Da dottore in Fisica a sviluppatore informatico fino a braccio destro del direttore generale della banca vaticana. E’ il percorso di Giulio Mattietti, dal 2006 Chief Information Office dello Ior (in altre parole, responsabile informatico della banca), pochi giorni fa indicato nella nota stampa diramata dalla Santa Sede come colui che dovrà coadiuvare nella gestione dell’istituto il neo dg Gian Franco Mammì “in attesa della scelta del nuovo vice direttore”. Entrato allo Ior quasi vent’anni fa (nel 1997), Mattietti ha ricoperto diversi incarichi e ruoli di responsabilità, seppure con alterne vicende a seconda dei vertici del momento. Come quella di Mammì, che da vicedirettore è stato elevato a direttore generale, la promozione di Mattietti rappresenta un’altra soluzione interna per il rilancio della banca.
DALLA LAUREA IN FISICA ALLO IOR
Prima la laurea in Fisica all’Università La Sapienza di Roma, poi la specializzazione all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), quindi all’inizio degli anni ‘90 il debutto nel mondo del lavoro come consulente nell’Information Technology per i provider di Microsoft, Borland e successivamente anche IBM Italia. Questi i primi passi della carriera professionale di Mattietti, che ben presto è riuscito ad entrare nei corridoi del torrione di Niccolò V. E’ infatti del 1997 il suo esordio allo Ior come sviluppatore e project manager.
LA SCALATA DENTRO LA BANCA VATICANA
Dopo dieci anni di attività all’interno della banca del Vaticano, nel 2007 Mattietti ne è diventato il responsabile informatico. E’ stato Paolo Cipriani a conferirgli quell’incarico, ossia l’allora direttore dell’Istituto per le opere di religione, andatosene nel 2013 tra le polemiche e oggi alle prese con un’inchiesta della Procura di Roma inerente la sua attività di quegli anni. Stando alle cronache giornalistiche di quei turbolenti periodi, Mattietti veniva descritto come un uomo molto vicino all’ex direttore Cipriani ma non all’allora presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, che avrebbe cercato di ridimensionarne il ruolo.
IL FATTO ACCENDE I RIFLETTORI SU MATTIETTI
Il nome di Mattietti è balzato agli onori delle cronache due anni fa. In particolare, è stato Marco Lillo a parlare di lui in un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano il 3 dicembre 2013 nel quale si dava conto della lettera scritta dal cardinale Attilio Nicora (all’epoca presidente dell’Autorità antiriciclaggio del Vaticano, Aif) all’allora presidente dello Ior Ernst von Freyberg; si trattava di una missiva in cui il prelato avanzava dubbi sulla bontà della scelta di Rolando Marranci, ex funzionario Bnl, come nuovo direttore generale dello Ior. Il Fatto pubblicò alcuni frasi pronunciate da von Freyberg al consiglio Ior del settembre scorso in cui si tirava in ballo proprio Mattietti: “Nel mese di agosto 2013 – disse il numero uno della banca -, la Direzione generale dello Ior è stata informata dal dottor Giulio Mattietti, responsabile dell’Information Technology dello Ior, di alcune fatture IT – prive di sufficiente documentazione a supporto e in precedenza mai presentate – da parte della società Imola Informatica Srl per un importo di euro 779.366”.
IL LEGAME CON LA SOCIETA’ IMOLA INFORMATICA
Queste presunte fatture sconosciute non risultavano però tali a Claudio Bergamini, amministratore di Imola Informatica interpellato dal Fatto proprio per fornire spiegazioni. “Non capisco la sorpresa” furono le sue parole, “lavoriamo con lo Ior da molti anni come risulta da un audit pubblicato dalla società di consulenza Forrester Research nel 2012”. “Comunque – aveva aggiunto il Fatto -, in questo clima, a settembre (2013, ndr) il consiglio ha commissariato così Mattietti: ‘D’ora in poi tutte le fatture dovranno essere controllate e approvate dall’Ufficio Acquisti’”.