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Tutte le novità nel ddl Stabilità

I lavori sul ddl stabilità, su cui il governo presenta un maxiemendamento sul quale chiedere la fiducia, stanno proseguendo con stop and go per avere tempo per concludere la stesura del ‘maxitomo’, su cui pesano ovviamente le ultime verifiche da parte della Ragioneria dello Stato per le relative eventuali coperture. Infatti la fiducia significa un via libera dal MEF, il nuovo calendario basato sul voto finale e dunque ore importanti per capire quanto gli interventi nella commissione Bilancio, visto che è lo stesso governo che chiede la fiducia al parlamento, sono compatibili. Dunque se arriva il via libera da Palazzo Madama poi si torna alla Camera. Vero è che il Parlamento nel difendere le sue prerogative nella Commissione rispetto al Governo ha introdotto variazioni molto importanti che hanno un impatto positivo sull’economia famigliare, comunque legate anche ad un emendamento che dà la possibilità ai Comuni di derogare rispetto a delibere che hanno approvato  sui tributi locali previste entro il 30 settembre 2015.

Il termine per la presentazione da parte dei Comuni delle delibere su “regolamenti, aliquote e tariffe”, scadeva il 30 luglio e così alcune correzioni visto i tagli che i comuni hanno avuto, potranno essere applicate e non proprio agevolanti per le tasche e i servizi ai cittadini. Ma vediamo alcune modifiche che si ritengono positive. Lo stop sull’Imu per casa in uso ai figlio ai genitori: in pratica così la casa ceduta viene trattata come prima casa anche se il proprietario non vi risiede. Così come anche Imu e Tasi agevolate  per i proprietari di case che vengono date a parenti disabili, coniugi separati, personale forze armate. Lo sconto del 25% dell’Imu per chi affitta a canone concordato (anche per far emergere gli affitti in nero e così agevolare anche gli studenti fuori sede),Canone Rai a 10 rate ed eventuali esenzioni, congedo parentale per papà raddoppiato e cioè di due giorni che possono essere presi separatamente, raddoppia il tetto al bonus per l’acquisto di mobili previsto dalla legge di Stabilità per le giovani coppie che acquistano la prima casa la cui soglia massima delle spese sostenute, su cui applicare la detrazione del 50%, sale da 8.000 a 16.000 euro.

Proroga a tutto il 2016 dei voucher per il baby-sitting introdotti dalla legge Fornero, per cui vengono stanziati 20 milioni di euro. Grazie a questo strumento le lavoratrici, entro gli 11 mesi successivi al rientro dopo una maternità, possono usufruire, in alternativa alla prosecuzione del congedo, di un assegno di 600 euro mensili per un massimo di 6 mesi, quale contributo per le spese della babysitter. Il fondo per le scuole paritarie viene incrementato di 25 milioni di euro e per concorrere alle spese sostenute per l’acquisto di libri di testo e altri contenuti didattici per la scuola dell’obbligo sarà istituito un Fondo presso il ministero dell’Istruzione un Fondo di 10 milioni per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018.

Su queste importanti novità che danno una boccata di respiro alle politiche di sostegno alle famiglie, pesano come macigni tutta la questione del reperimento di risorse attraverso meno licenze, più controlli certi sul territorio e anche più tasse sul gioco e sulle slot machine. Un combinato disposto che deve mettere fine alla giungla e al mercato sregolato e recupera una parte della delega fiscale sulla quale sulla materia si è arenato il Governo. Il gioco d’azzardo infatti in Italia è un danno furioso che colpisce moltissime famiglie. Il governo dispone nel testo un aumento del prelievo erariale unico (Preu) dal 13 al 15% per le cosiddette new slot, cioè le macchine installate nei bar, tabacchi o altri punti vendita di diverse merci. Per quanto riguarda invece le cosiddette videolotteries, cioè quelle installate nei minicasinò, il prelievo passa da 5 al 5,5%. La prima manovra dà un gettito di 500 milioni per ciascun anno del triennio, la seconda 100 milioni sempre di qui al 2018.

Circa mezzo miliardo (una tantum nel 2016) arriverà anche dal rinnovo delle concessioni per sale scommesse, corner e bingo. Proprio qui sta la novità. Oggi esistono infatti circa 17mila punti gioco, ma la gara sarà limitata a 15mila concessioni, di cui 10mila nelle sale dedicate esclusivamente al gioco, e le altre nei locali dove la commercializzazione del gioco è accessoria (tipo tabacchi o bar). Dunque, l’offerta cala di duemila unità. In più sempre tra le 5mila macchinette consentite agli esercenti dei locali di diverse merci, solo mille potranno essere istallate dove si vendono bevande. In altre parole, non più di mille nei bar. È un altro «paletto» importante, che in ogni caso segnala un orientamento più incline alla limitazione del gioco piuttosto che alla sua diffusione.

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