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Quali sono le caratteristiche del terrorismo di matrice religiosa?

Isis

Gli ultimi attentati di Parigi hanno riaperto il dibattito sulla lotta al terrorismo. Ci siamo mai chiesti cosa spinge dei ragazzi a compiere azioni così brutali come quelle dello scorso 13 Novembre? Quali sono le caratteristiche del terrorismo, in particolare quello di matrice religiosa?

Prima di tutto, diamo la definizione di terrorismo: L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e simili. Possiamo però distinguere tra due tipi di terrorismo: uno di matrice secolare, l’altro di matrice religiosa.

Per tutto il periodo della guerra fredda, il terrorismo internazionale è rimasto un fenomeno di matrice secolare. I gruppi terroristici, utilizzavano la religione solo come strumento di identificazione e appartenenza utile per alimentare la lotta politica. Essi preferivano evitare attacchi indiscriminati, per paura di perdere il sostegno nazionale ed internazionale alla loro causa.

La svolta si ha nel 1979, anno della rivoluzione iraniana. In quell’anno i religiosi sciiti utilizzarono gli insegnamenti del Corano per rovesciare lo scià di Persia. L’obiettivo in questo caso era ridimensionare l’influenza delle forze occidentali su tutta l’area Mediorientale.

Con la fine della guerra fredda, si assiste alla progressiva affermazione sulla scena internazionale del terrorismo di matrice religiosa.

Quest’ultimo, a differenza del terrorismo tradizionale, è caratterizzato da:

• un pensiero apocalittico: cioè l’idea che il mondo sia prossimo alla fine;
• la presenza di leader carismatici che dominano spiritualmente gli appartenenti al gruppo;
• il fatto che molti dei sui seguaci vivano separati dal resto della comunità di riferimento, demonizzando ogni individuo al di fuori del loro gruppo.

Inoltre, i gruppi terroristici di matrice religiosa si differenziano da quelli “secolari” per: il concetto di violenza; la percezione della società esterna; la struttura decisionale; il processo di reclutamento dei militanti; gli aspetti motivazionali.

Riguardo al concetto di violenza, si può affermare che mentre per i gruppi di matrice secolare essa rappresenta un mezzo a cui ricorrere per modificare la società, per i gruppi di matrice religiosa è un fine e soprattutto un precetto religioso. La violenza quindi diventa un dovere religioso. Questo spiega perché i terroristi si sentano impegnati in una battaglia fra bene e male, che porta inevitabilmente alla guerra totale.

Per quanto riguarda la percezione della società esterna, è bene ricordare che i terroristi di matrice religiosa non si considerano parte dell’ordine sociale costituito. Essi soffrono di un profondo senso di alienazione, arrivando a percepire se stessi come estranei alla società e alla vita normale. Quest’ultimo aspetto contribuisce a rendere i terroristi ancora più inclini a commettere attacchi indiscriminati contro i loro nemici – tutti quelli che non appartengono alla stessa religione o allo stesso gruppo – ricorrendo ad attacchi di tipo non convenzionale.

Le decisioni strategiche all’interno dei gruppi religiosi vengono prese da autorità religiose. Quest’aspetto contribuisce ad indebolire il limite morale dei terroristi. Le decisioni sono giustificate dai testi sacri. I leader parlano a nome di Dio. Le azioni terroristiche sono quindi giustificate da Dio.

I gruppi terroristici secolari sono solitamente composti da un numero ristretto di militanti, mentre i gruppi terroristici di matrice religiosa sono composti da un numero indefinito di militanti. E’ indefinito perché nelle attuali società occidentali – ma non solo – chiunque è un potenziale terrorista – ovviamente colui appartenente alla religione di riferimento del gruppo terroristico – pronto a colpire la società e lo Stato in cui risiede. Società in cui molto spesso è nato e cresciuto. Quest’aspetto rende assai difficile l’attività di intelligence. Questo perché come si accennava in precedenza, il processo di indottrinamento – che avviene attraverso la manipolazione psicologica – ha creato un numero indefinito di terroristi “part-time”, pronti ad attivarsi nel giro di un breve periodo di tempo, agendo quasi sempre individualmente, senza cioè un coordinamento esterno. Tuttavia, gli ultimi attentati di Parigi rappresentano una novità. L’azione simultanea lascia pensare ad un effettivo coordinamento. Quest’aspetto dev’essere però ancora verificato e comprovato.

Infine, gli aspetti motivazionali dei gruppi di matrice religiosa sembrano essere assai complessi. I membri di basso rango agiscono per fervore ideologico. Al contrario, le motivazioni dei vertici delle organizzazioni terroristiche sono di tipo politico. Essi mirano principalmente a porre fine ad una presunta oppressione. La religione diventa quindi lo strumento usato per il conseguimento di un obiettivo politico.


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