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Brasile, ecco perché Dilma Rousseff non teme troppo l’impeachment

Dopo ventotto richieste di impeachment presentate questo anno contro Dilma Rousseff, il presidente della Camera di Deputati, Eduardo Cunha, ha deciso di aprire il processo per la destituzione del capo di Stato. Dietro questa scelta, secondo alcuni osservatori, ci sarebbero però motivazioni più effimere rispetto alla crisi economica e politica che affronta il Paese.

La richiesta di sostituire la presidente del Brasile si basa su presunte manovre fiscali irregolari che sarebbero state effettuate dall’amministrazione per aggiustare il bilancio del governo durante il 2015. Poche ore dopo l’annuncio della Camera dei deputati, Rousseff ha detto in tv che si tratta di accuse incoscienti, ma ha detto di essere “tranquilla” e avere “fiducia nelle istituzioni”. È convinta che la richiesta sarà archiviata e ha aggiunto che non possiede conti all’estero, come speculato da alcuni, e non ha commesso alcun reato. Una chiara allusione a una vicenda che riguarda invece Cunha. Tuttavia il presidente della Camera ha assicurato che la decisione assunta riguardo la Rousseff non è motivata da questioni politiche o personali, anche se i rapporti tra i due non sono certo cordiali.

L’OPERATION LAVA JATO

Un terremoto scuote il Brasile da più di un anno, l’Operation Lava Jato, un’indagine sulle irregolarità della compagnia petrolifera Petrobras, che ha reso pubblica l’esistenza di diverse reti di corruzione e ha condotto agli arresti domiciliari noti esponenti del mondo finanziario, politico ed economico del Paese. Tra questi, l’ex socio e fondatore di BTG Pactual, Albert Esteves (qui l’articolo di Formiche.net). Alcuni schizzi di questa vicenda sono arrivati a Cunha, che avrebbe dovuto affrontare a breve un processo per corruzione, riciclaggio di denaro e frode fiscale attraverso un conto in Svizzera. Per Humberto Costa, senatore del Partito dei Lavoratori, “Cunha ha ricorso al livello più basso di ricatto che si possa immaginare”.

L’ACCORDO CON L’OPPOSIZIONE

Secondo il quotidiano Folha de S. Paulo, prima dell’annuncio di Cunha, il vicepresidente Michel Temer aveva incontrato rappresentanti dell’opposizione per trattare un’eventuale allontanamento della Rousseff dalla presidenza. In quell’incontro, avvenuto nella residenza ufficiale di Temer a Brasilia, il Palazzo di Jaburu, sette senatori dell’opposizione si sarebbero detti d’accordo ad affidare a Temer l’incarico in modo transitorio, a patto che accogliesse la richiesta di impeachment contro la Rousseff.

UN LUNGO PROCESSO IMPROBABILE

Analisti politici brasiliani sostengono che la richiesta non troverà favore nei due terzi del Parlamento (513 deputati), numero necessario per far partire il processo contro la presidente. Se invece ciò accadesse, dovrà poi essere approvata da 54 degli 81 membri del Senato. La procedura potrebbe richiedere mesi. “Non ci sono molte possibilità di destituire la presidente Rousseff come dicono i politici, nonostante la decisione di Cunha”, ha detto a O Globo Luciano Dias, consulente della compagnia Analisis Politico con sede a Brasilia. “Non è molto probabile per adesso”.

LE DINAMICHE DEL PROCESSO

Da questo momento una commissione formata da deputati di tutti i partiti dovrà analizzare la richiesta di destituzione e la presidente dovrà rispondere alle accuse. L’organismo presenterà un rapporto, a favore o contro l’impeachment, che come detto dovrà poi avere il via libera della Camera.

Da quando Dilma Rousseff è arrivata al potere, la spesa pubblica è aumentata soprattutto a causa dell’indebitamento delle imprese statali. La crescita è caduta del 4,5%, mentre il deficit pubblico è arrivato al 10%. La disoccupazione è all’8% e l’inflazione al 9,9%. Qui un grafico pubblicato su Twitter da un analista economico di Bloomberg TV sulla “bolla finanziaria” del Brasile scoppiata dal 2010 ad oggi.

grafico

IL MIRACOLO ECONOMICO SVANITO

Lo scandalo di corruzione su Petrobras ha ridotto del 50% gli investimenti della compagnia. L’indice Pmi (Purchasing managers index) dell’industria ha sofferto questo martedì una nuova contrazione della produzione industriale dell’8%. Secondo il capo economista dei mercati emergenti della Capital Economics, Neil Shearing“ci sono tutti gli indizi per sostenere che il Brasile stia soffrendo la peggior recessione degli ultimi 30 anni”.

Membri del Partito dei Lavoratori hanno già presentato un ricorso alla Corte Suprema di Giustizia per chiedere l’annullamento della richiesta di impeachment di Cunha. Mentre il Comitato d’etica del Parlamento deciderà, la prossima settimana, se iniziare un processo contro Cunha per destituire lui dall’incarico.



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