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Perché Giovanna Martelli ha lasciato il Pd

Giovanna Martelli, renziana della prima ora, deputata dem e consigliera per le politiche di pari opportunità del Presidente Renzi sullo scranno più alto della Presidenza del Consiglio, ha conquistato le pagine del Corrierone perché ha lasciato il gruppo e si è iscritta a quello Misto. Pare che avesse chiesto di anticipare il suo turno nella votazione per i giudici della Consulta allo scopo di poter partecipare, puntuale, ad un’iniziativa promossa nella Giornata contro la violenza alle donne. Il permesso, prima accordato, le era stato revocato a favore di una collega che doveva sottoporsi ad una visita medica. A commento del gesto di stizza poniamo due domande:

1) chi si occupa di pari opportunità non dovrebbe, innanzi tutto, essere solidale con un’altra donna che ha problemi di salute?

2) Se l’on. Martelli si fosse presentata all’iniziativa contro la violenza scusandosi per un ritardo dovuto ad un voto tanto importante non sarebbe stata compresa e giustificata?

Martelli da quando si è insediata “miracolata” non ha mai dato segni di particolare attivismo positivo. La questione che abbiamo registrato essere stata particolarmente curata (e non certo con buoni risultati ) è l’esagerato spazio discrezionale lasciato al Dipartimento Pari opportunità in materia di omosessualità, capitanato da un tal Giorgi protagonista del libello divulgato nelle scuole con pretenziosi obiettivi didattici, peraltro opportunamente criticati.

Martelli pare essersi occupata di violenza sulle donne con un Piano Nazionale al quale è stato assegnato una ridicola risorsa che doveva, udite udite, invece applicare la famosa Convenzione di Istanbul (ben 81 articoli!) che in Italia se pur sottoscritta dal Governo, non è neanche lontanamente conosciuta tanto meno sviluppata. Il dubbio legittimo che sorge spontaneo è che la mossa di Martelli sia anticipatrice dei movimenti che si stanno verificando a livello Nazionale per conquistare la poltrona di Ministro delle Pari Opportunità, lasciato colpevolmente vuoto da Renzi e peraltro molto modestamente occupato dalla transfuga Consigliera Renziana e da un dipartimento rissoso che non si è preoccupato di mettere in moto un circuito virtuoso anche a seguito delle potenti politiche sia in ambito pubblico che privato che puntano ad una maggiore occupabilità delle donne giovani e adulte, che è e rimane il problema vero della questione femminile in Italia.

La parità di genere segnalata come priorità dai recentissimi dati ILO,OCSE, ISTAT ecc…e rilanciati sia da Papa Francesco sia dal Presidente Mattarella hanno trovato nel processo riformatore leve importanti perché siano sviluppate con quella responsabilità che segnaliamo essere presente sia negli otto decreti del JOBS ACT, sia nella Riforma della Pubblica Amministrazione che hanno come perno, come correttamente sottolineano sia il Ministro Poletti che il Ministro Madia, una coraggiosa ed innovativa applicazione della flessibilità lavorativa che produce maggior produttività riconosciuta attraverso modalità organizzative aziendali che valorizzano e premiano il merito.

Così come è necessario sviluppare con le necessarie competenze percorsi e sistemi organizzativi e di carriera per favorire la permanenza delle donne anche in costanza di alternanza tempi di vita e di lavoro, per prevenire la discriminazione occupazionale quando si è finalmente capito che maggiori donne che entrano e rimangono nel mercato del lavoro aiutano il nostro sistema produttivo il nostro Pil ad essere un valore piuttosto che un onere che ha messo sotto accusa e massacrato sistematicamente la maternità come problema, quando in un Paese civile,la maternità è un valore sociale ed economico soprattutto in considerazione del fatto che nel 2020, saremo un paese di vecchi ed anziani. Dunque anziché mettersi al lavoro e serrare le fila a Palazzo Chigi la squadra scomposta delle Pari opportunità che ha comunque a disposizione ancora parecchie risorse che spreca, si perde in convegni celebrativi, rissosi brusii , sclerotici e rancidi settarismi “de sinistra” chiusi nelle loro stanze grigie autoreferenziali e inutili,mentre fuori l’italia ,l’Europa e il mondo affrontano con una straordinaria difficoltà la vita e la guerra.


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