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Produzione industriale sull’altalena

industria, investimenti

La produzione industriale è cresciuta di 0,2% m/m a settembre, dopo essere calata di -0,5% m/m ad agosto. Il dato è risultato inferiore alle nostre previsioni (e di consenso). In ogni caso, la variazione annua è accelerata a +1,7% da +1% precedente (in termini corretti per gli effetti di calendario).

PERCENTUALI IN ALTALENA

Se il contributo negativo dall’energia era atteso (seconda flessione consecutiva dopo il boom di luglio: -1,5% m/m), la sorpresa rispetto alle previsioni si spiega soprattutto con il contributo negativo dai beni di consumo non durevoli (-1,4% m/m), oltre che con il secondo mese di stagnazione della produzione di beni di investimento. Hanno invece messo a segno un rimbalzo (dopo il calo di agosto) sia i beni di consumo durevoli che i beni intermedi (+1,2% e +0,7% rispettivamente).

L’ANALISI PER SETTORI

Lo spaccato per settore di attività economica mostra un miglioramento rispetto al mese precedente: dei 13 settori manifatturieri, il numero di quelli che risultano in progresso su base annua risale a 9 dai 5 del mese precedente. Il comparto di gran lunga più brillante, anzi in accelerazione a settembre, si conferma quello dei mezzi di trasporto (+23,2% a/a, ancora trainato dalle auto che mettono a segno un aumento a doppia cifra per il dodicesimo mese consecutivo: +53,1% a/a). Si confermano in netta crescita tendenziale anche i prodotti petroliferi raffinati (+12,3% a/a) e, tra gli altri, le apparecchiature elettriche (+4,8% a/a, pur in frenata nel mese). Rallenta invece la meccanica, che torna a una crescita vicina a zero rispetto ad un anno prima (+0,3% a/a). Restano in rosso il tessile (-4% a/a), l’alimentare (-1,7%) e il comparto metallurgico (-1,1%), oltre alle altre industrie manifatturiere (-2,5% m/m), che comprende molti comparti tipici del made in Italy assai legati alle esportazioni. Al di fuori del manifatturiero, si mantiene in calo su base annua l’attività estrattiva (-4,5% a/a), mentre pur con la correzione di settembre resta in espansione la fornitura di energia (+1,3% a/a).

IL COMMENTO

In sintesi, il rimbalzo della produzione industriale a settembre è indubbiamente meno pronunciato di quanto ci si potesse attendere sulla base delle indicazioni giunte dalle indagini di fiducia delle imprese. La frenata registrata nel mese da alcuni comparti tipicamente export-led (ad esempio farmaceutica, meccanica, alimentare, tessile) potrebbe essere un segnale dell’impatto sull’export della minor domanda estera (non solo dai Paesi emergenti ma anche dalla Germania).

LO SCENARIO

Tuttavia, il dato non implica indicazioni di rallentamento dell’economia. Il trimestre estivo si è chiuso con un incremento di 0,4% t/t della produzione industriale, in linea con quanto registrato in primavera. Ciò suggerisce che il PIL nel trimestre potrebbe essere cresciuto dello 0,3% t/t come nei tre mesi precedenti (la nostra forchetta di stima, prima del dato sulla produzione industriale, era tra 0,3% e 0,4% t/t). Non è da escludere però che una (modesta) accelerazione dell’attività economica sia rimandata al trimestre in corso. Tale profilo è coerente con la nostra stima di un PIL italiano in crescita di 0,8% nel 2015.

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