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Vatileaks 2 visto e commentato dai siti cattolici

C’è chi punta il dito contro i corvi, chi se la prende con i giornalisti che pubblicano documenti trafugati e infine chi mira a salvaguardare l’unità della Chiesa. Il caso Vatileaks 2 che ha portato all’arresto di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e di Francesca Immacola Chaouqui, già membri della Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative del Vaticano (Cosea), scatena reazioni differenti sui siti e blog di area cattolica.

FAMIGLIA CRISTIANA PRENDE DI MIRA LA CHAOUQUI

Tra le righe dedicate da Famiglia Cristiana alla vicenda, emerge una certa avversione verso Chaouqui. Il settimanale dei Paolini nel suo sito ricorda non senza una vena polemica come la giovane pr calabrese pur avendo “costantemente informati della sua vita via social network non ha avuto invece il tempo di postare nulla sul suo arresto”. In realtà, il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo, avvenuta il 2 novembre, Chaoqui ha ripreso il suo attivismo sui social dichiarandosi innocente, smentendo interviste e fornendo la sua versione. Famiglia Cristiana però ha continuato a a bacchettarla. “Per una esperta di comunicazione che era stata chiamata al ruolo di commissaria pontificia per il riordino dei dicasteri economici della Santa Sede – scrive – la discrezione doveva essere tutto. E invece per Immacolata Francesca Chaoqui, 33 anni, origini calabresi (è di San Sosti, provincia di Cosenza), lobbista rampante e con esperienze nel gruppo Ernst & Young, il primo scandalo che nell’estate del 2013 la vede al centro della bufera riguarda proprio una serie di suoi incauti tweet al veleno su Benedetto XVI , sul cardinale Tarcisio Bertone e sull’ex ministro Giulio Tremonti. Tutti cinguettii che lei disse di non riconoscere come suoi (‘sono stata vittima di sciacallaggio‘) e pubblicati su Twitter tra il 2012 e il 2013, per poi essere subito rimossi dall’autrice dopo l’esplosione dello scandalo su giornali e tv”. Il settimanale rileva infine come “ciò che fin da subito ha creato imbarazzo Vaticano è stata la conoscenza di Chaoqui con il giornalista Gianluigi Nuzzi, autore del libro Sua Santità, contenente i documenti rubati da Paolo Gabriele a Benedetto XVI ai tempi del primo Vatileaks, e che sta per andare in libreria con un altro libro, Via Crucis, contenente documenti riservati”.

LA VERSIONE DELLA BUSSOLA

Prima di ogni altro commento, il direttore della Bussola Quotidiana Riccardo Cascioli mette in chiaro un concetto: “Deve esser chiaro che non c’è nulla che giustifichi tali azioni, anche se qualcuno pensasse in questo modo di fare il bene del Papa o della Chiesa”. Detto ciò, la sua analisi non risparmia una velata critica alla selezione del personale Oltretevere. “È vero che dato il funzionamento della macchina vaticana, la trafila ordinaria per le nomine può risultare farraginosa e rimanere ostaggio di burocrazia e cordate varie – annota Cascioli -. Ma è altrettanto vero che le scelte fatte sulla base di intuizioni o di segnalazione degli amici degli amici, al di fuori di processi seri di selezione, comportano altrettanti rischi, se non peggiori”. Il direttore ricorda infatti come già il vaticanista dell’Espresso, Sandro Magister, in passato avesse sollevato il caso di monsignor Battista Ricca, “nominato nel 2013 da papa Francesco prelato dello Ior, ma con una brutta storia di scandalo pubblico legato all’omosessualità durante il suo servizio presso la nunziatura in Uruguay. E altri personaggi che hanno scalato posizioni in questi anni rischiano di provocare problemi in un prossimo futuro”. Infine Cascioli sottolinea come in questa vicenda nelle reazioni della stampa sia ravvisabile una “estrema prudenza” e “il distacco di quanti fino a pochi giorni fa gridavano al complotto a ogni piè sospinto, perfino per una lettera con tanto di firme consegnata a mano al Papa. Indubbiamente stavolta lo schema della ‘vecchia guardia’ non funziona un granché, visto che la Chaouqui è nomina tutta bergogliana e lo stesso Vallejo Balda da papa Francesco era stato promosso”.

TEMPI STRAPAZZA NUZZI E FITTIPALDI

Nel mirino di Tempi.it, sito del settimanale diretto da Luigi Amicone, ci finiscono invece i giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, autori dei libri-inchiesta Via Crucis e Avarizia nei quali sono pubblicati documenti rubati in Vaticano. “Non ci vuole un gran paladino della legalità, e nemmeno una guardia svizzera di comprovata fedeltà papista, per capire che rubare e ricettare documenti e informazioni (addirittura registrazioni di colloqui privati) non è un gran bel modo di servire una qualunque causa, per nobile che sia” scrive Tempi.it. “Stupisce perciò, anzi fa ridere – continua -, che Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, il giornalista dell’Espresso e il suo collega di Mediaset autori dei due libri maltrattati da padre Lombardi, scelgano di difendersi dalle accuse di ricettazione dichiarandosi praticamente banditi gentiluomini al servizio del bene”. Secondo il giornale web, “è improbabile che un’operazione mediatica così torbida si tramuti misteriosamente in un miracolo di trasparenza”. Anzi, “l’unica certezza è che la fuga di notizie servirà a portare tanta misericordia nelle tasche di Nuzzi, Fittipaldi e dei loro gruppi editoriali di riferimento”.

ADINOLFI INVOCA SANTA LUCIA

Dalle parti de La Croce si punta invece ad alzare il livello del dibattito, ergendosi a paladini dell’unità della Chiesa. Il direttore del quotidiano, Mario Adinolfi, lo fa prendendo a prestito alcune parole dalla canzone Santa Lucia di Francesco De Gregori. “La verità è che l’incrocio tra interessi colossali (economici, editoriali, giornalistici, di potere) ha ‘bruciato vivo’ qualcuno e questa ‘corona di stelle e di spine’ che è la Chiesa è attraversata dall’assalto di chi vuole dividerla, per indebolirla, per abbatterla – scrive Adinolfi -. Il progetto è sempre lo stesso, usare la narrativa ‘politica’ per raccontare una Chiesa composta da gruppi di avide bande che il Papa “rivoluzionario” vorrebbe scacciare”. Quindi la conclusione: “Se i cattolici resteranno uniti, l’assalto non produrrà che qualche ammaccatura. Agevolare la strategia divisiva può invece causare conseguenze catastrofiche per la Chiesa. Preghiamo davvero Santa Lucia ‘per le persone facili che non hanno dubbi mai’. Qui servono occhi per vedere”.

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