniziativa centrale della Settimana, promossa da Confindustria e Museimpresa: l’industria, intesa come capacità d’intraprendere, creatività, lavoro, maestria produttiva che si concretizza nei cosiddetti beni ‘belli e ben fatti’, viene rappresentata in una serie di teatri italiani, dal Cucinelli di Perugia al Foyer della Rai di Napoli, al Parenti di Milano, al Piccolo Eliseo a Roma. Letture tratte dall’antologia “Fabbrica di carta”, curata da Giorgio Bigatti e Giuseppe Lupo, e dai romanzi “L’estate infinita” di Edoardo Nesi e “Cellophane” di Cinzia Leone. Ad andare in scena è la cultura politecnica. Per dirla con Calabrò, “un’inclinazione tutta italiana alle sintesi tra umanesimo e scienza, visioni letterarie e artistiche e competenze tecnologiche, cultura del progetto e cultura del prodotto”.
E’ un autentico tesoro, questo delle imprese e dei prodotti di eccellenza made in Italy, che deve essere conosciuto oltre i confini della ‘fabbrica’. Dobbiamo superare steccati ancora presenti, che spesso creano resistenze ingiustificabili alla diffusione della cultura dell’impresa e dell’innovazione. Finendo per assimilare il concetto di industria solo a criticità e negatività evidenziate da casi di cronaca, che restano eccezioni di un sistema per sua natura portatore di sviluppo.
Impresa è cultura, e iniziative come la Settimana possono avvicinare questo mondo affascinante al cittadino comune. Nello spirito di quel nuovo modello di crescita per cui, come spiega Calabrò nel suo recente saggio “La morale del tornio” (Egea), imprenditori, manager e tecnici devono saper essere ‘ingegneri-filosofi’, “con una forte intelligenza del cuore”.

Ecco il programma completo:
Questa è la versione .html del file contenuto in http://www.museimpresa.com/wp-content/uploads/2015/10/Calendario-Settimana-Cultura-Impresa_2015.pdf