Sul Corriere della Sera Federico Fubini ha voluto ricordare la vicenda del fallimento della Banca Italiana di Sconto del 1921 offrendo una lettura collegata alla situazione delle obbligazioni subordinate delle 4 banche salvate. Vanno però fatte alcune precisazioni di contesto.
La storia della Banca Italiana di Sconto fu una storia breve perché nacque il 15 dicembre 1914 come spinta al credito industriale e con la fusione del Credito Provinciale e della Società Bancaria, e chiuse gli sportelli il 28 dicembre 1921. Dunque appena 7 anni. Quello fu un eccesso di indebitamento del sistema industriale seguito da inflazione da debiti. Oggi dopo una fase deflattiva siamo in fase di ripresa debolissima con inflazione prossima allo zero e comunque sotto gli obiettivi fissati dalla BCE.
La Banca Italiana di Sconto nella affannosa ricerca di liquidità si spinse all’assalto della Banca Commerciale e al complesso industriale sottostante. Quindi è storia anche di scalata e di legame incestuoso banca industria. E’ proprio il fallimento dell’ultimo tentativo ostile nei confronti della Banca Commerciale che fece emergere problemi di liquidità alla Banca di Sconto con la falsificazione del Bilancio del 1920.
La risposta del governo del tempo fu flessibile. Si rifiutava il salvataggio ed si evitava il fallimento. Il Ministro dell’Industria Belotti ricostruì il tutto alla Camera il 22 maggio 1922. Il Governo promosse un Consorzio di salvataggio coinvolgendo gli istituti di emissione Banca d’Italia, Banco di Sicilia e Banco di Napoli. Furono stanziati 600 milioni che erano insufficienti. Ne servivano il doppio.
Con il RD 28 dicembre 1921 fu ripristinata la moratoria. I 400 mila depositanti venivano garantiti tra il 75 per cento fino al 65 per cento per coloro che erano esposti per più di 5.000 lire. Oggi agli obbligazionisti subordinati delle 4 banche con un fondo di 100 milioni di euro verrebbero ristorati importi interno al 20 per cento. Stiamo sulle percentuali di ristoro dopo la incostituzionalità del blocco degli automatismi sulle pensioni dopo la pronuncia della Corte Costituzionale.
Un fatto curioso. Nel cda erano presenti due senatori Gavazzi e Scalini che furono processati dall’Alta Corte di Giustizia in Senato. Furono assolti. Un altro fatto curioso uno dei due, Gavazzi, aveva debuttato con un interpellanza moralizzatrice sulla vicenda dello scandalo della Banca Romana. Corsi e ricorsi della storia.
Come affermerà Benedetto Croce:” Non appartiene allo storico soffermarsi sugli incidenti dei cosiddetti “scandali bancari” e sule indagini delle responsabilità e delle colpe, materia prediletta dei moralisti a buon mercato , adoperata ai loro fini dagli oppositori, Affaristi, uomini poco scrupolosi e poco dignitosi, amministratori fraudolenti, impiegati infedeli e o venali, e piccole e grosse rapine, sono cose di tutti i tempi e di tutti i paesi, e in certi tempi e in certi paesi, per effetto di talune circostanze si addensano e scoppiano in modo grave; ma il male vero si ha quando si addensano e non scoppiano, cioè quando non danno luogo alla reazione della coscienza, e al castigo e alla correzione: il che non si può dire che non accadesse allora in Italia, dove si ebbe col male il rimedio, e gli scandali cessarono di essere tali, appunto perché furono qualificati e trattati come tali”.